Il Trentino invecchia e mancano gli Oss, ne servono almeno 350 ma gli iscritti ai corsi crollano del 40%. Sì alla formazione più snella, Tonina: "Figure sempre più fondamentali"
In Trentino, secondo gli ultimi dati della Provincia, si contano circa 1.100 Oss impiegati nell'Azienda sanitaria, 3.250 nelle Rsa e circa 200 nelle case di cura private convenzionate. I corsi di formazione vengono organizzati dall'Apss e dall'Opera Armida Barelli e, nonostante la richiesta di queste figure sia in continuo aumento, le iscrizioni sono purtroppo in calo. Per rendere più 'attrattivo' il percorso di formazione si è scelto di passare dalle 1400 a 1.000 ore complessive potenziando la pratica
TRENTO. Negli ultimi anni, il progressivo invecchiamento della popolazione sta portando a un aumento significativo delle esigenze sanitarie. Con l’età che avanza crescono le necessità di assistenza e cura, rendendo sempre più centrale il ruolo degli Operatori Socio-Sanitari (Oss). La domanda di queste figure professionali è in continua crescita, spinta dalla necessità di garantire supporto adeguato agli anziani e alle persone fragili, sia in strutture sanitarie che a domicilio. In questo scenario, la formazione e il potenziamento del personale Oss diventano elementi chiave per affrontare le sfide future del settore socio-sanitario.
La Giunta provinciale ha deciso di approvare il nuovo ordinamento didattico per la formazione degli operatori sociosanitari, trasformando l'impegno orario previsto per gli Oss. "Il Piano triennale della formazione degli operatori del sistema sanitario provinciale prevede l’aggiornamento dell’ordinamento didattico, in base alla normativa vigente, con l’obiettivo di ottimizzare il numero delle ore di formazione senza comprometterne la qualità” ha spiegato l'assessore alla Salute e Politiche sociali, Mario Tonina.
“Abbiamo quindi deciso - continua - di ridurre le attuali 1.400 ore a 1.000, in linea con la soglia minima nazionale, ma valorizzando metodi didattici più efficaci e mirati, che favoriscono un apprendimento più flessibile e centrato sulle esigenze degli studenti. A questo si aggiunge un rafforzamento dell’esperienza pratica, con ore dedicate ad attività in ambito sanitario, un’opportunità essenziale per sviluppare le competenze professionali".
Ad oggi i corsi per gli Oss vengono organizzati sul territorio dall'Apss e dall'Opera Opera Armida Barelli che in questi anni ha registrato in alcuni casi un calo che si aggira attorno al 40% degli iscritti.
In Trentino attualmente, si contano circa 1.100 Oss impiegati nell'Azienda sanitaria, 3.250 nelle Rsa e circa 200 nelle case di cura private convenzionate.
L’assessore Mario Tonina ha sottolineato l’importanza di queste cifre, evidenziando che il numero degli Oss è destinato ad aumentare nei prossimi anni. "Per il 2025 - spiega a il Dolomiti - si stima che saranno necessari circa 350 nuovi operatori per far fronte ai pensionamenti e ai cambi di carriera che interessano il settore".
Un aspetto particolarmente rilevante riguarda le Case di Riposo, dove il fabbisogno di Oss è più elevato. In passato, alcune strutture hanno già dovuto ricorrere a personale dall’estero per coprire le necessità assistenziali, e questa tendenza potrebbe continuare in futuro.
UN TRENTINO SEMPRE PIU' VECCHIO
Secondo le analisi portate avanti da Ispat e pubblicate negli scorsi mesi, viene stimata una crescita sia per la fascia degli anziani (di 65 anni ed oltre) che per i grandi anziani (di 80 anni e oltre) ed in particolare delle donne anziane.
Si considera infatti che, se nel 1961 le persone di 65 anni e oltre costituivano circa il 10% della popolazione (9% dei maschi e 12% delle femmine), nel 2019 la loro consistenza media era del 19% negli uomini e del 24% delle donne. Nel 2030, si ipotizza che la popolazione anziana rappresenterà circa il 24% della popolazione trentina (il 22% dei maschi ed il 26% delle femmine), continuando poi a salire fino a oltre il 30% nel 2070.
Per quanto riguarda le persone di 80 anni e oltre, il modello di proiezione demografica riferisce che, se nel 1981 esse ammontavano a 11 mila (il 2,5% della popolazione trentina), nel corso di un ventennio sarebbero raddoppiate, giungendo nel 2019 a costituire il 6,8%. La proiezione in ipotesi naturale stima che potrebbero diventare 50.000 nel 2034 (9% dei trentini) e 80.000 nel 2070, raggiungendo il 13,5% della popolazione complessiva.
ECCO COSA CAMBIA PER GLI OSS
Il percorso formativo passa da 1400 a 1.000 ore complessive, suddivise in 550 ore di tirocinio, di cui almeno 150 in contesto sanitario, un’esperienza essenziale per l’apprendimento del ruolo professionale, e 450 ore di attività teoriche, lavori di gruppo ed esercitazioni.
L’insegnamento è organizzato in quattro aree di competenza dell’Oss, con un’attenzione particolare ai bisogni della persona in relazione alle patologie e agli aspetti specifici della professione. L'ordinamento didattico precedente rimane in vigore nei corsi già attivi. La nuova proposta garantisce standard qualitativi professionali equivalenti.