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Alpinismo

82 vette sopra i 4000 metri in appena 19 giorni: Kilian Jornet proietta l’alpinismo in una nuova dimensione

Ieri siamo stati spettatori di un'impresa capace di rendere improvvisamente tangibile il presente e il futuro dell’alpinismo. “Proteggere gli ecosistemi unici delle Alpi assicura che le generazioni future possano continuare a testare i propri limiti in questi paesaggi”

di
Pietro Lacasella
02 settembre | 10:30
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

82 vette sopra i 4000 metri in appena 19 giorni, il tutto spostandosi tra i solchi alpini senza l’utilizzo di mezzi a motore. Questi i numeri dell’ultima impresa a firma del celebre ultra-atleta Kilian Jornet.

 

Alpine Connections - così si chiama l'iniziativa - è un progetto capace di proiettare l’alpinismo in una nuova dimensione: sia dal punto di vista atletico, sia da quello divulgativo. La storia infatti, a differenza di come viene (per comprensibili ragioni pratiche) raccontata nei libri di scuola, ha un moto decisamente irregolare, caratterizzato da un alternarsi di trasformazioni lente e di brusche accelerazioni.

 

Accelerazioni che tuttavia prendono corpo da un terreno culturale indirizzato verso il cambiamento. Ieri siamo stati spettatori di una di queste fasi più rapide, in cui è improvvisamente diventato tangibile il presente e il futuro dell’alpinismo.

 

L’alpinismo si sta infatti dilatando nello spazio e, al contempo, contraendo negli spostamenti; sta inseguendo un carattere più snello e sostenibile rispetto alle pachidermiche spedizioni intercontinentali: meno chilometri in aereo e più chilometri con le proprie gambe, quote inferiori e più vette raggiunte.

 

Quello di Kilian Jornet è un alpinismo che non sembra svilupparsi per punti (da aeroporto A a aeroporto B, da campo base a campo 3, e così via) ma per linee, in una fluidità che rende ogni elemento geografico parte integrante dell’esperienza. In questo modo anche le montagne più frequentate, anche le pareti più scalate, si riappropriano della capacità di essere un terreno di esplorazione del sé e dei propri limiti.

 

Proprio sull’attenzione per i limiti umani e ambientali si è strutturato il progetto Alpine Connections: “Mentre spingo i miei limiti nelle Alpi testimonio come anche questi ecosistemi stanno raggiungendo i loro limiti”, ha dichiarato l’atleta catalano, evidenziando il potenziale divulgativo delle attività alpinistico-sportive.

 

Lo sport, infatti, con la sua capacità di coinvolgere emotivamente le persone, può contribuire a diffondere valori e buoni principi. Gli sportivi, anche se spesso non lo sanno, hanno l'opportunità farsi promotori di messaggi sociali molto importanti; possono elevarsi a esempio indicando la strada da seguire.

 

Ecco, in questo caso la strada mira in avanti perché, come affermato dallo stesso Jornet, “proteggere gli ecosistemi unici delle Alpi assicura che le generazioni future possano continuare a testare i propri limiti in questi paesaggi”.

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