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"Lavoriamo insieme a una riforma sulla sicurezza degli impianti", i Comuni a Failoni: "Nuove iniziative hanno ripercussioni dal traffico alle risorse idriche"

Il parere contrario del Consiglio delle autonomie locali aveva portato alla reazione dell'assessore Roberto Failoni. Il presidente del Cal, Paride Gianmoena, replica alla Provincia: "Accogliamo l’invito al confronto ma l'interesse dei territori deve rimanere centrale"

Di Luca Andreazza - 14 febbraio 2025 - 20:39

TRENTO. "Il parere espresso dal Consiglio delle autonomie locali non è altro che uno stimolo a lavorare assieme, per una effettiva ma anche equilibrata riforma del settore". Queste le parole di Paride Gianmoena. Il presidente del Cal interviene dopo la replica, anche dura in alcune parti, dell'assessore Roberto Failoni. "E' doveroso il coordinamento con le norme nazionali, e con le pronunce della giurisprudenza costituzionale. Una riscrittura integrale della legge di settore, a quasi quarant’anni dalla sua entrata in vigore, non può, però, limitarsi a questo".

 

La polemica ruota attorno alla modifica della legge sugli impianti a fune. Negli scorsi giorni il Consiglio delle autonomie locali, seppur condividendo alcuni aspetti, ha bocciato il disegno di legge e chiede una riforma della norma. Il timore dei Comuni è di perdere potere rispetto agli impiantisti in caso di approvazione. Un "No" unanime che non è stato digerito dall'esponente leghista.

 

"Così addio a piste blu, motoslitte per i rifugi e scialpinismo", la replica dell'assessore Roberto Failoni nella risposta al Cal. La Provincia si è detta stupita, preoccupata e perplessa. "E' un ddl tecnico che ci permette di aggiornare l'attuale legge del 1987. Se non viene approvata questa nuova legge saremo obbligati all'attuazione del Decreto legislativo sulla sicurezza delle piste. Si rischierebbe di creare danni enormi per l’economia turistica e il movimento sportivo del Trentino: non possiamo permettercelo" (Qui articolo).

 

Il comparto degli impianti da sci "è stato, è ancora, un asset strategico per il riscatto economico e sociale di molte valli del Trentino", dice Gianmoena. "Nuove iniziative in questo settore, specialmente negli ambiti già ampiamente sviluppati, devono, però, essere ponderate, alla luce delle ripercussioni che comportano sul territorio, e che non possono essere scaricate sulle comunità locali, e sui comuni che le rappresentano".

 

L’esame del disegno di legge ha fatto emergere, in maniera trasversale all’interno del Cal, come ogni potenziamento dell’impiantistica per gli sport invernali, "se da un lato rappresenta un volano per lo sviluppo del territorio, dall’altro produce, soprattutto nei contesti già ampiamente infrastrutturati, ripercussioni importanti sulla viabilità del fondovalle, sul trasporto pubblico, sulla disponibilità di parcheggi, sull'approvvigionamento idrico, sull’organizzazione dei servizi di sicurezza e assistenza sanitaria e, in generale, sull’adeguatezza dei servizi di competenza locali. Aspetti che, davanti alle proposte del privato, devono poter essere soppesati adeguatamente dall’ente pubblico, e in particolare dai comuni, che si trovano in prima linea a fronteggiare le conseguenze dei picchi di presenze turistiche".

 

Da qui l’esigenza, avvertita dagli enti locali, di riconsiderare l’intera disciplina di settore. "Il passaggio dal regime della concessione a quello dell’autorizzazione, pur coerente con l’evoluzione della sensibilità giuridica sul tema, certificata dalle recenti pronunce della Corte costituzionale, annulla, infatti, gli spazi per una valutazione di compatibilità in concreto delle iniziative private, con il grado di resilienza dei servizi e delle infrastrutture esistenti nei territori più congestionati. Per altro verso, venendo meno i poteri del concessionario di definire le tariffe massime e le condizioni di esercizio degli impianti, così come i periodi di loro apertura, si riducono anche gli strumenti a disposizione dell’ente pubblico per assicurare che gli impianti realizzati siano gestiti secondo logiche favorevoli ai comprensori meno frequentati o alla destagionalizzazione dei flussi turistici".

 

Aspetti questi, "che occorre controbilanciare, agendo su altre leve, di cui va valutato un aggiornamento in una logica di sistema", prosegue Gianmoena. "In proposito, un’opportunità da considerare potrebbe essere, per esempio, il rafforzamento degli strumenti di pianificazione urbanistica, che devono valorizzare il ruolo dei comuni in una programmazione più puntuale degli interventi ammessi. Non c’è nessuna volontà, da parte degli Enti locali, di ostacolare un intervento normativo che è effettivamente doveroso, e che contiene anche norme ampiamente condivisibili, come quelle relative alla classificazione delle piste da sci o quelle volte a favorire la pratica dello scialpinismo. Al contrario, il Cal ha esercitato appieno le proprie prerogative di partecipazione all’iter legislativo, su una materia di assoluta rilevanza per i territori".

 

Il Cal getta acqua sul fuoco. "In un sistema di autonomia delle autonomie dialoganti, in cui la Provincia e i Comuni sono chiamati a relazionarsi con franchezza nel rispetto dei reciproci ruoli, era infatti doveroso, per l’Organismo rappresentativo degli enti locali, sollecitare la Giunta provinciale ad ampliare l’orizzonte del suo intervento. Sollecitazione espressa, in questo caso, attraverso un legittimo dissenso, accompagnato, come è da sempre costume di questo Consiglio, con la disponibilità al dialogo, per la ricerca di un punto di equilibrio più soddisfacente, nell’interesse delle nostre comunità. In questo senso, accoglieremo ben volentieri l’invito, appena ricevuto dall’assessore Failoni, a confrontarci", conclude Gianmoena.

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