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Ambiente

"L'acqua è democratica, per i fiumi non esistono confini comunali". Scienziati e attivisti uniti per la riqualificazione fluviale

Nell’ultima puntata di "Un quarto d'ora per acclimatarsi", il podcast de L'AltraMontagna che approfondisce i problemi ambientali e sociali sperimentati dalle terre alte tramite la voce di chi le vive, le affronta e le studia, parliamo di gestione fluviale e tutela di questi ecosistemi con Tommaso Bonazza, portavoce di Acque trentine - Comitato permanente di difesa delle acque del Trentino

di
Sofia Farina
28 ottobre | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

“Non si tratta dunque di dare uno spazio senza farsi troppe domande, ma si tratta di costruire caso per caso un percorso di gestione diverso che tenga conto della complessità di questi ecosistemi che sono di fatto dei sistemi viventi” afferma Tommaso Bonazza, portavoce di Acque trentine - Comitato permanente di difesa delle acque del Trentino, nell’ultima puntata di Un quarto d’ora per acclimatarsi, il podcast de L’AltraMontagna che, con cadenza settimanale, racconta i problemi ambientali e sociali sperimentati dalle terre alte tramite la voce di chi li vive, le affronta e le studia.

 

Un tema cruciale per il futuro e il presente delle terre alte, come ci ricorda costantemente la cronaca in queste settimane di alluvioni, è la gestione dei fiumi (di cui abbiamo già parlato qui e qui). Si tratta infatti di ecosistemi delicati che affrontano sfide sempre più complesse, come il cambiamento climatico che modifica drasticamente il ciclo delle acque, e l'impatto delle attività umane.

 

La nostra è primariamente un'azione di sensibilizzazione - racconta Bonazza, parlando delle attività portate avanti da Acque Trentine, di cui è portavoce -. Vorremmo che i fiumi venissero visti e governati secondo dei principi legati all'ecologia fluviale e sopratutto che le persone entrino sempre più in contatto con questi ecosistemi, conoscendoli e comprendendoli”.

“Il Comitato conduce un’attività di proposta, sensibilizzazione e denuncia - spiega Bonazza -.  Nel tempo abbiamo cercato di proporre spunti costruttivi che sono stati formulati nella forma di audizioni in terza commissione, di incontri pubblici nelle valli, di pubblicazioni di documenti all’interno dei quali suggeriamo provvedimenti pratici per il miglioramento del sistema di gestione delle acque provinciali, verso una maggiore sostenibilità e fondatezza scientifica”.  

 

Un concetto chiave dell’operato del Comitato è quello di riqualificazione fluviale: “Significa primariamente rivedere il nostro rapporto con i fiumi e rivedere anche la forma di questi luoghi - spiega il portavoce del Comitato -. Nel tempo, come umanità, abbiamo modificato tantissimi aspetti di questi ecosistemi e riqualificarli significa ridare spazio all'acqua, alle fasce riparie, ma anche intervenire, quando necessario, sugli alvei che nel tempo sono stati resi morfologicamente molto uniformi, facendoci perdere quella varietà che caratterizzerebbe i nostri torrenti”.

 

Chiaramente, per portare avanti delle proposte di gestione coerenti con la scienza attuale, il comitato si appoggia  al parere di esperti e tecnici che operano nell’ambito dell’ecologia fluviale, della pesca, dell’ittiologia, del turismo sostenibile e dell’economia locale, come racconta Bonazza.

Sebbene il radicamento nel territorio trentino sia molto forte, il Comitato “estende il proprio sguardo anche oltre i confini provinciali, nella coscienza che il problema del sovra-sfruttamento delle risorse idriche ha una dimensione ben più ampia, che va ad abbracciare l’intero arco alpino”.

 

Qui è possibile ascoltare la puntata, disponibile anche su tutte le principali piattaforme podcast (Spotify, Apple e Google Podcast, Audible):

 

 

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