Il freddo di questi giorni primaverili frenerà l’avanzata del bostrico? In molti se lo stanno chiedendo: la parola agli esperti
Le basse temperature arrivate dopo diversi giorni tiepidi riusciranno almeno a frenare l’avanzata del coleottero scolitide, magari uccidendo in parte gli individui della prima generazione di quest’anno? Ne parliamo con due esperti: Iris Bernardinelli e Massimo Faccoli
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
La primavera del 2024 sarà ricordata per uno sbalzo davvero impressionante tra le temperature quasi estive della prima metà di aprile e un’ondata di freddo anomalo arrivata, in mezzo alle prime fioriture, nella seconda metà del mese.
In questi giorni, sui social network ma anche su alcuni siti di informazione, in diversi si stanno chiedendo se questo sbalzo termico avrà una qualche conseguenza sull’infestazione di bostrico tipografo che sta colpendo drammaticamente, ormai da alcuni anni, i boschi di abete rosso. Le basse temperature arrivate dopo diversi giorni tiepidi riusciranno almeno a frenare l’avanzata dell’insetto, magari uccidendo in parte gli individui della prima generazione di quest’anno?
Per rispondere a questa domanda occorre innanzitutto conoscere una caratteristica fondamentale del ciclo biologico della specie. Come si può leggere in “SOTTOCORTECCIA. Un viaggio nei boschi che cambiano”, un nuovo libro edito da People, il primo targato L’AltraMontagna, che tratta proprio di questo tema: “La temperatura media che consente al bostrico di volare è di 18 °C e quella ottimale tra i 22 e i 26 °C”. Valori sicuramente raggiunti già tra la fine marzo e l’inizio aprile 2024 in buona parte delle Alpi orientali.
A confermarci che il bostrico era già in volo ai primi di aprile è Iris Bernardinelli, esperta del Servizio Fitosanitario della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (Ersa): “Quest’anno il bostrico ha iniziato i primi voli con circa un mese d’anticipo rispetto ai dati storici, una situazione davvero impressionante. I voli degli insetti alla ricerca delle piante da attaccare durano poche ore, di conseguenza gli individui sono al momento già sotto corteccia, di fatto nelle stesse condizioni riparate in cui hanno trascorso l’inverno. Nella maggior parte dei casi si sono già riprodotti e al momento stanno deponendo le uova”.
Le parole di Bernardinelli ci inducono già a pensare che il calo vertiginoso delle temperature di questi giorni sia sostanzialmente ininfluente sulle popolazioni di bostrico. Ma per un’ulteriore conferma abbiamo contattato anche Massimo Faccoli, ordinario di entomologia forestale presso l’Università degli Studi di Padova.
“La prima ondata ha già volato a inizio aprile e colonizzato i nuovi abeti quasi ovunque, almeno fino ai 1.200-1.300 metri di quota”, conferma Faccoli, “gli insetti al momento sono protetti sotto la corteccia delle piante attaccate e in piena fase riproduttiva. Sicuramente il freddo li ha fermati, rallentandone le attività per alcuni giorni, ma questo non inciderà affatto sulle performance riproduttive: appena torneranno le condizioni idonee, gli insetti proseguiranno le loro attività. La cosa che ha davvero inciso, ma al contrario, è stato l’inverno decisamente caldo, che ha drasticamente ridotto la mortalità invernale del coleottero”.
Gli insetti che hanno già colonizzato le piante hanno svernato sotto forma di adulti, come normalmente avviene in questa specie. Ma sotto la corteccia degli abeti è possibile trovare anche individui che hanno passato l’inverno come larve. Questa situazione è una conseguenza data dalla terza generazione di bostrico avviata lo scorso anno a fine estate (fenomeno che in passato si verificava molto raramente sulle Alpi, ma che oggi è purtroppo diventato frequente a bassa quota) che nel 2023 non è riuscita a completare del tutto il suo sviluppo. Il freddo di questi giorni, almeno sulle larve svernanti, avrà un effetto negativo? Pare proprio di no, come sottolinea ancora Faccoli: “Queste larve, che normalmente sono le più suscettibili alla mortalità invernale, hanno già passato l’inverno senza particolari problemi, date le temperature miti. Al momento stanno completando il loro sviluppo e sfarfalleranno, cioè diventeranno adulti e poi prenderanno il volo, nelle prossime settimane. Ci sarà quindi uno sfasamento nella prima generazione del 2024: un gruppo ha già attaccato i primi abeti, un altro lo farà a breve, indipendentemente dal freddo relativo di questi giorni, anche perché non si parla poi di temperature davvero rigide! Il bostrico sopravvive agli inverni anche in Scandinavia!”
Massimo Faccoli ci tiene però a concludere con una piccola ventata di ottimismo: nonostante la minore mortalità invernale, da un primo studio comparato pare che la densità media delle popolazioni svernanti del 2024 sia in leggero calo rispetto al 2023 su tutto l’arco alpino, un indizio che induce a pensare che stia per iniziare la fase calante della curva di infestazione. “Tutto è però ancora da confermare”, sottolinea l’esperto, “e tutto dipende ancora tantissimo dall’andamento climatico dei prossimi mesi e anni. Sicuramente le piogge di questo periodo hanno fatto bene all’abete rosso, sopperendo alla mancanza di neve. Il bostrico normalmente attacca piante deboli, stressate, mentre gli abeti che stanno bene sono meno colpiti o comunque riescono meglio a reagire all’attacco. Ma basta una forte siccità per mandare ancora forte in crisi le peccete e renderle suscettibili a nuovi attacchi”.
Come è facile intuire dalle parole di Iris Bernardinelli e Massimo Faccoli, questo anomalo sbalzo termico - che peraltro durerà probabilmente solo pochi giorni - non inciderà sulle popolazioni di bostrico, che al contrario sono sempre più influenzate dalla crisi climatica. Mandando in crisi l’abete rosso e ampliando il periodo d’azione del coleottero, il riscaldamento globale sta determinando una situazione di seria crisi non solo per le peccete alpine, ma anche per quelle di altre ampie zone d’Europa e per altre conifere, di tutto il mondo, attaccate da altri coleotteri scolitidi simili al bostrico. Conseguenze di cui poco si parla, ma che determinano squilibri ecologici, economici e sociali davvero importanti andando ad incidere su servizi ecosistemici fondamentali per tutti noi.
Per saperne di più sul bostrico è di recente uscito SOTTOCORTECCIA. Un viaggio tra i boschi che cambiano, il primo libro targato L'AltraMontagna.