"Gli italiani come gli immigrati devono imparare ad integrarsi in Alto Adige"
A dirlo il consigliere provinciale dei Südtiroler Freiheit per commentare le polemiche scoppiate dopo che il presidente della commissione europea Juncker era stato accolto a Bolzano da Schützen e Musikkapelle. "Sono le nostre tradizioni. Gli italiani che non le accettano non vogliono integrarsi"
BOLZANO. Avevano accolto il presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker con scariche di fucile, cappelli piumati e Musikkappellen. Un picchetto d'onore di Schützen schierati in alta uniforme e un'accoglienza, voluta specificamente dal presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher che è stata definita da tutti solo ed esclusivamente sudtirolese e per niente italiana. In Alto Adige si sono accese le polemiche. In molti non hanno apprezzato che il presidente della commissione fosse accolto in una città italiana come se in realtà si trovasse nel centro dell'Austria. In un evento, tra l'altro, che si inseriva nelle celebrazioni per ricordare i 70 anni dell'accordo di Parigi, quando con la firma del presidente del consiglio italiano Alcide Degasperi, e del ministro degli esteri austriaco Karl Gruber, si dava il via all'autonomia dell'Alto Adige.
E a gettare benzina sul fuoco oggi ci hanno pensato quelli della Südtiroler Freiheit, il partito della destra tedesca di Eva Klotz. "Come i migranti che arrivano in Sudtirolo - ha detto il consigliere provinciale Sven Knoll - devono essere disposti ad integrarsi, lo stesso vale per gli italiani. Non è il Sudtirolo che si deve adattare a loro, ma è viceversa". Per Knoll, che ha affidato il suo pensiero al sito del suo partito quegli italiani che dopo questo tipo di accoglienza hanno polemizzato, dimostrano la loro mancanza di volontà di integrarsi. "Il fatto che venga adottato questo tipo di protocollo tirolese è cosa ovvia in Sudtirolo e non deve essere giustificato".
E per quanto riguarda i partiti della destra italiana e gli organi di stampa che hanno attaccato la cerimonia "con la loro polemica nazionalista" Knoll spiega che "ancora una volta dimostrano che non sono disposti a riconoscere la storia, l'identità e la cultura del Tirolo meridionale e pensano di vivere il SudTirolo come fosse una normale provincia italiana. Questo atteggiamento si riflette anche nei rapporti con i toponimi fascisti, le reliquie fasciste e il disprezzo della lingua tedesca in Alto Adige. Così la coesistenza pacifica non funziona".