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Aumento indennità, per 18 consiglieri 30 mila euro in più: "Li versino al fondo per le famiglie", la Cisl: "Per loro non ci sono vincoli di finanza?"

Aumento di 1.000 euro al mese e , secondo le stime del sindacato, per 18 consiglieri, rieletti dopo l'ultima legislatura, si parla di oltre 30 mila euro lordi. La Cisl: "La contrattazione solitamente avviene tra almeno due parti e si cerca una mediazione, la politica invece modifica le leggi senza l'intervento di enti terzi"

Di Luca Andreazza - 12 febbraio 2025 - 19:04

TRENTO. "Siamo alle solite, una situazione un po' imbarazzante per la quantità delle risorse ma anche per il meccanismo di autoaumento dei rappresentanti istituzionali che dovrebbero rimanere con i piedi a terra", dice Lorenzo Pomini, segretario della Fistel Cisl, mentre Giuseppe Pallanch, segretario della Funzione pubblica della Cisl, aggiunge: "La contrattazione solitamente avviene tra almeno due parti e si cerca una mediazione, la politica invece modifica le leggi senza l'intervento di enti terzi".

 

A partire dai primi mesi di quest'anno, i consiglieri regionali del Trentino Alto Adige vedono un consistente aumento in busta paga: i 70 membri del Consiglio regionale ricevono, infatti, più di 1.000 euro lordi in più al mese attraverso un adeguamento al 10,5% delle loro indennità attuali.

 

Un decreto, firmato dal presidente del Consiglio regionale Roberto Paccher (Lega) a gennaio, retroattivo fino al 2022 con percentuali che variano in base all'annualità. E secondo le stime del sindacato per 18 consiglieri, rieletti dopo l'ultima legislatura, si parla di oltre 30 mila euro lordi.

 

"Le indennità - spiega Pomini - sono già molto alte mentre per tante lavoratrici e lavoratori gli stipendi sono inferiori ai 1.000 euro al mese con tutti i problemi del caso a far fronte al costo della vita. Il Trentino rischia di diventare una specie di Principato di Monaco: un territorio per i più ricchi e non per tutti".

 

La proposta è di destinare quelle risorse al Fondo regionale family. "E' stato creato nel 2014 all'epoca dei vitalizi", aggiunge Pomini, che è tra i garanti per la gestione di questo strumento. "Un contenitore che sostiene per progetti nel sociale e nel lavoro con enti pubblici e associazioni. Ormai è quasi esaurito e il versamento volontario sarebbe un gesto verso la comunità. Altrimenti ci troviamo sempre alla divisione tra la politica ricca e il popolo povero". 

 

Un appello appoggiato da Pallanch. "Il collega ha colto nel segno perché si devono affrontare tante situazioni di grave fragilità e bisogno". Il problema, però, resta a monte. "Per i lavoratori e i pensionati non ci sono mai risorse sufficienti mentre la politica dimostra la propria autoreferenzialità".

 

La politica "compia un passo indietro e rinunci agli aumenti delle indennità. Non è più accettabile che per i consiglieri non ci siano vincoli di finanza pubblica e di contenimento della spesa. E' surreale anche il silenzio, tranne qualche presa di posizione, di tutto l’arco legislativo. Questo automatismo autoregolato va superato", conclude Pallanch. 

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