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Ambiente

Città deserte, marciapiedi che si sciolgono sotto i piedi e impatti sulla salute. Un'intensa ondata di calore mette in ginocchio il sud Europa: dall'Italia alla Grecia

Allerte meteo rosse, incendi boschivi, marciapiedi che si sciolgono sotto i piedi nelle città: un'intensa ondata di caldo ha fatto salire le temperature in diverse aree dell'Europa centrale e meridionale, e dall'Italia alla Romania, le autorità invitano le persone di essere prudenti

di
Sofia Farina
15 luglio | 14:04
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Allerte meteo rosse, incendi boschivi, marciapiedi che si sciolgono sotto i piedi nelle città: un'intensa ondata di calore ha fatto salire le temperature in diverse aree dell'Europa centrale e meridionale, e dall'Italia alla Romania, le autorità invitano le persone di essere prudenti, bere molta acqua ed evitare di uscire nelle ore più calde della giornata.

 

Tra le ondate di calore estive sempre più intense e frequenti, e i 13 mesi di fila di temperature record annunciati da Copernicus, secondo gli esperti questa potrebbe rivelarsi l'estate più calda di sempre in Europa, continente che si sta riscaldando molto più rapidamente della media globale, con impatti devastanti sulla salute dei suoi abitanti.

 

La scorsa settimana numerosi incendi boschivi sono stati segnalati in Albania, vicino al confine con la Grecia (a Corinto, e sull'isola di Lesbo, nel Mar Egeo orientale), in Bosnia e in sud Italia.

 

In Grecia, in particolare, le autorità hanno dichiarato che quest'estate il Paese si troverà ad affrontare il rischio di incendi più alto degli ultimi vent'anni, a seguito di un inverno e di una primavera miti e in gran parte privi di pioggia che hanno lasciato la vegetazione secca. Ricordiamo che questa condizione arriva dopo un 2023 in cui in Grecia migliaia di persone hanno dovuto abbandonare le loro case a causa degli incendi, con danni incalcolabili oltre che alle strutture, anche alla fauna e alla biodiversità.

 

Purtroppo, le previsioni per i prossimi giorni mostrano come questa ondata non accenni a concludersi, con previsioni di temperature massime fino 43 gradi in alcune regioni del paese secondo il Servizio meteorologico nazionale nel suo bollettino quotidiano.

 

 

Nella capitale montenegrina Podgorica le temperature hanno raggiunto i 39°C negli ultimi giorni, lasciando spazio allo scenario di una città deserta, dove gli abitanti rimangono in casa con l’aria condizionata o scappano verso le coste o le montagne.

 

Il problema principale è che non sono solo le ore diurne ad essere caratterizzate da temperature molto elevate, ma anche le notti si stanno dimostrando insopportabili a causa dell'afa, con temperature minime che rimangono al di sopra dei 20°C, aggravando il disagio della popolazione.

 

Mendim Rugova, un meteorologo del Kosovo, ha dichiarato che le temperature nel paese sono aumentate in media di 2.5 gradi rispetto agli anni Ottanta e che l'attuale ondata di calore potrebbe durare fino alla fine di luglio: "Nella regione potremmo vedere temperature superiori ai 40°C, in alcune parti dell'Albania, della Macedonia settentrionale, in Grecia e anche in alcune parti della Serbia", ha previsto.

 

Un’altra immagine molto forte arriva dalla Repubblica Ceca, e in partcolare da Praga, dove le temperature hanno raggiunto i 34°C mercoledì e lo zoo ha dovuto ricorrere all’utilizzo di dieci tonnellate di ghiaccio per consentire il necessario sollievo agli animali. 

 

A Bucarest, in Romania, i termometri stradali hanno mostrato 42°C martedì e mercoledì, mentre la vicina Serbia ha registrato temperature record quest'estate, con termostati a 35°C giovedì mattina nel nord del Paese. 

 

Le autorità serbe si sono dichiarate preoccupate relativamente all'uso molto diffuso dell'aria condizionata che sta comportanto un enorme consumo di energia elettrica. Infatti, durante una precedente ondata di calore, a giugno, Montenegro, Bosnia, Croazia e Albania hanno dovuto affrontare una grave interruzione di corrente a causa del sovraccarico e del collasso di una linea di distribuzione regionale.

 

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