Contenuto sponsorizzato
Alpinismo

300 chilometri in kayak lungo la costa totalmente ghiacciata per scalare una parete inviolata. Nel viaggio di Matteo Della Bordella l'avvicinamento è parte integrante dell'avventura

Una nuova spedizione fra kayak e pareti in Groenlandia. "Considerando che dovremo trasportare tutto il necessario nei nostri kayak per circa 30 giorni di spedizione, in totale autonomia, mi sembra che ci siano abbastanza ingredienti per una bella avventura"

di
Chicco Magni
25 giugno | 06:00
Questo articolo si rispecchia nei nove punti del Manifesto,
di cui il Comitato scientifico dell’AltraMontagna è garante.

Un alpinismo con una forte componente esplorativa, nel quale i gradi e la performance contano poco, mentre l'avvicinamento è già parte integrante dell'avventura. Fra i più importanti esponenti di questo modo di "andare in montagna" c'è sicuramente Matteo Della Bordella, climber dei Ragni di Lecco, che incontriamo prima della partenza per una nuova spedizione verso un ambiente più estremo, quello del mare, del ghiaccio e delle enormi pareti della costa Est della Groenlandia, contando esclusivamente sulle proprie forze.

 

Lo scalatore varesino Matteo Della Bordella è in partenza per una nuova grande avventura: trecento chilometri su un kayak, fra onde, venti e correnti e una sola fotografia di una parete che non è mai stata scalata, trasportando con sé tutto quello di cui avrà bisogno, viveri e attrezzature, per un mese. Attraversare il mare remando per raggiungere luoghi sconosciuti e montagne mai scalate: Della Bordella è ormai un veterano dopo tante esperienze vissute fra kayak e alpinismo, sia in Groenlandia, con il capolavoro di una nuova via sullo Shark’s Tooth esattamente 10 anni fa, sia dall’altra parte del mondo, in Patagonia nel 2020 puntando al Cerro Riso Patron e ancora in Groenlandia nel 2021. Con lui ci saranno Silvan Schüpbach, Symon Welfringer e Alex Gammeter.

Cosa differenzia questa spedizione dalle altre che avete organizzato in Groenlandia?

«Questa volta è diverso: se in altre occasioni ci siamo spostati all’interno dei fiordi, per raggiungere pareti per le quali avevamo qualche informazione o foto, questa volta puntiamo ad un’area totalmente nuova. Vorremmo percorrere circa 300 chilometri in kayak lungo la costa totalmente ghiacciata, che si affaccia direttamente sull’oceano. Non si tratta della distanza in sé, ma piuttosto delle onde, dei venti, delle maree, delle correnti... abbiamo provato a recuperare informazioni, ma a parte alcuni cacciatori Inuit, nessuno sembra sapere nulla».

Come siete venuti a conoscenza della parete sulla quale avete puntato?

«Abbiamo una sola foto della parete, che non sia stata scalata e sembra fantastica. C’era stata una spedizione americana, che aveva raggiunto quel luogo con una barca a motore, ma poi era rimasta bloccata dal ghiaccio. Avevano attaccato la parete, ma poi rinunciarono. Considerando che dovremo trasportare tutto il necessario nei nostri kayak per circa 30 giorni di spedizione, in totale autonomia, mi sembra che ci siano abbastanza ingredienti per una bella avventura. Ma prima di partire, ancora qualche settimana di preparazione, in attesa che il ghiaccio artico si sciolga».

Un’altra spedizione “by fair means”, un percorso che stai portando avanti ormai da tanti anni, un passo dopo l’altro nella costruzione di un alpinismo esplorativo molto istintivo e personale, condiviso però sempre con tanti amici con i quali hai creato legami forti ed esperienze indimenticabili.

«La prima volta, esattamente 10 anni fa eravamo molto meno esperti, sia per quanto riguarda l’avvicinamento che nell’affrontare le pareti. Avevamo più informazioni. Ora speriamo invece di essere un po’ più competenti in un percorso evolutivo che ci permette di alzare sempre un po’ più l’asticella. Tecnicamente rispetto a dieci anni fa spero di essere migliorato. Non solo nel kayak, ma anche in parete. Io penso che in alpinismo, rispetto ad altre attività, andando avanti con l’età si accumuli un’esperienza che permetta sempre di migliorare. Dal punto di vista tecnico spero di “averne di più“ anche nell’affrontare potenziali imprevisti».

 

Insomma un’altra pagina di un grande viaggio alla ricerca dell’inesplorato con i mezzi “più leali” con i quali confrontarsi con la natura severa del grande Nord.

SOSTIENICI CON
UNA DONAZIONE
Contenuto sponsorizzato
recenti
Sport
| 22 gennaio | 11:00
Ad imporsi è stata la Svizzera, che annoverava tra le proprie fila anche ex calciatori di assoluto livello come Benaglio, Mehmedi, Chapuisat e Frei, che in finale ha piegato per 8 a 6 la Germana. L'evento si disputa dal 2010, è giunto alla 13esima edizione e richiama un gran pubblico nella città del Canton Grigioni
Attualità
| 22 gennaio | 06:00
Il primo cittadino di Valbondione, Walter Semperboni, difende il progetto di collegamento dei comprensori sciistici di Colere e Lizzola. Poi attacca: "Gli pseudo ambientalisti che fanno yoga nel bosco mi propongano un'alternativa"
Sport
| 21 gennaio | 20:00
L’atleta del team La Sportiva segna un nuovo traguardo nella storia del bouldering italiano. L'impresa compiuta a Tintorale in Abruzzo: ''Big Slamm non è stato solo un semplice sasso o una scalata difficile, ma un vero maestro di vita''
Contenuto sponsorizzato