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Ambiente

Come sarà il clima nelle città montane tra sessant’anni? Un'applicazione dell'Università del Maryland ci aiuta a immaginarlo

Un'applicazione sviluppata dall'Università del Maryland permette di immaginare come saranno le condizioni climatiche del futuro (e in particolare, tra 60 anni) nelle città che viviamo o conosciamo. L’idea dietro “Cityapp” è proprio quella di rispondere alla domanda: “Se volessi sperimentare come sarà della mia città in futuro, dove dovrei andare?”

di
Sofia Farina
21 luglio | 12:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Il cambiamento climatico ha già iniziato a trasformare il pianeta Terra e nei prossimi decenni si prevede un'accelerazione di queste drammatiche trasformazioni, in risposta alle emissioni di gas serra.

 

Forse avete già sperimentato questi cambiamenti nel luogo in cui vivete e vi state chiedendo: Come sarà il clima del futuro nel luogo in cui vivo? Quanto saranno calde le estati? Nevicherà ancora in inverno? E forse: Come potrebbero cambiare le cose se ridurre le emissioni?

 

Ebbene, esiste un’applicazione (liberamente accessibile e utilizzabile) che vuole proprio fornire le risposte a queste domande ed è stata creata da un gruppo di ricercatori del gruppo di Scienze Ambientali dell’Università del Maryland. 

 

Come immaginate essere, in termini di temperatura, umidità, precipitazioni, il luogo in cui vivete? Lo immaginate forse più simile a una città o una regione che avete visitato per vacanza o per lavoro? 

 

Uno dei modi più immediati e semplici per visualizzare e concepire cosa vuol dire che il clima sta cambiando è fare esperimenti mentali di questo tipo, realizzare che vivere in Trentino tra 60 anni forse sarà simile a com’è oggi vivere in Calabria.

 

Ed è proprio questa l’idea dietro l’applicazione “Cityapp”, che permette di rispondere alla domanda: “Se volessi sperimentare come sarà della mia città in futuro, dove dovrei andare?”.

 

Giocando un po’ con la mappa, scopriamo che nel 2080 ad Aosta ci sarà un clima simile a quello di Oblesevo, in Macedonia, perché le estati saranno più calde di 5.6°C e quasi del 10% più secche, mentre gli inverni vedranno la loro temperatura media aumentare di 3.6°C e diventeranno del 14% più umidi. Ci si aspetta che Lione, invece, diventi più calda di 6.6°C in media d’estate, e del 20% più secca, con inverni più caldi ma anche più umidi che la renderanno, tra 60 anni, climaticamente analoga a Jesi oggi. 

E’ sempre bene ricordare che, comunque, una risposta precisa a queste domande dipende da come cambieremo (se lo faremo) il nostro modo di emettere gas clima-alteranti. Per questo motivo l'applicazione permette di esplorare i risultati sia per gli scenari ad alte emissioni che per quelli a emissioni ridotte (noti come Shared Socioeconomic Pathways o SSP, rispettivamente SSP5-8.5 per le emissioni elevate e SSP1-2.6 per le emissioni ridotte), nonché per diversi modelli di previsione climatica. 

 

Un dato interessante, ma non necessariamente sorprendente, è che non esistono corrispondenze perfette. In altre parole, in nessuna città il clima futuro e quello attuale sono identici, e questo vuol dire che molte città potrebbero sperimentare un clima futuro diverso da quello presente oggi sulla Terra, soprattutto se non si riducono i tassi di emissioni di gas serra non vengono ridotti.

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