Liceo Made in Italy, "l'ennesimo flop di questa giunta". Altra interrogazione in consiglio provinciale: "Un fallimento annunciato, non certo il primo"
Già tempo fa Michele Malfer (Campobase) aveva in qualche modo "annunciato" il flop del Liceo Made in Italy, confermato poi dalle sole 16 iscrizioni (che non bastano per far partire una classe). Maestri (Pd del Trentino): "Un fallimento che va a sommarsi ad altri macroscopici 'flop' di questo governo provinciale, come insegna lo spreco senza fondo e senza esito della Trentino Music Arena, tanto per citare a casaccio"
TRENTO. L’istituzione del Liceo "Made in Italy", fortemente voluto dal governo nazionale e sostenuto dalla Giunta provinciale, "si sta rivelando un clamoroso fallimento". A ribadirlo è Lucia Maestri (Pd del Trentino): "A pochi mesi dalla sua introduzione, i numeri delle preiscrizioni confermano lo scarso interesse di studenti e famiglie: appena 375 in tutta Italia e solo 16 in Trentino".
Di fronte a questo scenario, in Consiglio provinciale è stata presentata un’interrogazione per chiedere chiarimenti sulla scelta dell’amministrazione di promuovere il progetto nonostante le perplessità e le polemiche (QUI L'ARTICOLO), arrivate dal mondo scolastico e politico.
Tra le voci più critiche c'era stata quella di Michele Malfer di Campobase: "In un contesto di calo demografico e riduzione delle iscrizioni scolastiche - diceva qualche settimana fa il consigliere provinciale -, il progetto potrebbe non incontrare un interesse sufficiente da parte di famiglie e studenti. Non è chiaro se siano stati condotti studi o consultazioni approfondite con gli stakeholder locali per valutarne la sostenibilità e il reale bisogno formativo".
E in effetti le poche iscrizioni raccolte in Trentino sembrerebbero confermare questa tesi: 2 a Cles, 5 a Mezzolombardo, 3 a Pergine Valsugana e 6 a Trento. Risultato? Nessuna classe formata e progetto "rinviato".
Così è arrivata una nuova interrogazione, questa volta firmata appunto da Maestri: le critiche peraltro non si fermano solo al numero di iscrizioni. Secondo l’interrogazione, il Liceo "Made in Italy" rientra in una più ampia strategia di "politicizzazione dell’istruzione" e viene sottolineato come il Consiglio del Sistema Educativo Provinciale (Csep) si fosse già espresso negativamente sul progetto.
"Un fallimento senza paragoni. Di fronte a quest’ennesimo contenitore vuoto ed all’assenza di una linea di programmazione educativa omogenea e coerente con la realtà, ciò che serve è forse un progetto strategico che tragga le dovute conseguenza da quest’esperienza negativa; che sia capace di uscire dalla politica degli annunci; che sappia coinvolgere veramente tutti gli attori del sistema e che abbia soprattutto l’obiettivo di formare i giovani ai valori della giustizia sociale, della solidarietà e della condivisione in un contesto di sana competizione e di crescita collettiva", ha aggiunto Maestri.
"Insomma - viene ribadito dalla consigliera provinciale del Pd nell'interrogazione - il Liceo Made in Italy rappresenta un 'buco' vero e proprio, che va a sommarsi ad altri macroscopici 'flop' di questo (e del precedente) governo provinciale, come insegna lo spreco senza fondo e senza esito della 'Trentino Music Arena', tanto per citare a casaccio".