La Wada non molla su Sinner: "Un atleta professionista è responsabile anche delle azioni del suo staff". Ad aprile la decisione del Tas di Losanna
A parlare, al quotidiano polacco "Rzeczpospolitej" è stato il presidente dell'Agenzia mondiale antidoping Witold Banka. Sinner è già stato assolto dal tribunale indipendente nominato dalla International Tennis Integrity Agency, ma l'Agenzia Mondiale Antidoping chiede la squalifica del numero 1 al mondo
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TRENTO. "Un atleta professionista è responsabile anche delle azioni del suo staff e questa è la quint'essenza dell'antidoping".
Il Tas di Losanna si pronuncerà ad aprile, in via definitiva, su Jannik Sinner che, dopo il trionfo in Australia, si è concesso qualche giorno di riposo e ha ripreso ad allenarsi in vista del prossimo impegno ufficiale: il fuoriclasse di Sesto, sempre più numero 1 del mondo, tornerà in campo dal 17 al 22 febbraio in Qatar, all'Atp 500 di Doha, al quale prenderà parte per la prima volta in carriera. E poi sarà il momento di volare in America per il cosiddetto "Sunshine Double", ovvero i Masters 1.000 di Indian Wells e Miami con, nel mentre, la partecipazione all'Mgm Reward Slam, il torneo "esibizione" in programma l'1 e il 2 marzo sul cemento di Las Vegas.
Terminata la prima trasferta americana dell'anno, Sinner è atteso dall'Atp 500 di Monaco di Baviera, che sarebbe il primo impegno della stagione sulla terra rossa, in vista degli Internazionali d'Italia e del Roland Garros.
Prima dell'appuntamento in Baviera (14 - 20 aprile), Jannik comparirà certamente davanti al Tas per quello che sarà il "D - Day" dell'anno dopo il ricorso presentato dalla Wada, che non si è "accontentata" dell'assoluzione pronunciata dal tribunale indipendente nominato dalla International Tennis Integrity Agency (Itia).
L'Agenzia Mondiale Antidoping ha deciso infatti di ricorrere al Tribunale Arbitrale dello Sport, chiedendo che il 23enne altoatesino venga squalificato per "responsabilità oggettiva". Il presidente dell'Agenzia mondiale antidoping Witold Banka, intervistato alcuni giorni fa dal quotidiano polacco "Rzeczpospolitej", ha spiegato perché la Wada ha chiesto lo stop per Sinner e non per Iga Swiatek, numero 2 del ranking femminile.
"Abbiamo preso entrambe le decisioni dopo aver chiesto il parere di un esperto esterno - queste le parole di Banka, riprese da numerose agenzie -. La procedura da parte della Wada è stata la stessa utilizzata in qualsiasi altro caso disciplinare. Un atleta professionista è responsabile anche delle azioni del suo staff e questa è la quint'essenza dell'antidoping (con riferimento allo spray utilizzato dall'ex fisioterapista Giacomo Naldi, che ha poi "contaminato" Jannik, ndr). La decisione del licenziamento è sostanziale e basata su premesse razionali. Inoltre, una traccia di trimetazidina in un medicinale contenente melatonina, come nel caso di Swiatek, è una cosa mentre lo steroide contenuto nell'unguento utilizzato dal suo stretto collaboratore è un'altra. L'unica cosa che accomuna questi casi è il fatto che stiamo parlando di due dei migliori tennisti del mondo".
La Wada, dunque, tiene duro, mentre quasi tutto il mondo sportivo (con poche eccezioni) ha già assolto Jannik Sinner, "vittima" di un errore commesso da alcuni componenti del suo team (assieme al fisioterapista Naldi è stato licenziato anche l'ex preparatore Umberto Ferrara, ora nello staff di Berrettini, che aveva acquistato il prodotto contenente il clostebol): i due test avevano evidenziato una positività minima, infinitesimale.