Contenuto sponsorizzato
Ambiente

In Sicilia aridità da allerta rossa ''anticipatrice della desertificazione''. Il gestore del Rifugio Citelli sull'Etna: "Dipendiamo dall'autobotte, quest'anno arrivata anche di inverno"

A metà giugno le condizioni delle riserve idriche in Sicilia è già drammatica, con un allarme rosso per la siccità su oltre il 50% del territorio regionale. Una condizione che si ripercuote inetivabilmente anche sul settore turistico e su quello montano

di
Sofia Farina
23 giugno | 18:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

“Lo scenario attuale, avvalorato dall’European Drought Observatory, è di un allarme rosso per la grande aridità, anticipatrice della desertificazione, su oltre il 50% dei territori in Sicilia, Puglia e Basilicata, cui aggiungere zone costiere di Calabria e Sardegna, nonché zone localizzate lungo la dorsale appenninica e la fascia adriatica” così Massimo Gargano, Direttore Generale di Anbi, ha commentato le attuali drammatiche condizioni delle riserve idriche siciliane.

 

C’è grande preoccupazione per gli invasi dell’isola, che si trovano già in condizioni estremamente critiche a metà giugno, considerando le temperature stabilmente sopra i 30° fino a toccare i 40°, e l’assenza di senza piogge all’orizzonte.

 

La situazione è la medesima per le acque sotterranee: si stima che l’abbassamento della falda alle pendici dell’Etna sia pari a 20 metri; la falda di Fiumefreddo, da cui dipende l’approvvigionamento idrico del 70% della città di Messina, si è abbassata di almeno 15 metri ed il livello si è pericolosamente avvicinato a quello, sotto il quale non si può più prelevare.


Indice combinato di siccità per l'Europa dell'European Drought Observatory. Il rosso indica un livello di emergenza, arancione di allerta e giallo di controllo. (Fonte: European Drought Observatory)

La gravità delle condizioni è tale che dai verbali dell’Autorità di bacino si evince che ci sia in considerazione anche la ripresa dei prelievi idrici da pozzi contaminati da nitrati, previa la depurazione delle acque prima del loro utilizzo. Un’evenienza che potrebbe concretizzarsi soprattutto nelle zone turistiche, dove sono attesi oltre 10 milioni di ospiti nel periodo di alta stagione.

 

Tra queste, ci sono anche le terre alte dell'isola, come l'Etna. “Gestisco questo rifugio da più di dieci anni e qui non abbiamo l'acqua come sulle Alpi - commenta Daniele Pennisi, gestore del Rifugio Citelli a 1.740 metri sull’Etna - qui l'acqua d'estate arriva sempre ed esclusivamente con le autobotti, mentre d'inverno quando nevica, raccogliamo l'acqua dalla neve e utilizziamo un sistema di filtraggio”. 

 

“Ci sono autobotti che salgono e scendono giornalmente per tutte le attività e sono tutte gestite da servizi privati, non ci sono servizi comunali che effettuano il trasporto per noi operatori - continua il rifugista -. Negli ultimi anni siamo andati avanti più a fatica perché i costi dei trasporti aumentano e anche i consumi aumentano a dismisura perché essendo il rifugio raggiungibili dall'asfalto, soprattutto d'estate, arrivano autobus e vari jeep tour, pulmini quasi esclusivamente per fare andare in bagno i visitatori e quindi la spesa è parecchia”.

 

Pennisi, che gestisce il rifugio da un decennio ma vive e frequenta l’area da molto prima, può contare su una notevole memoria storia delle condizioni meteorologiche e della loro evoluzione nel tempo: “Fino al 2015 all’incirca potevamo contare su una certa stabilità: d’inverno nevicava quasi sempre e d’estate c’erano i classici temporali estivi pomeridiani, quindi avevamo un buon apporto di acqua, ma questo è completamente cambiato negli ultimi anni, perché ha essenzialmente smesso di piovere d'estate”. 

 

La meteorologia del luogo, spiega il rifugista, è variata molto negli anni: “Sono cambiati i venti dominanti, e di conseguenza anche le perturbazioni da essi determinate. Si è stravolto un po' tutto e negli ultimi anni vediamo le cose cambiare proprio di anno in anno, non si può più parlare di decenni per assistere a dei cambiamenti, ma di annate”.

 

“Siamo sempre stati molto attenti e molto interessati alla meteorologia - racconta Pennisi - e infatti siamo anche parte della rete del progetto "Rifugi sentinella del clima e dell’ambiente" del Club Alpino Italiano e siamo stati i primi ad attivare la stazione” (un progetto di cui avevamo parlato qui).

 

Le difficoltà non mancano - racconta il gestore del Rifugio Citelli - quest'anno non abbiamo smesso neanche durante l'inverno di fare salire l'autobotte e la nostra struttura lavora principalmente con la stagione estiva, quindi delle difficoltà che si presentano possono provocare grandi problemi, ma rimaniamo perché siamo maledettamente innamorati di questo posto. Questa è una montagna viva, che cambia ogni giorno, cambia a ogni evento eruttivo, è sempre diversa e viverci sopra permette di vederla e viverla in tutte le sfumature”.  

SOSTIENICI CON
UNA DONAZIONE
Contenuto sponsorizzato
recenti
Storia
| 27 gennaio | 18:00
Oggi a ricordare quella vicenda è una targa: "L'amministrazione comunale di Montecopiolo alla Comunità di Pugliano che con grande coraggio non esitò a proteggere la vita di 38 ebrei, a rischio della propria"
Attualità
| 27 gennaio | 17:15
Lo scorso fine settimana il comprensorio sciistico abruzzese è stato letteralmente preso d'assalto: i motivi sono diversi e ben evidenziano il rischioso potenziale di certe scelte promozionali
Cultura
| 27 gennaio | 13:00
Un passaggio tratto da "La tregua", di Primo Levi, per questa Giornata della Memoria a ottant'anni dalla liberazione del lager di Auschwitz
Contenuto sponsorizzato