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Ambiente

Anche l'aprile 2024 è stato il più caldo mai registrato: continua la serie record di temperatura globale

Anche aprile 2024 è stato l'aprile più caldo mai registrato, a confermarlo è il Servizio per il monitoraggio del Cambiamento Climatico Copernicus. La temperatura media globale mensile è stata 1,58°C più elevata della media di aprile per il periodo 1850-1900, il periodo di riferimento preindustriale, e 0,14°C al di sopra del precedente record, stabilito nell'aprile 2016

di
Sofia Farina
08 maggio | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Nonostante la percezione comune sia molto diversa da quello che state per leggere, anche questa volta il report di Copernicus sul mese da poco concluso ci conferma che anche aprile 2024 è stato il più caldo mai registrato.

 

Copernicus, lo ricordiamo, è il servizio per il Cambiamento Climatico implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio raggio, per conto della Commissione europea e con il finanziamento dell'UE, che pubblica regolarmente bollettini climatici mensili che riportano i cambiamenti osservati nelle temperature superficiali globali dell'aria e del mare, nella copertura del ghiaccio marino e nelle variabili idrologiche.


Fonte: Copernicus Climate Change

Tutti i risultati riportati si basano su analisi realizzate sul set di dati della rianalisi ERA5, utilizzando miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche di tutto il mondo.

 

Ebbene, il bollettino più recente, appena pubblicato, ci dice che l'aprile 2024 è stato più caldo a livello globale rispetto a qualsiasi altro aprile precedente nei dati registrati, con una temperatura media dell'aria superficiale di 15,03°C, che vuol dire ben 0,67°C al di sopra della media 1991-2020 per il mese di aprile, 1,58°C più caldo di una stima della media di aprile per il periodo 1850-1900, il periodo di riferimento preindustriale, e 0,14°C al di sopra del precedente record, stabilito nell'aprile 2016.


Fonte: Copernicus Climate Change

Questo è l'undicesimo mese di fila a essere "il più caldo mai registrato" e Copernicus ci tiene a sottolineare che per quanto insolita, una simile serie di record mensili di temperatura globale si è verificata in precedenza nel 2015/2016. Tuttavia, dal comunicato dell'agenzia si scopre anche che la temperatura media globale degli ultimi 12 mesi (maggio 2023 - aprile 2024) è la più alta mai registrata, con 0,73°C al di sopra della media 1991-2020 e 1,61°C al di sopra della media preindustriale 1850-1900.

 

La temperatura superficiale del mare globale media per aprile 2024 su 60°S-60°N è stata di 21,04°C, il valore più alto registrato per il mese, marginalmente inferiore ai 21,07°C registrati per marzo 2024. Questo è il tredicesimo mese consecutivo in cui la temperatura della superficie del mare è stata la più calda mai misurata per il rispettivo mese dell'anno. E se vi state chiedendo perchè vi raccontiamo della temperatura della superficie degli oceani in un giornale che parla di terre alte, la risposta, in modo sintetico, è semplice: la massa di acqua presente sul pianeta immagazzina al suo interno energia che poi re-immette nel sistema oceano-atmosfera portando a una serie di conseguenze ed effetti che vanno a colpire direttamente anche i continenti e le terre alte (forse qualcuno si ricorda che tra i fattori che hanno portato alla tempesta Vaia c'era anche un Mar Mediterraneo molto più caldo rispetto alla media).


Fonte: Copernicus Climate Change

Da ultimo, ma non per minore importanza, un aggiornamento anche sulle precipitazioni: nell'aprile del 2024, la maggior parte dell'Europa meridionale, comprese ampie zone della Spagna orientale, l'Italia peninsulare, i Balcani occidentali, la Turchia, l'Ucraina e la Russia meridionale, nonché l'Islanda, sono state più secche della media. Al contrario, le condizioni sono state più umide della media nelle regioni dell'America centrale, orientale e meridionale del Nord, in Asia centrale, nei Paesi del Golfo Persico, nell'Asia orientale, nell'Australia orientale e nel Brasile meridionale dove le forti piogge hanno spesso provocato inondazioni.

 

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