I lavori sul lago alpino a 2600 metri per l’innevamento artificiale: quel brutto pasticcio del Lago Bianco arriva in commissione europea
Dopo la chiusura dei cantieri per il collegamento agli impianti di innevamento programmato di Santa Caterina Valfurva, l’istanza ha trovato appoggio da tutte le forze politiche presenti in aula, decise di mantenere aperta la petizione. I prossimi mesi serviranno a studiare in modo più approfondito i documenti inviati e forse chiedere un sopralluogo al Passo Gavia
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Ieri pomeriggio in Commissione Europea è stata discussa la petizione sui lavori intrapresi al Lago Bianco. Bruxelles arriva alla fine di un percorso iniziato lo scorso autunno quando sono iniziati i cantieri al Passo Gavia per collegare il lago alpino a 2600 metri, che si trova all’interno del Parco Nazionale delle Stelvio ed è vincolato a livello Europeo dalla rete Natura 2000, agli impianti di innevamento programmato di Santa Caterina Valfurva a circa 3 km di distanza. La faccenda aveva allarmato dei cittadini che da ottobre 2023 si sono mossi su diversi fronti (tramite manifestazioni, sottoscrivendo petizioni online, scrivendo mail a Regione Lombardia e all’Ente Parco) ma che si sono sempre scontrati contro muro di indifferenza rispetto al progetto e all'impatto che lo stesso avrebbe avuto sull’ecosistema, uno dei più fragili delle Alpi.
Le traumatiche immagini del cantiere al Lago sono state riprese dai media nazionali, accompagnate dal silenzio politico che ha reso la situazione ancora più delicata. Oltre il danno alla fine è arrivata la beffa: la tubazione installata risulta inagibile per errori di posa e installazione.
Con l’inverno è arrivata la neve, il Passo è stato chiuso e si è fermato il cantiere. I mesi invernali di relativa calma attorno al Lago Bianco sono serviti per portare a Bruxelles i documenti per la chiusura dei lavori e l’apertura di un’inchiesta sulle infrazioni commesse nei mesi precedenti. La petizione europea è stata sottoscritta dal Comitato Salviamo il Lago Bianco, CAI Lombardia, Mountain Wilderness Italia, del Comitato Civico Ambiente di Merate e rappresentati dall’avvocato Veronica Dini.
Matteo Lanciani, rappresentante del Comitato Salviamo il Lago Bianco, ha avuto a disposizione cinque minuti per esporre alla Commissione lo stato di fatto, gli impatti e i vincoli normativi sull’area. L’istanza ha trovato appoggio da tutte le forze politiche presenti in aula, decise a mantenere aperta la petizione. I prossimi mesi serviranno a studiare in modo più approfondito i documenti inviati e forse chiedere un sopralluogo al Lago Bianco per valutare i fatti dal vivo come richiesto dall’eurodeputata Maria Angela Danzì (Movimento 5 Stelle).
C’è da chiedersi come saranno state accolte le notizie arrivate da Bruxelles da chi, nei mesi precedenti, ha considerato più importante sacrificare una zona sotto tutela ambientale per il profitto economico durante i pochi mesi invernali: proprio il Parco Nazionale dello Stelvio è rimasto pericolosamente quieto durante la durata del cantiere esprimendosi solo a lavori interrotti.
La lezione che arriva dal Lago Bianco è quella dell’importanza che ha la Commissione Europea (per quanto organo imperfetto) quando si parla di tutela ambientale in Italia. Sempre più spesso le manifestazioni e le petizioni cittadine si scontrano con l’assenza di dialogo della politica e delle amministrazioni. Far sentire la propria voce è fondamentale per la sensibilizzazione, la partecipazione e la costruzione di un’opinione pubblica ma non può essere la sola azione: è necessario agire anche a livello legale per far rispettare i vincoli e gli impegni precedentemente presi e sembra proprio che Bruxelles possa essere l’unico alleato dei cittadini italiani lasciati soli.