Contenuto sponsorizzato
Ambiente

(IL VIDEO) Valle d'Aosta: "Non è stata una semplice alluvione ma ben di più". Il sopralluogo aereo della colata di fango e pietre

La pagina "Meteo Valle d'Aosta", che da giorni racconta l'alluvione che alla fine del mese scorso ha colpito l'omonima regione, condividendo il video di una veduta aerea delle zone più colpite nei dintorni di Cervinia, spiega la complessità dell'ambiente montano e le cause delle inondazioni che lo hanno colpito

di
Sofia Farina
07 luglio | 19:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

La pagina "Meteo Valle d'Aosta", che da giorni racconta tramite immagini e condivisioni toccanti quanto è successo nell'omonima regione in seguito all'alluvione del 29-30 giugno, e soprattutto quello che sta seguendo all'evento estremo, ha pubblicato un video per spiegare la complessità dell’ambiente montano e le cause delle inondazioni della scorsa settimana.

 

Grazie al lavoro instancabile degli operatori e dei volontari, a Cervinia la situazione sta tornando alla normalità ed il centro paese è stato completamente ripulito. Al di fuori delle strade del paese, però, permangono le evidenti ferite del paesaggio, come quelle che testimoniano i video e le fotografie condivise sul canale.

 

 

 

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un post condiviso da meteo_vda (@meteovalledaosta)

Nel video, recentemente condiviso, del sopralluogo aereo effettuato nei dintorni di Cervinia, dell’area colpita dalla colata di fango e pietre, il 1 luglio, si osservano "la pista 5 e la zona del Pancheron con la ex 9bis, sotto la morena del Cervino". Come spiegano gli esperti di Meteo Valle d'Aosta: "non è stata una semplice alluvione causata dalle piogge copiose, ma ben di più. Siamo in una zona morenica, sotto il Cervino, che già per sua natura è costituita di materiale instabile. A questo dobbiamo aggiungere il fatto che il terreno fosse saturo per la fusione della neve (notare in alto i blocchi di neve di diversi metri che si sono staccati a causa della piena), a cui dobbiamo aggiungere la grande quantità di acqua arrivata dal cielo".

 

 

 

 

 

Visualizza questo post su Instagram

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un post condiviso da meteo_vda (@meteovalledaosta)

Aggiungono, inoltre: "Il fatto che gli ultimi anni di grande caldo abbiano reso più instabili le zone in quota, a causa della fusione del permafrost, lo strato di ghiaccio nel terreno che agisce da puro collante. Ecco dunque che ritroviamo ancora una volta il cambiamento climatico come fattore fondamentale per spiegare questi eventi, cambiamento climatico che agisce sia con un aumento l’intensità dei singoli fenomeni, sia sulla fusione del permafrost in quota".

SOSTIENICI CON
UNA DONAZIONE
Contenuto sponsorizzato
recenti
Attualità
| 26 gennaio | 20:00
Sul dibattito che riguarda il progetto di collegamento dei comprensori sciistici di Colere e Lizzola è intervenuto anche Marco Albino Ferrari, scrittore e membro del comitato scientifico de L'AltraMontagna: "L’insensatezza sembra proprio ripetersi uguale a se stessa, come su una copia carbone: costruire nuovi impianti per lo sci-turismo a bassa quota – dunque senza alcuna prospettiva di vita – con ampio uso di fondi pubblici"
Alpinismo
| 26 gennaio | 20:00
Anche se seguiti da accompagnatori esperti e portatori, lungo percorsi attrezzati per facilitare l'ascesa, il raggiungimento della vetta della montagna più alta del pianeta è tradizionalmente un'impresa che richiede anche ai più frettolosi settimane di preparazione fisica e acclimatamento e poi decine di giorni per la scalata. Ora però, una nuova frontiera dell'alpinismo sembra essere all'orizzonte: scalate rapide di una sola settimana, grazie all'uso innovativo del gas xenon
Cultura
| 26 gennaio | 18:00
Entrare nel museo "non museo" della famiglia Zanni è un'esperienza impagabile. Sergio, classe 1934, a Piandelagotti gestiva una bottega che vendeva e riparava sci; l'attività commerciale è cessata ma, al suo interno, sono conservati reperti che consentono di ripercorrere oltre un secolo di sci alpino e nordico. Nel 2004, in occasione dei campionati italiani di sci di fondo, venne presentato il "museo storico dello sci". Passato il clamore dell'evento agonistico, però, il progetto finì nel dimenticatoio
Contenuto sponsorizzato