(IL VIDEO) Più di 100 edifici danneggiati, otto vite portate vie: la devastazione dell'alluvione che ha colpito la Valelmaggia ripresa dall'alto
Nella notte tra il 29 e il 30 giugno il cantone Ticino è stato scosso da una violenta alluvione, che ha portato via otto vite e ha prodotto ingenti danni alle infrastrutture e al territorio. Un video realizzato con un drone permette di osservarne gli effetti dall'alto
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
La notte tra il 29 e il 30 giugno il cantone Ticino è stato scosso da una violenta alluvione, che ha portato via otto vite e ha prodotto ingenti danni alle infrastrutture e al territorio.
Il nubifragio ha danneggiato più di 100 diversi edifici, lasciando centinaia di metri cubi di materiale da evaquare nei paesi di Mogno e di Prato Sornico, dove sono avvenute importanti erosioni di sponda, destabilizzazioni di muri di sostengno con conseguenti danni alle captazioni di acqua comunale, agli acquedotti e ale fognature. Anche la rete elettrica è stata fortemente danneggiata nelle zone più colpite dal maltempo, oltre che le strade comunali e un ponte, quello che collegava Cevo a Visletto, che è crollato.
Il Dipartimento del territorio ha comunicato che si sta procedendo alla costruzione delle fondamenta del nuovo ponte provvisorio, più a nord rispetto alla struttura parzialmente distrutta, un intervento che consentirà il ripristino della viabilità in Alta Vallemaggia nelle prossime settimane.
A lavorare instancabilmente nelle ultime due settimane sono state ben 762 unità della Polizia, per un totale di 6824 ore di impiego, e di un centinaio di membri del corpo nazionale dei vigli del fuoco. Inoltre, sono stati attivati dei canali per l'annuncio di necessità di supporto da un lato a favore dell'agricoltura, dall'altro a favore dei privati e degli enti locali.
Oltre alla tragedia delle vittime umane, ai danni alle infrastrutture e ai beni, il nubifragio ha determinato gravi conseguenze anche nel mondo animale: non solo per il bestiame e la fauna selvatica, ma anche per l'ittiofauna, flagellata dalle acque torbide rese letali da tutto ciò che il fiume ha portato con sé, come auto e mezzi agricoli con i liquidi in essi contenuti e rifiuti non biodegradabili.