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Ambiente

"Ma il bostrico è presente addirittura in America?" Cambiano le specie, ma è sempre la crisi climatica ad alimentare le infestazioni

Alcuni giorni fa il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti (Usda) ha proposto un approfondimento sugli effetti dell’epidemia di "Spruce beetle" (un coleottero molto simile al bostrico che attacca diverse specie di abeti del genere Picea, come l'abete rosso, diffusi nel Nord America). Una vasta infestazione che, dal 2016 a oggi, ha colpito più di 800mila ettari di foreste nell'Alaska centro-meridionale (in Italia il bostrico ha colpito ad oggi circa 40mila ettari)

di
Sofia Farina
31 agosto | 18:45
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Attraverso la propria pagina Instagram, alcuni giorni fa il Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti (Usda) ha proposto un approfondimento sugli effetti dell’epidemia di "Spruce beetle" (un coleottero molto simile al bostrico che attacca diverse specie di abeti del genere Picea, come l'abete rosso, diffusi nel Nord America). Una vasta infestazione che, dal 2016 a oggi, ha colpito più di 800mila ettari di foreste nell'Alaska centro-meridionale (in Italia il bostrico ha colpito ad oggi circa 40mila ettari).

 

Alcuni lettori ci hanno inviato le immagini pubblicate da Usda chiedendoci: "Ma il bostrico è presente addirittura in America?". Non si tratta come già sottolineato né della stessa specie di coleottero (seppur molto simile esteticamente), né degli stessi ospiti (l'abete rosso ha un areale euroasiatico), ma le dinamiche che hanno causato l'avanzata degli insetti sono molto simili, specialmente quelle legate al cambiamento climatico in atto. 

Un racconto, quello della situazione in cui versano le foreste dell'Alaska, che permette di rimarcare la dimensione internazionale che ha quella che alcuni studiosi già da tempo hanno definito "crisi delle conifere" a causa di coleotteri scolitidi. Infatti, come viene riportato anche in Sottocorteccia. Un viaggio tra i boschi che cambiano, il libro sull'epidemia di bostrico scritto a quattro mani da Pietro Lacasella e Luigi Torreggiani, il Nord America ormai da anni si trova a gestire problemi simili, come ad esempio l'enorme epidemia di Dendroctonus ponderoae, un parassita delle pinete che ha provocato enormi danni in Montana, Idaho (USA) e British Columbia (Canada).

 

Ma non c’è soltanto il Nord America. In Siberia, ad esempio, enormi danni li sta causando Polygraphus proximus, uno scolitide originario della Russia orientale e di Giappone, Cina e Corea, arrivato a ovest probabilmente attraverso il “corridoio di invasione biologica” della Transiberiana. In Siberia occidentale, dove la presenza dell’insetto è stata registrata per la prima volta nel 2008, la sua dannosità si è dimostrata davvero catastrofica, causando un rapido declino delle foreste naturali di Abies sibirica.


Vista aerea delle foreste dell'Alaska colpite dallo "Spruce beetle".

Come spiega l'approfondimento del Dipartimento dell'Agricoltura statunitense, le epidemie di coleotteri non sono rare nelle foreste di conifere dell'Alaska, ma i cambiamenti climatici stanno aumentando la portata dei focolai, intensificandone l'impatto.

 

Infatti, l'aumento delle temperature consente a questi coleotteri di completare il loro ciclo vitale in un anno anziché in due, il che significa che un maggior numero di insetti può riprodursi in un periodo di tempo più breve. Inoltre, inverni più miti permettono a un maggior numero di giovani e adulti di sopravvivere, cosa che riduce il declino naturale della popolazione di coleotteri ogni anno. Infine, l'aumento delle temperature e la siccità indeboliscono anche gli abeti, rendendoli più suscettibili alle infestazioni da bostrico. Tutte dinamiche che, con le dovute differenze date da specie e climi diversi, sono riscontrabili anche sulle Alpi, gli Appennini e in Centro Europa.

A partire dal 2016, spiega Usda, un'estesa epidemia di "Spruce beetle" alimentata da queste circostanze ha colpito una porzione enorme di foresta nell'Alaska centro-meridionale. Un'infestazione che si è sovrapposta in modo significativo a un'altra registrata negli anni '90. Il verificarsi di due grandi epidemie nella stessa area nell'arco di 40 anni non è comune ed evidenzia un potenziale aumento della frequenza di questo tipo di fenomeni. 

 

Come sottolineano gli esperti statunitensi, un'epidemia su larga scala può avere conseguenze diffuse che vanno oltre il danno immediato agli alberi. Ad esempio, i focolai possono aumentare il rischio e la gravità degli incendi per la presenza di molti alberi secchi in piedi, ma anche influire sul flusso dell'acqua nell'ecosistema. Gli esperti ricordano inoltre come anche la fauna selvatica possa essere colpita, più o meno direttamente, da queste infestazioni: alcune specie possono trarre beneficio dall'aumento dell'attività degli insetti (ad esempio i picidi) o dalla crescita del sottobosco e dell'erba nelle aperture createsi nella foresta (ad esempio, il pigliamosche dell'ontano), ma quelle che si affidano agli abeti per il riparo o il cibo (ad esempio, scoiattoli rossi e gorgheggiatori di Townsend) possono soffrire a causa dei focolai.

 

Luoghi del mondo diversi, specie diverse, ma dinamiche molto simili, che hanno il cambiamento climatico come denominatore comune.

 

Per saperne di più sul bostrico è di recente uscito Sottocorteccia. Un viaggio tra i boschi che cambiano, il primo libro targato L'AltraMontagna. 

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