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Ambiente

"La rimozione di queste briglie permetterà al fiume di ripararsi da solo": il fiume Giovenco si prepara a tornare alla sua forma originaria

Il fiume Giovenco, che attraversa l'area protetta del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, si prepara a tornare alla sua forma originaria grazie a un ambizioso progetto di ripristino ecologico promosso da Rewilding Apennines. L'iniziativa "Giov & Go - un Giovenco libero di scorrere" punta a rimuovere cinque briglie in cemento che attualmente frammentano il corso del fiume, consentendone il libero flusso lungo oltre 11 chilometri

di
Sofia Farina
08 ottobre | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Il fiume Giovenco, che attraversa l'area protetta del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, si prepara a tornare alla sua forma originaria grazie a un ambizioso progetto di ripristino ecologico promosso da Rewilding Apennines. Con un finanziamento di 157.065,00 euro da parte di Open Rivers Programme, l'iniziativa "Giov & Go - A free-flowing Giovenco" punta a rimuovere cinque briglie in cemento che attualmente frammentano il corso del fiume, consentendone il libero flusso lungo oltre 11 chilometri.

 

Il progetto, unico nel suo genere per l’Appennino, prevede l'eliminazione di queste barriere artificiali, che negli anni hanno causato danni significativi all'ecosistema fluviale. La rimozione delle briglie permetterà il ripristino della continuità ecologica, migliorando l'habitat per le specie acquatiche e ripariali, tra cui specie protette come il gambero di fiume e la trota mediterranea. La riconnessione del fiume avrà effetti positivi anche per la lontra europea, che sta lentamente tornando a colonizzare l'area.

 

Il progetto si inserisce in un contesto più ampio di politiche europee per la tutela della biodiversità, come la Strategia Europea per la Biodiversità 2030, che mira a ripristinare il flusso naturale di almeno 25.000 chilometri di fiumi. La presenza di barriere artificiali è una delle principali minacce agli ecosistemi fluviali a livello globale, con conseguenze negative come la perdita di habitat, l'alterazione dei sedimenti e l'accumulo di inquinanti.

 

"La rimozione di queste briglie permetterà al fiume di ripararsi da solo", ha affermato Fabien Quétier, che guida la sezione "paesaggio" di Rewilding Europe. Questo intervento rappresenta un approccio innovativo al rewilding: interventi mirati e poco invasivi che permettono agli ecosistemi di rigenerarsi in modo autonomo.

 

Il ripristino del fiume non avrà solo effetti positivi sull'ambiente, ma anche sulla comunità locale. Infatti, con il flusso naturale ripristinato, il Giovenco tornerà a ospitare un'ampia varietà di specie animali e vegetali, creando nuove opportunità per il turismo naturalistico. L'iniziativa mira a rafforzare il legame tra il fiume e la comunità, attraverso attività educative e di sensibilizzazione che faranno comprendere l'importanza di questo intervento per il benessere collettivo.

 

"La riqualificazione fluviale è essenziale per la protezione degli ecosistemi e della biodiversità, oggi sempre più minacciata dai cambiamenti climatici", ha dichiarato Luciano Sammarone, Direttore del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. "Auspico che questo sia solo il primo di una serie di interventi per riportare il fiume Giovenco alla sua naturalità di un tempo."

 

La realizzazione del progetto ha coinvolto numerose istituzioni, tra cui il Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, il Comune di Bisegna e Rewilding Europe, che da anni sostiene la campagna europea per la rimozione delle barriere fluviali. Il Comune di Bisegna ha inoltre avviato un "Contratto di Fiume", un accordo volto a promuovere azioni sostenibili e partecipate per la tutela del Giovenco.

 

"Questo progetto, che due anni fa sembrava irrealizzabile, è diventato realtà grazie al lavoro di squadra tra istituzioni e privati", ha affermato Mario Cipollone, Team Leader di Rewilding Apennines. "Siamo orgogliosi di restituire al fiume la sua bellezza."

 

La rimozione delle briglie non solo migliorerà la qualità dell'acqua e la biodiversità, ma contribuirà anche a contrastare i fenomeni di erosione e a ridurre il rischio idraulico per le aree circostanti. Il progetto ha ottenuto tutte le autorizzazioni necessarie, compreso il parere favorevole dell'Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale e del Genio Civile della Regione Abruzzo.

 

L'intervento potrebbe fungere da modello per future rimozioni di barriere nella regione, contribuendo al raggiungimento degli obiettivi europei per il ripristino della connettività fluviale e alla protezione di ecosistemi vitali.

 

Fotografia in copertina di Daniela Gentile

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