Aggressione sessuale all'esterno dell'ospedale di Trento: emergenza tra degrado e sicurezza, quando il sistema fallisce
Un sistema che non offre risposte: è quello che ci troviamo purtroppo davanti. Ieri l'ultimo episodio ha visto per protagonista un 29enne pakistano senza fissa dimora con evidenti problemi che ha tentato di violentare una ragazza. Lo stesso ragazzo, con evidenti problemi, già le scorse settimane era stato protagonista di altri episodi violenti
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TRENTO. Negli ultimi anni, la combinazione tra problemi di alcol e droga e disturbi psichiatrici sta diventando una realtà sempre più evidente e drammatica. A farne le spese sono soprattutto le persone che vivono per strada, lasciate ai margini della società senza alcun supporto adeguato. La loro condizione viene spesso ignorata fino a quando diventano protagonisti, purtroppo, di episodi di cronaca nera, attirando l'attenzione solo nel momento del dramma.
Un sistema che non offre risposte: è quello che ci troviamo purtroppo davanti. Il problema principale è l'assenza di aiuti concreti per chi si trova in queste situazioni. Se la persona è maggiorenne, le istituzioni non possono intervenire senza il suo consenso, il che porta spesso a un ciclo di sofferenza e degrado. Anche il Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), quando applicato, può rivelarsi inefficace: la persona, una volta rilasciata, torna in strada ancora più arrabbiata e frustrata di prima, senza un reale percorso di recupero.
Chi finisce in carcere difficilmente riceve un supporto adeguato. Senza un programma di recupero o di reinserimento sociale, una volta scontata la pena, la situazione non fa che peggiorare, portando a una spirale di ricadute e nuovi arresti.
Le Rems (Residenze per l'Esecuzione delle Misure di Sicurezza), che dovrebbero accogliere persone con disturbi psichiatrici autori di reati, non hanno posti sufficienti: in Trentino ce ne sono appena una decina, che devono ospitare anche gli utenti di Bolzano, rendendo il sistema del tutto inadeguato alle reali esigenze del territorio.
Ieri un 29enne pakistano senza fissa dimora, uscito da poco dal Pronto Soccorso dell’ospedale trentino, dove era stato portato durante la notte tra giovedì e venerdì dopo essere stato trovato in evidente stato di alterazione completamente nudo nel parco delle Albere dove aveva appena dato fuoco ai suoi vestiti, si è scaraventato su una ragazza con l’intenzione di costringerla a subire un rapporto sessuale. Bloccato da alcuni cittadini, è stato successivamente arrestato dai carabinieri e portato in carcere.
Un volto noto alle forze dell'ordine. Già in passato sarebbe stato protagonista di altri episodi violenti fino all'aggressione di diversi agenti o di aver causato alcuni incendi. Per lui, però, non sarebbe mai stato preso alcun provvedimento sanitario e l'uomo era stato denunciato a piede libero. Fino all'episodio di ieri, quando il 29enne è stato portato al Pronto Soccorso e, una volta uscito, ha cercato di violentare una tirocinante.
Che qualcosa non stia funzionando è sotto gli occhi di tutti. Se da un lato non è possibile pensare a servizi di Salute Mentale come garanti dell'ordine pubblico, prevedendo e contenendo il compiersi di eventuali reati tutte le volte in cui si ipotizzi una minaccia, dall’altro la condizione di forte disagio sociale ed esistenziale deve trovare una risposta necessariamente corale. L'intervento di tutti—servizi, istituzioni e cittadini—è imprescindibile per promuovere la salute come bene individuale e collettivo, al fine di dare vita a una società attenta a sostenere tutti, in particolare le persone più fragili.
Una situazione che, però, ancora non sembra trovare soluzione.
LA POLITICA
“È una situazione da condannare subito. Esprimo la mia piena vicinanza alla ragazza aggredita”, ha dichiarato l'assessore Mario Tonina in merito al tentativo di violenza sessuale subito da una ragazza poco più che ventenne all'ingresso dell'ospedale Santa Chiara. “L'uomo è stato fermato immediatamente – continua – ed è una persona già nota. Il fatto è davvero grave e di certo non aiuta a incentivare l'impegno dei nostri sanitari né l'attrattività dell'azienda”.
Per Tonina, la sicurezza del personale ospedaliero continua a rimanere fondamentale. “Molto è stato fatto, ma si può fare ancora di più. Gli episodi sono continui e troppo frequenti. Ho già detto al direttore Antonio Ferro che deve assolutamente trovare il modo per tutelare le persone”.
A puntare sulla necessità di un potenziamento dei servizi è invece la consigliera provinciale di Casa Autonomia, Paola Demagri. “Ci troviamo davanti a una vera e propria emergenza che sta andando avanti da troppo tempo – spiega –. La carenza di personale sta mettendo a dura prova i servizi, che non riescono a far fronte alle tante richieste di aiuto”. Troppo pochi anche i posti nella REMS di Pergine. “Abbiamo solo una decina di posti e dobbiamo accogliere anche le persone di Bolzano. Il sistema deve essere potenziato”.
Dopo il grave episodio avvenuto all'ingresso dell'ospedale Santa Chiara, si è acceso lo scontro politico tra il sindaco Franco Ianeselli e la Lega Salvini. “È un episodio gravissimo, il tentativo di violenza ai danni di una giovane tirocinante nei pressi dell’ospedale Santa Chiara” ha spiegato il sindaco, esprimendo solidarietà alla giovane. In casi come questo, ha aggiunto, “non possiamo però limitarci alla solidarietà. La città si trova ogni giorno di fronte alle conseguenze della malagestione dell’immigrazione, tanto da parte del governo nazionale quanto da parte di quello provinciale. Disattese le promesse di bloccare i flussi, si continua a non regolare, a non governare un fenomeno che è lasciato a sé stesso, inasprendo le leggi ma lasciandole in sostanza inapplicate. La città si difende come può: allargando il daspo urbano alla zona dell’ospedale, cercando di potenziare quei servizi che possono arginare il disagio”.
Parole alle quali ha risposto il consigliere provinciale leghista Mirko Bisesti: “È ora di smetterla con le solite dichiarazioni a fatto avvenuto e con lo scaricabarile. Un sindaco – spiega – non può sempre e solo puntare il dito contro altri. Poteva esprimere solidarietà e chiedere maggiore sicurezza. Invece no: anche l’aggressione di un extracomunitario pakistano ai danni di una giovane tirocinante diventa, per lui, l’ennesima occasione per attaccare Provincia e governo nazionale. Davvero fuori luogo. È imbarazzante che, su ogni tema, la responsabilità venga sempre attribuita alla Provincia o a Roma, a seconda di chi governa. Ianeselli chieda conto alla sua stessa parte politica, visto che sono proprio le 'risorse' che lui e il centrosinistra difendono da sempre. La stessa parte politica che, da decenni, accusa la Lega di creare allarmismi e di vedere problemi inesistenti a Trento. Eppure oggi, con una città sempre meno sicura, anche chi ha sempre minimizzato è costretto a fare i conti con la realtà”.