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Alpinismo

Spedizione Cai femminile sul K2. Pinelli: "Le nostre alpiniste inserite in un meccanismo commerciale intriso di aspetti negativi"

Quattro giorni fa la spedizione quasi femminile (guidata da Agostino Da Polenza), targata Cai, è decollata dall'aeroporto di Milano Malpensa in direzione K2. La notizia, accolta da tanti associati e appassionati di alpinismo con entusiasmo, si è rivelata per MountainWilderness - e più nello specifico per Carlo Alberto Pinelli - un'occasione per riflettere sui valori etico-ambientali che verranno divulgati attraverso questa iniziativa, dotata di una forte carica simbolica

di
Redazione
21 giugno | 17:30
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Quattro giorni fa la spedizione quasi femminile (guidata da Agostino Da Polenza), targata Cai, è decollata dall'aeroporto di Milano Malpensa in direzione K2. La notizia, accolta da tanti associati e appassionati di alpinismo con entusiasmo, si è rivelata per MountainWilderness - e più nello specifico per Carlo Alberto Pinelli - un'occasione per riflettere sui valori etico-ambientali che verranno divulgati attraverso questa iniziativa, dotata di una forte carica simbolica.

 

"Saremmo stati lieti se il Club Alpino Italiano - scrive Pinelli - per festeggiare il settantesimo anniversario della prima ascensione, avesse seguito una strada radicalmente diversa. Invece di inserire le nostre alpiniste in un meccanismo commerciale intriso di aspetti negativi, con ciò implicitamente accettando di esserne complice, avrebbe fatto molto meglio se avesse aderito, con il prestigio della sua storia, alla proposta (già avanzata da Mountain Wilderness) di chiedere al governo del Pakistan una moratoria di cinque anni: un divieto di scalata necessario per poter studiare con calma quali provvedimenti adottare per restituire definitivamente al K2 il suo significato alpinistico e il suo valore simbolico".

"Molto onestamente - prosegue Pinelli - annunciando il progetto, Agostino Da Polenza (ideatore ed organizzatore della spedizione) aveva ammesso che la salita sarebbe stata compiuta utilizzando le corde fisse poste dalla base alla vetta dagli sherpa delle spedizioni commerciali (badate bene: contrattando con costoro il costo dell’affitto), e generalmente mai smantellate a fine stagione. Vale la pena ricordare che tale malcostume era stato messo in discussione già nel 1990 dalla nostra spedizione ecologica Free K2. Spedizione che riportò a valle, oltre a quasi tre tonnellate di rifiuti solidi, anche dieci chilometri di corde fisse, abbandonate dalle precedenti spedizioni. La speranza era quella che l’esempio venisse compreso, metabolizzato e fatto proprio da chi in seguito avesse programmato quell’ascensione. Così è stato, per qualche anno, grazie alle severe disposizioni del governo pakistano. Poi il cinismo e la potenza di fuoco delle grandi spedizioni commerciali hanno avuto il sopravvento, appannando il messaggio insito nel nostro sforzo. Ormai la salita al K2 rischia di diventare una fotocopia della salita all’Everest, un triste esempio della mistificazione pseudo-alpinistica dilagante".

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