Bivacco realizzato in Valle d'Aosta a supporto degli scienziati: quando l'architettura alpina può diventare un cantiere didattico per eccellenza
La storia del Team Shelters, un gruppo di studenti del Politecnico di Torino che, da un'idea del docente Roberto Dini, ha trovato in un bivacco il cantiere didattico per eccellenza. In dialogo con il Glacier Lab, il laboratorio diffuso dedicato al monitoraggio delle masse glaciali del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente del Territorio e delle Infrastrutture, ha progettato un piccolo modulo abitativo a supporto degli scienziati e delle strumentazioni di monitoraggio da collocare in prossimità del Rifugio Prarayer nel Comune di Bionaz in Valle d’Aosta
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Condivisione di intenti, una spiccata propensione alle sfide progettuali e un grande amore per l’architettura di alta montagna. Nasce da questi tre ingredienti il Team Shelters - Architectures for the Alps, un cantiere di sperimentazione in un contesto universitario di prestigio come il Politecnico di Torino. Ad accendere la miccia, è un workshop: in cattedra, il professor Roberto Dini, docente del Dipartimento di Architettura e Design (siamo nel settembre 2021). La formazione si chiama “Atelier 2000: scenari di progetto in alta quota” e di fronte al docente c’è un gruppo di studenti accomunati dall’interesse per l’ambiente e sensibili alle tematiche correlate alle terre alte. Si palesa un’idea: dare sostanza alla vocazione pratica dell’indirizzo di studi. Si forma un team di studenti che chiede all’Ateneo l’opportunità di misurarsi sul campo con cantieri didattici. Nel luglio 2022, Shelters è realtà.
Il senso dell’esperienza è racchiuso nel nome. "Shelters significa bivacco: intende far riferimento sia alla prima delle peculiarità che l’appellativo suggerisce nell’immaginario comune, il riparo, sia alla tipologia dell’oggetto progettuale di cui il nostro gruppo intende occuparsi nel corso della sua attività, la microstruttura". A parlare è Matteo De Bellis, uno dei membri del team insieme ad Andrea Vernetti Rosina (studente referente), Lorenzo Ciarfella, Emma Colella, Maddalena Gallotto, Federica Santi e Marta Maria Toniolo. "I bivacchi di alta montagna - continua De Bellis - conservano una storia che, dagli albori dell'alpinismo ai giorni nostri, ha seguito un'evoluzione costante: da ricoveri d'emergenza a sofisticati oggetti tecnologici, queste microstrutture non hanno mai smesso di essere oggetto di sperimentazioni e implementazioni, rese ancora più stimolanti dai limiti posti dalle dimensioni contenute. Quale oggetto architettonico se non un bivacco, può quindi offrire la possibilità a studenti dell'area architettura di sperimentare e interfacciarsi per la prima volta con la parte più concreta del mestiere?".
Una volta individuato il quadro d’azione, serve un progetto: "L'alta montagna è un contesto complesso, offre numerosi spunti di riflessione e opportunità di indagine a diversi livelli, che si intrecciano con macro tematiche legate all’ambiente e alla sostenibilità". Il team Shelters ne intercetta subito una: "Grazie al professor Dini, abbiamo intrapreso un dialogo con il Glacier Lab, il laboratorio diffuso dedicato al monitoraggio delle masse glaciali con metodologie innovative del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente del Territorio e delle Infrastrutture, che si stava occupando dei ghiacciai in Valpelline - spiega De Bellis -. Il gruppo di ricerca aveva espresso l'esigenza di avere una piccola struttura che potesse supportare gli scienziati e le strumentazioni nel lavoro di monitoraggio. Abbiamo accolto questi stimoli e queste proposte dai docenti e abbiamo iniziato a lavorare sull’idea di progettare un piccolo modulo abitativo adatto allo scopo richiesto, da collocare in prossimità del Rifugio Prarayer nel Comune di Bionaz in Valle d’Aosta".
Un percorso lungo, fatto di rilievi, sopralluoghi e fasi esecutive, a cui ha dato fiducia una bella rete di sponsor, partner e collaborazioni: "Abbiamo trovato tante realtà che hanno creduto in noi e che hanno ampiamente contribuito con la fornitura di materiali o manodopera". Il punto di approdo è S.A.S.S.O., acronimo di Small Alpine Shelter for Scientific Observation, un bivacco che, nelle intenzioni del team che l’ha creato, non è che il primo di una serie di prototipi architettonici. È stato esposto diversi mesi al Forte di Bard , è stato portato al Castello del Valentino a Torino, infine raggiungerà la Valle d’Aosta e il Comune di Bionaz dove resterà per un mese. A ottobre 2024, sarà collocato definitivamente in quota, nel sito di monitoraggio del ghiacciaio nei pressi del Rifugio Prarayer.
Aspettando la posa in opera, i membri del team sognano di dare continuità al progetto: "Vorremmo trasferire le nozioni che abbiamo acquisito ai molti studenti che si stanno interessando a Shelters per permettere loro di approcciarsi a un’esperienza didattica simile, dando la possibilità di partecipare a cantieri didattici in prima persona, valorizzando la componente empirica della professione e il tema della montagna e della progettualità in alta quota". Il prossimo passo in questo cammino di divulgazione sarà la presentazione di martedì 21 maggio alle 15,30 a Il Quartiere di Saluzzo, in provincia di Cuneo.
Foto Team Shelters