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Ambiente

Cieli tersi e tante scie ben visibili e persistenti: ecco cosa sono queste formazioni e perché non c'è nessun complotto in atto

L'alta pressione continua a insistere sulla penisola, facendo schizzare lo zero termico in alto e regalandoci giornate perfette per andare in montagna. Chi ne sta approfittando sta probabilmente osservando lunghe scie bianche nel cielo, nuvole sottili, lasciate dagli aerei che attraversano le alte quote, che in queste giornate rimangono fisse per ore e ore, stimolando la curiosità di chi osserva e, purtroppo, il proliferare di teorie complottiste. Facciamo chiarezza su queste formazioni

di
Sofia Farina
05 novembre | 13:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

L'alta pressione continua a insistere sulla penisola, facendo schizzare lo zero termico più in alto del Monte Bianco, facendoci percepire delle temperature più da settembre che da novembre e, collateralmente, regalandoci delle  giornate terse, perfette per andare in montagna. Ecco, chi ne sta approfittando in questi giorni, sta anche probabilmente osservando lunghe scie bianche nel cielo, nuvole sottili, lasciate dagli aerei che attraversano le alte quote, che in queste giornate rimangono fisse per ore e ore, stimolando la curiosità di chi osserva e, purtroppo, il proliferare di teorie complittiste (come testimoniano le home dei social network piene di questi contenuti).

 

Facciamo allora chiarezza sulla natura e le caratteristiche di queste formazioni, che sono tecnicamente chiamate contrails (che viene dall'inglese "condensation trails", scie di condensazione), e sono nubi composte da cristalli di ghiaccio create dai gas di scarico degli aerei. Esploriamo il fenomeno, la sua origine, le condizioni atmosferiche che ne determinano la persistenza e le ragioni per cui non sono da definire “scie chimiche.”

 

Cosa sono le scie di condensazione?

 

Le scie di condensazione si formano quando i gas di scarico dei motori a reazione, caldi e ricchi di vapore acqueo, si mescolano con l'aria fredda e secca delle alte quote, generalmente tra 8.000 e 13.000 metri di altitudine. A queste altitudini, dove le temperature possono scendere ben oltre i -40 °C, il vapore acqueo contenuto nei gas si raffredda rapidamente e passa allo stato solido sotto forma di minuscoli cristalli di ghiaccio. Il processo è simile a quello del nostro respiro nelle fredde giornate invernali: l’aria umida e calda che espiriamo si raffredda rapidamente e condensa, formando una piccola “nuvoletta” visibile per pochi istanti. Lo stesso accade con i gas di scarico dei motori a reazione, ma con una differenza: l’intensa turbolenza generata dall’aereo, unita alla presenza di altri composti presenti nei gas, contribuisce alla formazione di scie di ghiaccio più durature.

 

In base a una serie di condizioni, e in particolare in base al rapporto tra temperatura e umidità dell’aria, possono formarsi: nessuna scia di condensazione; scie molto sottili che scompaiono quasi immediatamente dietro il motore; scie sottili che persistono per diverse ore; scie sottili che si dilatano con il passare del tempo; e scie che si espandono sfumandosi, assumendo la forma di una coltre lattiginosa.

 

Ad essere precisi, è bene sottolineare che dai motori degli aerei fuoriesce solo una piccola quantità di acqua che forma le scie di condensazione e quelle che si espandono sono composte in primo luogo da acqua già presente sotto forma di gas nell’atmosfera, condensata al passaggio dell’aereo.

Perché alcune scie durano più a lungo?

 

Non tutte le scie di condensazione hanno la stessa durata. La loro persistenza dipende principalmente dalla temperatura e dall'umidità dell’aria nella zona attraversata dall’aereo. In un’atmosfera molto secca, i cristalli di ghiaccio tendono a sublimare, ovvero a trasformarsi subito in vapore acqueo, e la scia scompare rapidamente. In condizioni di maggiore umidità, invece, le scie si espandono e possono rimanere visibili anche per ore: in questo caso i cristalli di ghiaccio non sublimano, ma crescono assorbendo vapore acqueo dall’aria circostante. La presenza di vento leggero e una moderata umidità favoriscono quindi l’espansione delle scie fino a diverse centinaia di metri di larghezza, o addirittura chilometri, rendendole più visibili.

 

Le contrails e il cambiamento climatico

 

Le scie di condensazione contribuiscono indirettamente al bilancio energetico terrestre, influenzando il clima. Questo perché i contrails, come le nubi alte (in particolare i cirri, di cui imitano l'aspetto), interagiscono con la radiazione solare e terrestre. Durante il giorno, possono riflettere parte della luce solare nello spazio, riducendo il riscaldamento della superficie terrestre. Di notte, però, trattengono il calore emesso dalla Terra, agendo come una sorta di “coperta” che limita la perdita di calore verso lo spazio. Questo effetto, benché involontario e limitato rispetto ad altri fenomeni atmosferici, ha un impatto maggiore nelle aree dove il traffico aereo è più intenso, come in Europa e negli Stati Uniti.

 

Inoltre, trattandosi essenzialmente dei gas di scarico degli aerei che condensano in atmosfera, la loro presenza è andata aumentando nei decenni e negli anni, e spesso capita di sentire persone anziane che non ricordavano cieli così pieni di queste lunghe e sottili nuvole (o scie) nel passato. Questo tra l'altro evidenzia anche un'altra connessione dei contrails con il cambiamento climatico, che è dato dal fatto che le emissioni generate dal traffico aereo siano fortemente impattanti da un punto di vista di gas serra e dunque di surriscaldamento globale. Essenzialmente, una loro maggiore presenza in atmosfera è sintomo di un maggior traffico aereo che ha delle dirette conseguenze sulle concentrazioni di gas serra.

No, non esistono le "scie chimiche"

 

Da molti anni circolano teorie complottiste secondo cui queste scie sarebbero intenzionalmente arricchite di sostanze chimiche tossiche (o simili) ma si tratta, appunto, di teorie prive di fondamento scientifico. Le scie di condensazione, come abbiamo detto, sono composte da cristalli di ghiaccio, generati dall’interazione tra i gas di scarico e l’atmosfera fredda delle alte quote. Nei residui di scarico sono presenti composti come il biossido di carbonio, l’ossido di azoto e particelle di particolato, che si formano come normale risultato della combustione del carburante per aviazione. Questi elementi, già presenti nelle emissioni di molte fonti di combustione industriale e urbana, sono gli stessi nuclei di condensazione intorno ai quali si formano le scie di ghiaccio. L’idea di “scie chimiche” come fenomeno deliberato è priva di riscontri e la loro variabilità è spiegabile unicamente dalla variabilità delle condizioni atmosferiche al momento dell'emissione.

Le scie di condensazione sono semplicemente un effetto collaterale del traffico aereo alle alte quote e, nelle condizioni giuste, possono persistere e contribuire alla copertura nuvolosa, influenzando marginalmente il clima. Vederle attraversare il cielo limpido in una giornata di aria stabile e calma non deve generare preoccupazioni, ma piuttosto fornire un’occasione per comprendere meglio i fenomeni atmosferici e i loro effetti. Niente di misterioso o preoccupante: solo la termodinamica che fa il suo lavoro.

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