La stampa di tutto il mondo celebra Sinner e l'ItalDavis: Sinner è "lo" sportivo del momento. E, intanto, la Gazzetta dello Sport torna sui propri passi ma non chiede "scusa"
I numeri in tv sono stati da capogiro: il match decisivo per la conquista dell'Insalatiera che ha visto Sinner annichilire de Minaur (durata un'ora e 26 minuti, dalle 19.02 alle 20.28 di domenica) è stato seguito da 4.662.000 persone su RaiDue, un dato "monstre" che rappresenta il 23,35% dello share, a cui bisogna sommare 1.024.000 spettatori (5,1%) che invece hanno scelto Sky Sport. Il totale, dunque, dice 5.686.000 italiani (28,45% complessivo) incollati davanti al televisore per un momento che resterà indelebile nella storia dello sport italiano
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TRENTO. L'Italia sportiva, non solamente quella del tennis, si è svegliata con un sorriso che partiva da Sesto, non a caso, è terminava a Ragusa, attraversando in lungo e in largo tutta la Penisola. Sì. perché la conquista della Coppa Davis da parte degli azzurri, guidati un Sinner "cinque stelle superlusso", capace di vincere tutti e cinque gli incontri disputati da giovedì a domenica, ha entusiasmato tutta Italia.
E, anche chi non ha mai preso in mano una racchetta o non aveva mai visto una partita di tennis, si è improvvisamente riscoperto "tifosissimo". Come sempre, d'altronde, in occasione dei grandi appuntamenti, quando sventola il tricolore e domina l'azzurro l'Italia si compatta. Normale, perché il numero 4 del mondo, Sonego, Arnaldi, Musetti, Bolelli (pur senza scendere in campo) e il ct Volandri, messo più e più volte ingiustamente sulla graticola, hanno saputo emozionare e hanno "trascinato" con loro tutti gli italiani.
I numeri in tv sono stati da capogiro: il match decisivo per la conquista dell'Insalatiera che ha visto Sinner annichilire de Minaur (durata un'ora e 26 minuti, dalle 19.02 alle 20.28 di domenica) è stato seguito da 4.662.000 persone su RaiDue, un dato "monstre" che rappresenta il 23,35% dello share, a cui bisogna sommare 1.024.000 spettatori (5,1%) che invece hanno scelto Sky Sport. Il totale, dunque, dice 5.686.000 italiani (28,45% complessivo) incollati davanti al televisore per un momento che resterà indelebile nella storia dello sport italiano.
Oggi la stampa di tutto, specializzata e non, ha celebrato il trionfo degli azzurri, partendo - ovviamente (ma fa parte del gioco, sin dalla notte dei tempi) - dalle superbe prestazioni di Sinner, a cui tutti pronosticano un futuro da numero 1 del mondo, con la stragrande maggioranza di giornalisti, addetti del settore ed ex giocatori che vedono tale traguardo raggiungibile entro la fine del 2024.
La Repubblica apre addirittura la prima pagina con il titolone a quattro colonne "Gli eroi della Davis", il Corriere della Sera dedica un "finestrone" centrale, sempre su quattro colonne, titolando (più sobriamente) "Sinner trascina l'Italia, Coppa Davis dopo 47 anni", mentre La Stampa si affida ad un centro pagina, con gioco di colori (il verde della Davis, il rosso della Ducati) e un "Grand'Italia" per celebrare sia i tennisti azzurri che "Pecco" Bagnaia, piemontese doc, vincitore del secondo titolo consecutivo in MotoGp. "Falsa aperturona" a cinque colonne per Il Messaggero che parla di "Davis ritrovata" con Sinner che alza il trofeo tra gli applausi di tecnico e compagni.
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Prima pagine destinate a restare impresse nella mente dei lettori sono quelle di Tuttosport con una splendida citazione musicale e un "Balliamo sul mondo!" (in azzurro) sparato a tutta a pagina con Bagnaia che affianca l'ItalDavis, mentre il Corriere dello Sport - Stadio parla di "Un'altra storia" a grandissimi caratteri con sfumature rosse e verdi e il bianco delle tute degli eroi di Malaga a metterci il bianco.
E la Gazzetta dello Sport, il quotidiano sportivo più letto e diffuso in Italia? La prima pagina è grandiosa con titolone d'apertura in azzurro "E' nostra" e sopra "La Davis in Italia dopo 47 anni", superfoto dei moschiettieri del tennis italiano e gioco di tonalità, "coinvolgendo" anche Bagnaia, per realizzare il tricolore. E all'interno ben nove pagine di servizi (dalla 2 alla 11) con il racconto da Malaga di un'inviata e del corrispondente iberico della "rosea".
Il quotidiano di via Rizzoli in questi giorni (e ci mancherebbe pure altro) ha provato a "recuperare" terreno dopo gli scivoloni degli scorsi mesi. Poco più di due mesi or sono, infatti, lo stesso giornale titolava a tutta pagina "Non si fa così. Sinner e nazionale un amore mai nato che danneggia tutti". E poi: "Con la squadra in affanno la quarta rinuncia alla Davis rischia di incrinare l'immagine del n.1 italiano". La data è quella del 14 settembre, il giorno dopo la netta sconfitta nella prima gara del girone di qualificazione alla Final 8 patita dall'Italia per mano del Canada, che all'Unipol Arena di Bologna, si era imposto per 3 a 0. Gli azzurri, a quel punto, avrebbero dovuto vincere i due successivi confronti con Cile e Svezia (come poi avvenne) e Sinner non era presente.
Ma non perché non aveva risposto alla qualificazione, perché la sua non partecipazione era stata concordata con il ct Volandri che, certamente, a Bologna lo avrebbe voluto ma, da ex tennista, capiva perfettamente che, dopo il massacrante mese trascorso Oltreoceano, con annessa vittoria al Master di Toronto, Sinner aveva bisogno di ritrovare le forze in vista del finale di stagione.
Dunque nessun "tradimento" o "mancanza d'amore per la maglia azzurra". Negli ultimi giorni Sinner, a detta di quasi tutti il tennista più forte del mondo in questo momento (anche di Djokovic, certamente adesso è superiore sia ad Alcaraz che a Medvedev), si è dimostrato leader assoluto dell'Italia e quello che ha fatto per la nazionale del suo paese, scendendo in campo per due volte anche in doppio mezz'ora dopo la fine del singolare, è molto di più di un atto d'amore.
Certo, facile adesso parlare di Sinner "leader", "unico", eccetera, eccetera, ma - nel frattempo - La Gazzetta dello Sport era riuscita, se possibile, a peggiorare la situazione pubblicando un lungo editoriale di Giancarlo Dotto, scrittore e autore teatrale che in passato ha pubblicato diversi saggi sul mondo del calcio, che - pochi giorni dopo le Finals Atp di Torino - si era lanciato in un improbabile analisi dei pensieri, delle sensazioni e delle emozioni del tennista altoatesino, sputando sentenze e, in buona sostanza, dicendo che Sinner "si è scoperto definitivamente "italiano" senza esserlo completamente. Lo amiamo anche per non ci somiglia" (QUI ARTICOLO).
Dal fuoriclasse di Sesto, italianissimo sin dalla nascita, come del resto Gerda Weissensteiner, Isolde Kostner, Armin Zoeggeler, Paul Hildgartner e Gustav Thoeni (questi ultimi due, entrambi per ben due volte portabandiera azzurri alle Olimpiadi invernali), non è arrivata alcuna replica, nemmeno dopo aver trascinato l'Italia al successo.
Il suo tecnico Simone Vagnozzi è stato l'unico a parlare a riguardo. “La scelta che abbiamo fatto noi di non andare a Bologna era anche in prospettiva Davis. Qui, come si è visto, Jannik era in piena forma, con tante energie nonostante Torino. Questo ci rende orgogliosi di aver fatto quella scelta che poi si è rivelata la scelta giusta“ ha detto il coach ai microfoni di Supertennis dopo la vittoria.
Il numero 4 al mondo, invece, ha speso solamente parole d'elogio per la squadra ha rivolto un grande in bocca al lupo alla ct della squadra femminile Tathiana Garbin e si è limitato a sorridere, Non perché "non ci somiglia" (cit. Dotto), ma perché è fatto così, meravigliosamente così. Nessuna polemica, nessuna rivincita, non una parola nei confronti di chi lo aveva ingiustamente criticato e attaccato. Dall'altra parte, invece, ne sarebbe bastata una di parola per chiudere la vicenda: "scusa". Ma questa non è arrivata.
Poco male, una festa così grande non sarà mai rovinata e Jannik si è dimostrato, anche in questo caso, un alieno venuto dal pianeta tennis per deliziare tutta la Penisola con il suo "verbo" fatto di tecnica, classe, potenza, self control. Messo tutto insieme fa: un extraterrestre.