Al Tomorrowland Winter va in scena lo sfruttamento del capitale montano per il divertimento di pochi
Questo genere di festival incarna le trasformazioni delle “nuove Alpi” nell’immaginario collettivo mondiale: l’estensione della città ad uso esclusivo di una fascia di popolazione abbiente e il rifiuto di considerare gli ambienti di alta quota un ecosistema fragile, reso ancora più fragile dalla crisi ecologica che negli ultimi anni sta mettendo a dura prova le Alpi. In questo contesto, nel 2023, è nato il movimento "Stop Tomorrowland Alpe d'Huez" per sensibilizzare sulle ricadute di questo tipo di eventi in alta quota
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Immaginate di portare 22.000 persone (più o meno tutti gli abitanti di Sondrio) per una settimana ad un festival di musica elettronica in alta quota. Può sembrare impossibile ma è quello che succede ogni anno all’Alpe d’Huez in Francia (dipartimento dell'Isère) dove dal 2019 si tiene la versione invernale del festival “Tomorrowland”.
L’Alpe d’Huez, famosa in Italia per il Tour de France, nella settimana dal 16 al 23 marzo viene presa d’assalto per assistere al festival di musica elettronica più famoso d’Europa. I biglietti non sono particolarmente accessibili: si va da circa 600 euro ai 1400 del pacchetto completo, alloggio, voli e transfer esclusi. Le piste dell’Alpe d'Huez sono lo sfondo perfetto per questo festival: quasi tutte esposte a sud, si sviluppano dai 1200 metri ai 3300 metri di altezza dove si trova il palco più spettacolare: un'enorme aquila dalle ali di neve che “abbraccia” i partecipanti del festival fino a notte fonda.
Questo genere di festival incarna le trasformazioni delle “nuove Alpi” nell’immaginario collettivo mondiale: l’estensione della città ad uso esclusivo di una fascia di popolazione abbiente e il rifiuto di considerare gli ambienti di alta quota un ecosistema fragile, reso ancora più fragile dalla crisi climatica che negli ultimi anni sta mettendo a dura prova le Alpi. L'organizzazione e la logistica dell’evento hanno un impatto pesante sul territorio: per settimane il via vai di mezzi su gomma ed elicotteri non rende la vita facile agli abitanti della piccola valle dell’Isère dove si trova l’Alpe. Non è tutto: circa la metà dei partecipanti al festival non proviene dalla Francia: gli spostamenti da e per il festival contano voli intercontinentali (ci sono partecipanti che arrivano appositamente dagli Stati Uniti, dall’Australia e dal Giappone) e aggravano il bilancio carbonico del festival. Come sempre bisogna bilanciare l’economia locale (e lo spopolamento delle Alpi) con eventi alla portata del territorio su cui insistono: Tomorrowland Winter ne è l’esatto opposto e rappresenta lo sfruttamento del capitale montano per il divertimento di pochi.
L’impatto sulla biodiversità
Il festival in alta montagna ha impatti che potrebbero sfuggire alla considerazione di molti, come l'influenza sulla fauna locale. Anche se a 3000 metri non è comune trovare animali in fase riproduttiva a fine marzo, l'ecosistema d'alta montagna è estremamente delicato in ogni stagione, con organismi adattati a condizioni chimiche e fisiche specifiche che subiscono anche piccole variazioni. La presenza di migliaia di persone e l'installazione e rimozione del palco prima e dopo l'evento possono arrecare danni all'equilibrio delicato della biodiversità locale, specialmente quando gli animali sono già indeboliti a fine inverno.
Inoltre, va considerato l'impatto acustico del festival sulla fauna: durante questo periodo critico dell'anno, lo stress può causare un aumento del rilascio di cortisolo negli animali, influenzando negativamente la loro salute e le loro difese immunitarie. Questo potrebbe renderli più suscettibili alle malattie e, in casi estremi, portare alla morte. L'organizzazione di eventi cittadini in alta quota, come sfilate di moda o festival musicali, sposta l'attenzione dall'importanza della fauna e della flora locale a una concezione più superficiale di esperienza e divertimento in montagna.
C’è chi dice no
“È come festeggiare su una montagna che sta morendo”. Queste sono le parole di Celine, portavoce di un collettivo locale, a radio FranceInter. Un gruppo di circa quindici cittadini provenienti dalle valli limitrofe e da Grenoble ha fondato l'associazione "Stop Tomorrowland Alpe d'Huez" nell'ottobre del 2023. Contattati da "L'Altra Montagna", spiegano che si sono uniti dal desiderio comune di proporre alternative rispetto allo sfruttamento della montagna a scopo di lucro da parte di pochi investitori, cercando di sensibilizzare contro gli eventi in alta quota nelle loro forme attuali. L'associazione auspica che l'Alpe d'Huez indirizzi le proprie iniziative culturali e sportive verso una maggiore inclusività sociale, focalizzandosi sulla popolazione locale e considerando la fragilità dell'ambiente montano e l'attuale crisi ecologica. A tal proposito, il Festival du Film de Comédie, ospitato proprio all'Alpe d'Huez, è citato come esempio di evento che potrebbe seguire questa direzione. Inoltre, l'associazione auspica un dialogo aperto tra gli abitanti del territorio e gli organizzatori di grandi eventi in montagna, sia sportivi che musicali.
Questo ultimo punto risulta cruciale nelle scelte che riguardano la collettività degli ambienti montani: sempre più spesso si incontrano casi dove la popolazione locale non viene informata e si ritrova a subire le conseguenze che questi eventi hanno sul territorio.
Al Comune di Alpe d'Huez è stata consegnata simbolicamente la medaglia d'oro “saccage des cimes” (medaglia al “saccheggio delle cime”) per aver accettato di ospitare il festival fino al 2030 ma che si vanta di essere in prima fila per i "modelli di vita sostenibili”. Un copione visto su quasi tutto l’arco alpino dove bastano poche operazioni di greenwashing per far apparire qualsiasi evento accettabile. C'è da sperare che i nostri amministratori montani prendano appunti.