Via il garante dei detenuti dalla legge di bilancio. I diritti civili ancora nel mirino
Il presidente del consiglio Dorigatti ha deciso lo stralcio della norma: "Si altererebbe l'equilibrio tra maggioranza e opposizioni"
TRENTO. Il presidente Bruno Dorigatti ha deciso: il Garante dei detenuti non passerà. Nel senso che l'ipotesi di inserire la sua costituzione all'interno di un articolo della legge di stabilità discussa a breve nella sessione del Consiglio provinciale dedicata al bilancio è stata bloccata.
“Nella legge di stabilità è contenuta una disposizione estranea ai contenuti che la legge di stabilità dovrebbe avere”, ha scritto il presidente Dorigatti in risposta alle osservazioni di Ugo Rossi. Si riferisce ovviamente alla norma che avrebbe permesso di evitare la discussione in Consiglio e permettere all'Aula di licenziare manovra di bilancio e assieme l'istituzione del garante.
“Nella legge di stabilità dovrebbero essere incluse disposizioni che hanno effetti finanziari diretti”, quindi, a parere di Dorigatti, non quelle su altri argomenti non legate al bilancio. “Osservo che i provvedimenti connessi alla manovra godono di una corsia preferenziale giustificata dalla rilevanza primariamente finanziaria della manovra”, continua il presidente del Consiglio. Come a dire che gli altri argomenti devono passare attraverso la discussione.
“Altrimenti si altererebbero i meccanismi del lavoro consiliare e l'equilibrio che in essi trovano le ragioni della maggioranza e quelle delle opposizioni”. Ragioni legittime, anche quelle della minoranza consiliare, ma capaci di bloccare da otto anni la discussione e la decisione in merito al tema del garante. Una figura a tutela dei detenuti e delle loro famiglie che in Trentino, a differenza del resto del Paese, non è istituita.
“Capisco i diritti dell'opposizione – spiegava Mattia Civico nei giorni scorsi – ma anche la maggioranza ha il diritto e il dovere di tradurre in legge la propria linea politica e le proprie priorità”. Il tema è ancora quello dell'ostruzionismo che le minoranze utilizzano per sbarrare la strada a ogni legge che affronti il tema dei diritti civili. Così è stato sulla legge contro l'omofobia, così sarà per quella sulla doppia preferenza di genere e dopo lo stop di oggi sembra che questo sia il destino anche dell'istituzione del garante dei detenuti e del garante dei minori.