Il riscaldamento globale modifica i cicli riproduttivi delle piante alpine, mettendo a rischio la biodiversità degli ecosistemi di alta quota
Il cambiamento climatico sta influenzando profondamente il ciclo riproduttivo delle piante in tutto il mondo, alterando le tempistiche con cui fioriscono e producono frutti. Questi cambiamenti hanno un impatto rilevante sulla capacità delle piante di riprodursi e quindi sulla loro sopravvivenza. Uno studio recente condotto sull’altopiano tibetano ha esplorato gli effetti del riscaldamento e della variazione delle precipitazioni sulla riproduzione di alcune piante alpine, rivelando importanti implicazioni per la biodiversità e la conservazione degli ecosistemi di montagna
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Il cambiamento climatico sta influenzando profondamente il ciclo riproduttivo delle piante in tutto il mondo, alterando, ad esempio, le tempistiche con cui fioriscono e producono frutti. Questi cambiamenti hanno un impatto rilevante sulla capacità delle stesse piante di riprodursi e quindi, indirettamente, sulla loro sopravvivenza. Uno studio, appena pubblicato, condotto sull’altopiano tibetano ha esplorato gli effetti del riscaldamento e della variazione delle precipitazioni sulla riproduzione di alcune piante alpine, rivelando importanti implicazioni per la biodiversità e la conservazione degli ecosistemi di montagna.
Il team di ricerca ha scelto un prato alpino sull'altopiano orientale del Tibet, un ambiente particolarmente sensibile ai cambiamenti climatici, e in esso ha selezionato sei tipi di piante comuni divise in due gruppi funzionali, distinguendo tra quelle che fioriscono in primavera e quelle che fioriscono a metà estate. Utilizzando tecniche di riscaldamento artificiale e simulazione di precipitazioni alterate, i ricercatori hanno osservato come le condizioni climatiche modificate influenzassero il ciclo riproduttivo di queste piante, dal momento della fioritura alla formazione dei frutti.
I risultati mostrano un impatto significativo del cambiamento climatico sulle tempistiche riproduttive delle piante. In particolare, nelle specie che fioriscono a metà estate, il riscaldamento ha anticipato sia la fioritura sia la produzione dei frutti, portando le piante a completare il ciclo riproduttivo in anticipo. Al contrario, le specie che fioriscono all'inizio della primavera hanno prodotto meno fiori e frutti rispetto alle condizioni normali, suggerendo che l'aumento delle temperature può ridurre il loro potenziale riproduttivo.
Nonostante una diminuzione nella quantità di fiori e frutti, il tasso di successo riproduttivo (cioè la proporzione di frutti prodotti rispetto ai fiori) nelle piante a fioritura primaverile è rimasto invariato. Questo significa che, anche se le piante hanno prodotto meno strutture riproduttive, quelle rimanenti sono comunque riuscite a portare a termine la produzione di frutti.
Nelle piante che fioriscono a metà estate, l'effetto combinato del riscaldamento e della variazione delle precipitazioni si è rivelato variabile e dipendente dall'anno. In altre parole, i cambiamenti nel clima non influenzano allo stesso modo ogni stagione riproduttiva, e la variabilità annuale delle condizioni meteorologiche potrebbe accentuare o mitigare gli effetti del riscaldamento. Questo fenomeno è dovuto al fatto che la "fenologia dei frutti" – cioè il momento e il ritmo di maturazione dei frutti – gioca un ruolo fondamentale nel determinare il successo riproduttivo delle piante che fioriscono a metà estate.
Lo studio mette in luce un aspetto critico per le piante alpine: l'alterazione dei cicli di fioritura e fruttificazione può ridurre la loro "fitness", cioè la capacità di sopravvivere e riprodursi. In un ambiente in rapido cambiamento, le piante che non riescono a mantenere una produzione costante di fiori e frutti rischiano di vedere ridotta la propria popolazione nel tempo, compromettendo l'equilibrio degli ecosistemi alpini.