Contenuto sponsorizzato
Ambiente

Nelle conferenze Onu per il clima e per la biodiversità si parla anche di salute: perché?

La salute umana è strettamente collegata a quella delle altre specie e a quella del pianeta (un concetto che si può racchiudere in due parole: One Health) e proprio per questo motivo parlare di perdita di biodiversità o di surriscaldamento globale vuol dire anche parlare di sanità pubblica. Scopriamo come questo tema viene trattato nei negoziati internazionali

di
Diario da Cop29
07 novembre | 12:00

A cura di Sofia Farina

 

A Cali, in Colombia, durante Cop16, la Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità, la giornata del 24 ottobre, è stata dedicata alla connessione di quest'ultima con la salute (umana e planetaria). L'obiettivo era quello di sensibilizzare l'opinione pubblica sulle interconnessioni tra biodiversità e salute, in linea con l'idea che la salute dell'ambiente e la salute di tutte le specie sono interconnesse e interdipendenti e che è necessario un approccio collettivo per integrare questa visione nelle politiche e nelle strategie nazionali. Questa visione viene solitamente identificata con il concetto di One Health, che spiegheremo a breve, e si connette direttamente alla relazione che esiste tra il cambiamento climatico e la salute (umana e planetaria). Infatti, a partire dalla scorsa edizione delle Conferenze Onu per il Cambiamento Climatico (Cop28 a Dubai) è stata istituita una giornata dedicata proprio a trattare questo tema. In questo articolo raccontiamo perché la salute degli umani, delle altre specie e del pianeta sono correlate, e lo facciamo tramite dei riferimenti ai negoziati globali per il clima e per la biodiversità.

 

Il concetto di One Health

 

Il concetto di One Health rappresenta un approccio integrato alla salute, che riconosce l'interconnessione profonda tra la salute umana, animale e ambientale. Nato dalla consapevolezza che molte malattie emergenti negli esseri umani sono zoonosi, ossia infezioni trasmesse dagli animali, One Health promuove una collaborazione multidisciplinare tra medici, veterinari, biologi, ecologi e altri professionisti. L’obiettivo è prevenire e gestire le malattie in modo più efficace, riducendo l'impatto sulla salute pubblica e sull’ambiente. Questo approccio si rivela fondamentale in un mondo globalizzato, dove i cambiamenti climatici, la deforestazione, e l'urbanizzazione influenzano la diffusione di agenti patogeni e creano nuove sfide sanitarie. One Health punta a una salute globale sostenibile, in cui il benessere degli esseri umani, degli animali e dell’ecosistema sono trattati come elementi interdipendenti di un sistema unico.

 

Biodiversità e salute

 

La biodiversità è direttamente collegata alla salute umana in molteplici modi. La varietà di specie vegetali e animali è alla base delle nostre diete: la monocultura impoverisce il suolo e riduce la qualità dei nutrienti presenti nei nostri alimenti. Molte delle medicine che utilizziamo oggi derivano da piante, funghi e organismi viventi. La perdita di biodiversità limita quindi anche la nostra capacità di scoprire nuovi trattamenti o farmaci naturali.

 

Inoltre, la biodiversità aiuta a regolare le malattie. Gli ecosistemi ben funzionanti, come le foreste e le zone umide, possono agire come una barriera contro i patogeni, mantenendo l'equilibrio tra specie portatrici di malattie e i loro predatori naturali. La distruzione di questi ambienti favorisce il contatto tra uomini e animali selvatici, aumentando la probabilità di zoonosi, ossia il passaggio di malattie dagli animali agli esseri umani. Epidemie come l'Hiv, l'Ebola e, più recentemente, il Covid-19 sono state tutte legate a una gestione insostenibile della biodiversità e alla distruzione degli habitat naturali.

 

La salute del pianeta è inevitabilmente legata a quella della sua biodiversità. Gli ecosistemi equilibrati infatti forniscono tutta uana serie di servizi ecosistemici fondamentali: regolano i cicli dell’acqua, mantengono la fertilità del suolo e gestiscono il ciclo del carbonio, elementi essenziali per contrastare il cambiamento climatico. La deforestazione, la perdita di habitat e l’estinzione delle specie contribuiscono all’instabilità climatica e all’incremento delle emissioni di gas serra.

La perdita di biodiversità influisce anche sulla resilienza degli ecosistemi: meno diversità significa che gli ecosistemi sono meno capaci di adattarsi e riprendersi da eventi estremi come siccità, inondazioni e incendi, tutti fenomeni in aumento con il riscaldamento globale. Le foreste, le barriere coralline, e i suoli fertili, che dipendono da una ricca biodiversità, sono veri e propri alleati nel combattere il cambiamento climatico.

 

Un aspetto chiave per proteggere la biodiversità e garantire la salute del pianeta e delle persone è cambiare il modo in cui produciamo il nostro cibo. L'agricoltura industriale, basata sulla monocultura e sull'uso intensivo di pesticidi e fertilizzanti chimici, è una delle principali cause di perdita di biodiversità, degrado del suolo e inquinamento delle acque. Esiste, fortunatamente, un'alternativa: l’agricoltura rigenerativa. Si tratta di un approccio olistico che mira a ripristinare e migliorare la biodiversità del suolo, migliorare la salute degli ecosistemi agricoli e aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici. Questo metodo si basa su pratiche che imitano i processi naturali, come la rotazione delle colture, l’uso di coperture vegetali, l’integrazione del bestiame e la riduzione del lavoro meccanico e chimico. Promuovendo la biodiversità, l'agricoltura rigenerativa può migliorare la qualità del suolo, che a sua volta supporta una maggiore varietà di piante e microrganismi, rendendo le colture più nutrienti e resistenti ai parassiti e alle malattie.

 

Inoltre, la rigenerazione del suolo e l’aumento della sua biodiversità possono contribuire a sequestrare carbonio, aiutando a contrastare il cambiamento climatico. Un suolo ricco di materia organica trattiene maggiormente il carbonio, riducendo le emissioni di anidride carbonica e contribuendo a mitigare il riscaldamento globale. Questo approccio non solo preserva la salute dell’ambiente, ma promuove anche la salute umana, fornendo alimenti più nutrienti e riducendo la dipendenza da pesticidi e sostanze chimiche dannose.

 

La salute e il surriscaldamento globale

 

Il cambiamento climatico e la salute umana sono (purtroppo per noi) strettamente collegati. Il riscaldamento globale e l’inquinamento atmosferico aumentano la frequenza e l'intensità di eventi estremi come ondate di calore, uragani, incendi e inondazioni: questi eventi mettono a rischio la salute pubblica causando problemi respiratori, stress termico e favorendo la diffusione di malattie infettive come malaria e dengue, che prosperano in ambienti più caldi e umidi. Inoltre, la scarsità di risorse idriche e alimentari, conseguenza della siccità e di raccolti ridotti, può portare a malnutrizione e insicurezza alimentare, con impatti particolarmente gravi nelle comunità più vulnerabili.

 

Un grande passo avanti nella nell'integrazione della salute nei temi delle conferenze sul cambiamento climatico è stato fatto l'anno scorso a Dubai, in occasione della Cop28, durante la quale è stata annunciata la "Dichiarazione su clima e salute", poi sottoscritta e sostenuta da oltre 120 Paesi. Questo documento è un appello internazionale che sottolinea come le crisi climatiche influenzino direttamente la salute pubblica e che invita i governi ad adottare misure per preparare i sistemi sanitari a tali sfide, rafforzandone la resilienza e riducendone l'impronta di carbonio​.

Durante la prima giornata dedicata al tema della salute nella storia delle Cop, l'anno scorso, è stato promesso un finanziamento globale di oltre 1 miliardo di dollari per sostenere iniziative climatiche legate alla salute, includendo contributi da governi, organizzazioni e istituzioni finanziarie. Per completezza, è bene sottolinare anche che la dichiarazione non include un riferimento all’abbandono dei combustibili fossili, una delle principali cause delle crisi climatiche e sanitarie, sollevando critiche e sottolineando la necessità di azioni più concrete per proteggere la salute globale.

 

Ora che ci avviamo verso l'inizio della Cop29, i membri della comunità internazionale della salute e del clima, riuniti in un organismo chiamato "Alleanza Globale per il Clima e la Salute" hanno raccolto nel rapporto “Una Cop29 per le persone e il pianeta” una serie di raccomandazioni, invitando i negoziatori che stanno per riunirsi a Baku a impegnarsi e a realizzare un'azione ambiziosa per il clima, sufficiente a proteggere e promuovere la salute delle persone e del pianeta.

 

Tra le principali raccomandazioni ci sono: incorporare le azioni in materia di salute e clima negli obiettivi nazionali; gettare le basi per una pianificazione e un monitoraggio dell'adattamento che rifletta la salute fisica e mentale e i risultati del benessere; dare priorità ai sistemi alimentari e agricoli e all'uso del territorio che proteggono la biodiversità e promuovono la sicurezza nutrizionale, comprese diete sane e sostenibili che siano accessibili e a buon mercato; gestire i conflitti di interesse rafforzando le politiche per ridurre l'influenza indebita degli inquinatori dannosi per la salute e per il clima e creare ambienti che consentano alle comunità più colpite di fornire indicazioni per un'azione salutare per il clima attraverso il loro impegno e la loro partecipazione sicura e significativa.

l'autore
Diario da Cop29

Questo spazio è dedicato al racconto della Cop29, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si svolge dall'11 al 23 novembre 2024 a Baku, in Azerbaigian. Sofia Farina seguirà i negoziati sul posto per L'AltraMontagna, portando i lettori nel mondo dei negoziati climatici, guidandoli alla scoperta delle questioni più stringenti per i leader del pianeta (e non solo)

SOSTIENICI CON
UNA DONAZIONE
Contenuto sponsorizzato
recenti
Attualità
| 22 gennaio | 19:45
A New Orleans si è verificata una tra le nevicate più importanti di sempre. "Il sistema climatico è complesso, non possiamo aspettarci che risponda in modo semplice e lineare. In un mondo sempre più caldo non è assurdo che si verifichino locali e temporanei eventi freddi con una frequenza addirittura più alta che in passato"
Attualità
| 22 gennaio | 18:00
La piana del Fucino, in Abruzzo, è uno dei principali poli spaziali europei. L'area è finita sotto i riflettori dei media perché ospiterà il centro di controllo del progetto "Iris2", una delle più importanti iniziative finanziate dall'Unione Europea per sviluppare una rete di satelliti dedicati a fornire connessioni internet sicure ai cittadini europei
Sport
| 22 gennaio | 13:00
Donato al Museo etnografico Dolomiti, è stato esposto dopo un’accurata ripulitura e manutenzione che lo ha portato all'originario splendore
Contenuto sponsorizzato