La finanza apre la strada alla giustizia climatica: a Cop29 ci si concentrerà finalmente sulle risorse economiche
La prossima conferenza delle Nazioni Unite sul clima, la Cop29, si terrà a Baku, capitale dell'Azerbaigian, dall'11 al 22 novembre. Dall'assicurare i finanziamenti per il clima all'affrontare la questione critica delle perdite e dei danni, questa conferenza cruciale sul clima darà forma alla politica e all'azione globale sul clima per gli anni e i decenni a venire. Tra gli argomenti che si prevede domineranno i negoziati, c'è la finanza climatica
A cura di Sofia Farina
La prossima conferenza delle Nazioni Unite sul clima, la Cop29, si terrà a Baku (Azerbaigian) dall'11 al 22 novembre: dall'assicurare i finanziamenti per il clima all'affrontare la questione critica delle perdite e dei danni, questa conferenza cruciale sul clima darà forma alla politica e all'azione globale sul clima per gli anni e i decenni a venire.
Ci sono alcuni argomenti cruciali che si prevede domineranno le discussioni a Baku, che possono essere identificati in: finanziamenti per il clima, fondo perdite e danni, gli impegni nazionali tramite i contributi Nazionali Determinati per la riduzione delle emissioni, l'Obiettivo Globale sull'Adattamento e i Piani Nazionali di Adattamento, gli Impatti climatici diseguali e adattamento a livello locale, le soluzioni basate sulla natura e diritti indigeni, i mercati del carbonio e infine il ruolo del contesto geopolitico e dunque dei conflitti e delle tensioni.
Letti così tutti insieme possono sembrare spaventosi (o noiosi) ma l’obiettivo di questi giorni di avvicinamento ai negoziati è proprio quello di comprendere di cosa si tratta e soprattutto di capire perché sono temi da tenere d’occhio.
Iniziamo allora oggi con il primo: la finanza climatica e il fondo perdite e danni.
Cosa intendiamo quando parliamo di finanza climatica?
Un tema che è emerso con forza negli anni - fuori e dentro il mondo dei negoziati per il clima - è quello della mancanza di risorse economiche per limitare e adattarsi agli impatti del cambiamento climatico, un fatto che sta inevitabilmente rendendo l’obiettivo di una vita dignitosa (e in alcuni casi addirittura la sopravvivenza) al di fuori dalla portata di molti.
La situazione è aggravata dal fatto che i Paesi e le comunità che si ritrovano a essere maggiormente limitati dalla mancanza di mezzi sono per lo più quelli che hanno contribuito in minima parte a causare il cambiamento climatico. Infatti, la maggior parte delle emissioni di gas serra proviene dai Paesi più ricchi e maggiormente industrializzati, mentre le nazioni più povere, che bruciano e hanno bruciato molti meno combustibili fossili, hanno storicamente emesso solo una piccola parte del totale.
La Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 1992 (che è lo spazio diplomatico entro cui si realizzano le Cop, essenzialmente) ha posto le basi per la giustizia climatica tramite l’introduzione di un principio fondamentale: quello delle responsabilità comuni ma differenziate. Per spiegarlo in parole povere, questo principio richiede a tutti i paesi di agire (tramite mitigazione e adattamento) sul cambiamento climatico, ma stabilisce anche che coloro che hanno contribuito maggiormente al problema hanno una responsabilità maggiore per risolverlo. In sostanza, i grandi emettitori devono agire per primi, più rapidamente e, chiaramente, investendo e mettendo in gioco maggiori risorse.
La giustizia dipende anche dal fatto che le nazioni più ricche forniscano finanziamenti ai Paesi con mezzi più limitati, in modo che possano far fronte agli enormi oneri finanziari derivanti dall'accelerazione del cambiamento climatico. Per questo motivo i finanziamenti per il clima, quando sono sufficienti e investiti nel modo giusto, sono un passaggio fondamentale per la giustizia climatica.
La Cop della finanza
Quello della finanza è un tema cruciale per questa Cop, tanto che Cop29 viene comunemente definita la “finance Cop” (la Cop della finanza), visto che i negoziati si concentreranno in modo particolare sulla definizione di un nuovo obiettivo globale di finanziamento del clima, che in inglese (o forse, meglio, in “gergo Cop”) si chiama il “New Collective Quantified Goal”.
Gran parte della discussione in Azerbaigian verterà sulla definizione di questo obiettivo, in particolare per quanto riguarda l'aumento del sostegno finanziario ai Paesi in via di sviluppo. Attualmente, i Paesi più sviluppati si sono impegnati a fornire 100 miliardi di dollari all'anno per sostenere la mitigazione e l'adattamento al clima nei Paesi in via di sviluppo. Tuttavia, questa cifra è notevolmente inferiore ai 2.400 miliardi di dollari annui che sono stati stimati e sono ritenuti necessari per raggiungere gli obiettivi climatici globali.
All’interno di questo macro-argomento, le principali aree di dibattito riguarderanno probabilmente l'obiettivo finanziario complessivo, la tempistica per la mobilitazione e l'equa distribuzione delle responsabilità finanziarie tra i Paesi.
Il fondo perdite e danni
Un altro grande tema all’interno dei finanziamenti per il clima, è quello delle risorse necessarie per la concretizzazione del fondo per le perdite e i danni.
Due anni fa, a Cop27, tenutasi in Egitto a Sharm-el-Sheik, è stato raggiunto un accordo per la creazione di un fondo destinato ad aiutare i Paesi in via di sviluppo e in difficoltà economiche a compensare i danni dei disastri naturali causati dai cambiamenti climatici. Questo è stato denominato “Fondo per le perdite e i danni” ed è essenzialmente uno strumento finanziario concepito per fornire un sostegno fondamentale alle nazioni vulnerabili che si trovano ad affrontare il peso delle sfide legate al clima.
Il tema dei finanziamenti climatici per i Paesi in via di sviluppo è diventato una delle priorità dell'agenda l’anno scorso a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, quando durante la sessione plenaria inaugurale i partecipanti hanno iniziato ad annunciare il proprio impegno a riempire questo fondo per le perdite e i danni.
Ripartendo dai progressi compiuti a Dubai, Cop29 si concentrerà sull'operatività della struttura e della portata di questo fondo. Infatti, nonostante siano state fatte promesse per 700 milioni di dollari, si tratta di un importo molto inferiore a quello stimato come necessario per compensare i Paesi a basso e medio reddito per le perdite subite, che secondo la Loss and Damage Collaboration ammonta a circa 400 miliardi di dollari l’anno (quindi stiamo parlando proprio di diversi ordini di grandezza di differenza). Per questo motivo, ci aspettiamo che le discussioni che prenderanno avvio la prossima settimana si focalizzeranno sull'aumento dei contributi finanziari al fondo per le perdite e i danni, magari attraverso fonti nuove e innovative, per sostenere meglio le nazioni vulnerabili.
Questo spazio è dedicato al racconto della Cop29, la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che si svolge dall'11 al 23 novembre 2024 a Baku, in Azerbaigian. Sofia Farina seguirà i negoziati sul posto per L'AltraMontagna, portando i lettori nel mondo dei negoziati climatici, guidandoli alla scoperta delle questioni più stringenti per i leader del pianeta (e non solo)