Sinner trionfa all'Australian Open e zittisce tutti (anche la Bild). Zverev ammette: "Sei il più forte di tutti. E non di poco"
Attaccato dalla Bild che, "scientificamente", alla vigilia della sfida contro Zverev, ha parlato dell' "ombra del doping sulla finale", Jannik ha fatto come la Nazionale di calcio ai Mondiali, nel 1970, nel 1982 e nel 2006: ha martellato in tre set l'avversario, lasciandogli solamente le briciole e rimandando al mittente il vergognoso attacco prodotto dal quotidiano tedesco
MELBOURNE. E' stato il trionfo del più forte del mondo, del numero 1 del pianeta. Che, ad appena 23 anni e mezzo, ha già vinto tre tornei del Grande Slam, due Coppa Davis (2023 e 2024) e l'ultima edizione delle Atp Finals.
Oltre a 4 Masters 1.000 (Toronto nel 2023, Miami, Cincinnati e Shanghai nel 2024), 5 "500" (Washington nel 2021, Pechino e Vienna nel 2023, Rotterdam e Halle nel 2024) e 6 "250" (Sofia nel 2020, Melbourne, Sofia e Anversa nel 2021, Umago nel 2022, Montpellier nel 2023).
Ma non solo. E' stato il trionfo del più umile, del più riservato, del più "glaciale" di tutti, che in testa aveva una e una sola cosa: la vittoria. Kyrgios ha provato per mesi a scalfirlo, attaccandolo a più riprese (sempre via social) per la vicenda doping, Djokovic gli ha riservato frecciatine su frecciatine (l'ultima, pochi giorni fa, dicendo che sperava nel successo di Zverev) e, gli ultimi a provarci, sono stati i giornalisti tedeschi della Bild.
E, allora, Jannik ha fatto come la Nazionale di calcio ai Mondiali, nel 1970, nel 1982 e nel 2006: ha martellato in tre set l'avversario, lasciandogli solamente le briciole e rimandando al mittente il vergognoso attacco prodotto dal quotidiano tedesco che ha parlato addirittura di "Ombre di doping sulla finale" con un timing "studiato" accuratamente a tavolino, ovvero poche ore prima della finale.
Le critiche, le illazioni, gli attacchi non hanno scalfito minimamente Sinner, che qualche "inghippo" l'ha pure avuto a Melbourne - basti pensare al primo set perso contro Schoolkate e al set e mezzo di difficoltà con Rune, a causa soprattutto di un problema fisico -, ma per buttare giù dal trono il numero 1 del mondo serve ben altro.
Alcaraz è stato battuto da Djokovic, che poi si è ritirato nel corso della semifinale contro Zverev, mentre il fuoriclasse di Sesto è andato dritto verso la finale, piegando anche l'idolo di casa se de Minaur e il "bombardiere" Shelton, annichilito in una semifinale che ha avuto "senso" solamente nel primo set.
"Ci speravo, ma la risposta è semplice: sei il più forte di tutti. E non di poco" sono i complimenti che gli ha rivolto Zverev dopo la finale, durante la premiazione.
E Sinner, senza quasi esultare (ma non per essere "diverso", ma perché lui è proprio così), ha dedicato i suoi primi pensieri all'avversario e poi al suo team. Contento: certamente sì, ma posato, equilibrato, umile, anche nel momento in cui la gioia dovrebbe esplodere e raggiungere livelli elevatissimi.
No, questo non è Jannik Sinner che, siamo certi, si godrà il trofeo per qualche giorno (o forse no?) e poi inizierà già a pensare alle prossime sfide. All'Atp 500 di Rotterdam, dove andrà per bissare il successo dell'anno scorso.
"Abbiamo lavorato moltissimo per essere qui di nuovo, in questa posizione - queste le sue parole dopo aver alzato (con grande sobrietà) il trofeo -. E' una sensazione bellissima ottenere questi risultati, ma lo è ancora di più poterli condividere" ha proseguito rivolgendosi ai suoi tecnici Simone Vagnozzi e Darren Cahill, anch'essi sul palco e premiati come i coach del vincitore.
"Darren - ha aggiunto Sinner - io proverò a convincerti a restare. Sono felice di poter festeggiare con te. Tutto è iniziato quanto ho fatto il cambiamento e scelto Simone (Vagnozzi, ndr). Sono molto felice di avere voi due e il resto del team, fisioterapista e preparatore atletico, al mio fianco. E poi la cosa più importante siete voi - riferendosi ai tifosi -. Avete fatto il tifo per me, non dal primo turno, ma dalla settimana che precedeva il torneo. Ho sentito il vostro amore. Ci vediamo l'anno prossimo".
Sipario. Le parole sono finite, le vittorie di Sinner no. Di quelle ce ne saranno certamente tante altre.