L'avventura a due passi da casa. Cazzanelli: "Sono scalate capaci di coinvolgere tutta la comunità"
La guida alpina François Cazzanelli è uno degli scalatori italiani più completi, con una visione ben chiara in merito al suo alpinismo che lo porta ancora oggi a scovare una nuova linea sul versante Diamir del Nanga Parbat, così come fra le pieghe della parete Sud del Cervino
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.
Le grandi pareti di roccia della Patagonia, le salite in velocità nell’aria sottile dell’Himalaya e del Karakorum, le vie tecniche su ghiaccio, l’Antartide, e una grande curiosità per l’ignoto che lo porta a trovare l’avventura anche a due passi da casa. François Cazzanelli è uno degli scalatori italiani più completi, con una visione ben chiara in merito al suo alpinismo che lo porta ancora oggi a scovare una nuova linea sul versante Diamir del Nanga Parbat, così come fra le pieghe della parete Sud del Cervino. Nato nel 1990 ad Aosta è cresciuto ai piedi della Grande Becca.
«I cognomi Cazzanelli, da parte di mio papà, e Maquignaz, da parte di mia mamma, sono legati da più di un secolo al mestiere di Guida Alpina e all’alpinismo. Va da sé che la mia strada non poteva che seguire le orme tracciate dai miei avi già da ben cinque generazioni», scrive nel suo curriculum.
Membro della storica e rinomata Società Guide Del Cervino è stato protagonista di tante avventure sulle sue montagne. L’ultima all’inizio di febbraio insieme a Jerome Perruquet, Marco Farina e Stefano Stradelli quando ha aperto una nuova via sulla parete sud del Cervino. Lunga 800 metri (300 metri di arrampicata in un canale di neve, 500 metri su roccia e misto) si chiama “Una Follia per Adriana” - Il Grande Diedro della Parete Sud”.
«L’idea di trovare ancora uno spazio sul Cervino mi entusiasma. Ma quello che più apprezzo di queste scalate sulle montagne di casa è la possibilità di coinvolgere tutta la comunità». Le cordate di Cazzanelli sono caratterizzate soprattutto da un forte legame di amicizia: «Tante volte scaliamo in paesi lontani e bisogna organizzare tutto nei minimi dettagli. Qui invece puoi condividere queste esperienze con tante persone diverse. Negli ultimi anni abbiamo creato un bel gruppo. Siamo quasi quasi tutte guide e prima di tutto amici. È il nostro punto di forza. Non si fa fatica a trovare qualcuno a cui dire: "Andiamo!"».
L’ultima via è nata da un’attenta osservazione. «Ho notato questa linea mentre mi allenavo sugli sci- continua Cazzanelli - Il vantaggio di avere montagne come il Cervino sopra la testa è la possibilità di osservarle tutto l’anno. Con il cambiare delle stagioni vengono colpite da una luce sempre diversa. A volte riesci a notare cose che prima erano invisibili, semplicemente perchè la luce non evidenziava certe rughe. E poi io sono convinto che il Cervino in particolare sia una scuola di vita. È una montagna severa, diversa dalle altre». Da una parte una grande preparazione, dall’altra la capacità di cogliere l’attimo.
«Sono molto istintivo. Quando vedo una possibilità di solito non perdo l’occasione. Succede qui, come sulle montagne lontane. Al Nanga Parbat è andata così. C’è stata una grossa nevicata di una settimana che ha messo in condizioni perfetta quella parte di montagna. E lì abbiamo capito che era un’occasione».
Il concatenamento, nella stagione più fredda, di tutte le vette della cresta che unisce alcuni dei principali massicci montuosi della Valtournenche: la Catena del Furggen, il Cervino, le Grandes Murailles e le Petites Murailles; l’apertura di “Incroyable”, una nuova via che corre centrale sul Pilastro Rosso del Brouillard (Monte Bianco) con Matteo Della Bordella e Francesco Ratti; il record di concatenamento in velocità delle quattro creste del Cervino (Hörnli, Furgen, Zmutt e Leone) in coppia con Andreas Steindl; e l’apertura di una nuova via sul Cervino, battezzata “Diretta allo Scudo”: sono alcune delle sue avventure più belle. C’è una salita che ti ha sorpreso più di altre?
«È sempre difficile fare una scelta, credo che ogni scalata sia un’esperienza a sè che ti fa maturare. Sia nei confronti di te stesso che nel rapporto con le montagne. Ne ho fatte tante, ma io penso che sia "la salita che verrà". C’è quell’aspettativa in più». L’ultima via sulla parete Sud ha una dedica importante. «La via è dedicata alla mitica Adriana Pession, scomparsa nel 2021, storica segretaria delle Guide del Cervino. Una persona che è stata per noi come una seconda mamma. Aveva un rapporto con il Cervino davvero speciale».