Il carattere di Björn Borg e il rovescio di Andre Agassi, Sinner visto dai più grandi da Boris Becker a Federer
La vittoria della coppa Davis ha già inserito il tennista altoatesino tra i più grandi del panorama nazionale ma ecco cosa pensano i campioni del passato tra paragoni ingombranti e malinconici rimpianti
TRENTO. Mentre Jannik è tornato a casa tra le Dolomiti di Sesto in Val Pusteria continua la coda lunga della straordinaria impresa portata a termine con la vittoria della Coppa Davis e della fantastica finale conquistata a Torino alle Apt Finals. Le analisi e i paragoni si sprecano e anche i grandi campioni del passato si interrogano sul futuro di questo ragazzo di 22 anni nato in Alto Adige e già entrato tra i migliori 4 del mondo. La ciliegina sulla torta sono state le tre vittorie (una nel doppio) messe a segno nel giro di due settimane nientepopodimeno che con il numero 1 assoluto degli ultimi anni Novak Djokovic, ma la crescita dell'atleta azzurro è stata costante e imperiosa.
"La sua crescita è stata impressionante - ha detto pochi giorni fa uno dei più grandi di sempre, Boris Becker ai microfoni di Eurosport -. Lui è sempre stato pericoloso, ma ora possiede una certa consistenza e una attitudine rilassata sul campo: questo lo rende ancora più temibile e lo aiuta anche nelle fasi critiche di gioco". Becker, senza mezzi termini ha ammesso di essere rimasto impressionato dal finale di stagione di Sinner, capace di vincere 20 delle ultime 22 partite disputate e di battere più volte i Top 10, tra cui due volte Novak Djokovic tra Atp e Davis. "Sarà un protagonista della prossima stagione, insieme al trio formato da Alcaraz, Rune e Shelton. Ho visto diverse partite, e se escludiamo Carlos Alcaraz non vedo un altro tennista che possa giocare a queste velocità". "E' un ragazzo educato e riservato - ha concluso l'ax campionissimo tedesco - nonostante sia una superstar, ed inoltre è incredibilmente simpatico".
E da Becker ad Agassi il salto è breve visto che sono stati due dominatori del tennis mondiale. E per Andrea Gaudenzi, uno dei migliori talenti del tennis italiano che nel 1994 riuscì a raggiungere un ottavo di finale al Roland Garros, dove venne, però, eliminato da Goran Ivanisevic (oggi allenatore di Djokovic) in quattro set, Sinner ricorda proprio il campione americano Andre Agassi: ''Me lo ricorda per come gioca nei momenti importanti. Va quasi sempre a cercarsi il punto, mi piace la pressione che mette in dritto e rovescio e in quello mi ricorda Agassi e quanto sta sulla linea di fondo. Ovviamente serve anche meglio di Andre''. E qualche mese fa a Wimbledon (quando per la prima volta ha raggiunto una semifinale in un Grande Slam, tra l'altro su una superficie per lui molto complicata da gestire) proprio Sinner aveva spiegato ai microfoni di SkySport che proprio ad Agassi si è ispirato molto: ''Credo che l'atteggiamento sia molto importante, bisogna essere sempre positivi, non lamentarsi quando le cose non funzionano. Di Agassi a un certo punto abbiamo guardato soprattutto il rovescio. Tirava molto forte, cercava l'angolo stretto e incrociava, sapeva fare tutto con il rovescio. Dall'altro lato il paragone è troppo impegnativo perché lui era di un altro livello. Però posso imparare tantissime cose soprattutto da questi giocatori qua''.
Non bastasse questo per Panatta (mito azzurro che prima di Sinner è stato l'emblema del tennis italiano portando a casa l'altra, unica, Davis precedente a quella della scorsa settimana) regge anche il paragone con un altro mostro sacro della racchetta: ''C'è una cosa che accomuna Jannik Sinner a Bjorn Borg - ha detto durante la diretta tv Rai della sfida delle Nitto Atp Finals tra il campione azzurro e Rune -. Contro Borg c'ho giocato 12-13 volte e l'ho visto giocare altre 100. Bene, non si è mai lamentato. Mai. Quando sbagliava una palla. vabbè che non sbagliava mai, ma ogni volta che faceva un errore non faceva una piega. Sinner mi ricorda Borg come carattere".
E se anche un altro re assoluto del tennis, sua maestà Roger Federer poche settimane fa a Eurosport ha detto, con un velo di malinconia, che avrebbe voluto poter giocare anche contro Sinner ("Tanti giovani stanno emergendo, una generazione contro cui io non ho potuto giocare. Mi riferisco a Jannik Sinner, Holger Rune, Carlos Alcaraz. Purtroppo non sono riuscito a sfidarli in campo ma credo che il futuro sia luminoso. Il gioco si sta evolvendo, noi evolviamo") non c'è che da aspettare i prossimi anni di match e incontri. Il futuro è azzurro e forse, chissà, tra qualche anno sarà lui il metro di paragone per descrivere i campioni di domani.