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Ambiente

"Le comunità montane stanno pagando il prezzo della crisi climatica globale": l'alluvione che ha devastato il villaggio di Thame è stata causata dall'esplosione di un lago glaciale

La devastante alluvione che qualche giorno fa ha colpito Thame, un villaggio sherpa nella regione del Khumbu (Nepal) è effettivamente stata causata da un'inondazione del lago glaciale Thyanbo, come era stato ipotizzato poche ore dopo l'evento. A confermarlo, e a fornire una dettagliata analisi dell'evento, è l'Icimod, l'International Centre for Integrated Mountain Development della regione dell'Hindu Kush Himalaya

di
Sofia Farina
20 agosto | 18:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

La devastante alluvione che qualche giorno fa ha colpito Thame (di cui abbiamo parlato qui), un villaggio sherpa nella regione del Khumbu (Nepal) è effettivamente stata causata da un'inondazione del lago glaciale Thyanbo, come era stato ipotizzato poche ore dopo l'evento.

 

Thame è un villaggio noto e importante nella regione di Namche, e vi vivono famosi alpinisti dell'Everest tra cui l'attuale detentore del record di numero di volte in vetta (30!), Kami Rita Sherpa. Secondo la valutazione dei danni effettuata delle autorità locali, sono state distrutte 14 proprietà, tra cui una scuola, un centro sanitario, cinque alberghi e sette abitazioni.

 

A monte del villaggio si trovano diversi laghi glaciali, ovvero laghi che occupano le cavità risultanti dall'erosione determinata da un ghiacciaio. E le immagini satellitari di Copernicus, catturate con la strumentazione dell'Agenzia Spaziale Europea, li mostrano cambiare costantemente di dimensione, espandendosi e contraendosi frequentemente.

 

I ricercatori dell'Icimod, International Centre for Integrated Mountain Development della regione dell'Hindu Kush Himalaya, hanno spiegato che questa condizione li rende particolarmente suscettibili a rotture.

 

Scienziati dell'Icimod (e non solo) stanno analizzando le cause dell'esplosione del lago glaciale e valutando i suoi impatti sulla valle, al fine di integrare gli sforzi delle agenzie nazionali e locali, tra cui il Dipartimento di idrologia e meteorologia del Nepal.

L'istituto di ricerca nel 2023 aveva pubblicato il rapporto dal titolo "Acqua, ghiaccio, società ed ecosistemi dell'Hindu Kush Himalaya", nel quale si afferma in modo chiaro che i ghiacciai, la neve e il permafrost della regione himalayana stanno “subendo cambiamenti senza precedenti e in gran parte irreversibili su scala umana, principalmente a causa dei cambiamenti climatici” e “sono tra i più vulnerabili al mondo a questi cambiamenti”.

 

Tra i motivi del grande interesse per il presente e il futuro della regione, c'è il fatto che nelle sue montagne vivano 260 milioni di persone vivono e queste comunità montane, prosegue il rapporto, “stanno già vivendo gli impatti dell'accelerata fusione dei ghiacciai, del cambiamento dei modelli di innevamento, della crescente variabilità della disponibilità di acqua e dell'aumento dell'incidenza dei rischi legati alla criosfera che hanno un impatto diretto sulle loro vite e sui loro mezzi di sussistenza”.

 

Il rapporto avverte che le inondazioni e le frane sono destinate ad aumentare, e che il clima è il fattore chiave di molti dei disastri legati all'acqua e alla criosfera già registrati negli ultimi anni, attraverso l'acqua di fusione, laghi più grandi e potenzialmente pericolosi, pendii instabili a causa dello scongelamento del permafrost e l'aumento del carico di sedimenti nei fiumi.

 

In particolare, il ritiro dei ghiacciai ha aumentato le dimensioni e il numero dei laghi glaciali; si prevede che entro la fine del secolo il rischio di inondazione da lago glaciale in tutta la regione dell'Hindu Kush Himalaya sarà triplicato e si prevede di raggiungere il “picco di rischio esplosione di laghi glaciali” entro il 2050. Nella regione dell'Hindu Kush Himalaya ci sono oltre 25.000 laghi glaciali, di cui 47 potenzialmente pericolosi, e il loro numero e le loro dimensioni sono destinate a crescere, e l'Asia di alta montagna è proprio un hotspot globale per il rischio di esplosioni di laghi glaciali, con circa un milione di persone che vivono entro 10 chilometri da un lago glaciale.

Tenzing Chogyal Sherpa, analista della criosfera dell'Icimod e fondatore della campagna #SaveOurSnow, proviene dalla regione di Solukhumbu, dove le inondazioni hanno colpito. “Questa alluvione ha spazzato via parti di un villaggio che conosco intimamente, dove vivono amici, vicini e parenti, con legami ancestrali che risalgono a generazioni fa - ha dichiarato -. È un ricordo doloroso e personale dell'impatto devastante dell'aumento della temperatura sulle comunità montane. Milioni di persone in montagna non hanno contribuito in alcun modo alle emissioni di gas serra, ma devono affrontare gli impatti catastrofici di queste emissioni con frequenza e gravità sempre maggiori”.

Nima Sherpa, esperto di media e alpinismo del Khumbu e sostenitore di #SaveOurSnow, ha dichiarato: “Thame era un bellissimo villaggio, sede di molte generazioni di Sherpa e delle loro famiglie. Queste case sono ora sepolte dalle macerie. È triste vedere come le comunità montane stiano pagando il prezzo della crisi climatica globale”. Alcuni si lamentano dell'impatto ricreativo o estetico della troppa o troppo poca neve, ma questi cambiamenti hanno un impatto diverso sulla vita delle persone che vivono in montagna, un impatto diretto e spesso catastrofico, come vediamo a Thame, dove quasi un intero villaggio è stato spazzato via in pochi minuti.

 

“I leader mondiali devono credere nel cambiamento con uno sforzo collettivo globale per controllare ciò che possono cambiare. Le comunità montane non hanno contribuito all'aumento della temperatura globale. Dobbiamo fare di più per aiutare le loro voci ed esperienze a farsi sentire” ha dichiarato Nima Sherpa.

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