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Quando Marchiori diceva "no" alla Valdastico: adesso sceglie di non rispondere. Dai Comuni alla Provincia il segretario è sempre più solo

In Provincia, Tonina, Kaswaler e Bosin, eletti con le Stelle Alpine, chiedono di fare "un passo indietro" perché il segretario deve essere "libero", in Comune a Trento non vi più traccia del Patt, dei quattro sindaci eletti l'unico che resiste è Conci a Calliano (che nel 2022 si faceva ritrarre al gazebo leghista e Panizza dichiarava: 'mai con la Lega'). E, la scorsa settimana, Marchiori non ha risposto in Aula all'opposizione, senza dimenticare la vicenda della delibera "modificata"

Di Daniele Loss - 14 ottobre 2024 - 19:42

TRENTO. Gli spunti per un titolo efficace sarebbero tantissimi. Meglio andare, dunque, sul "classico", che non passa mai di moda: il Patt sarebbe ormai materiale "succoso" per Federica Sciarelli, che potrebbe tranquillamente dedicare una parte del suo sempre fortunatissimo "Chi l'ha visto?" al Partito Autonomista Trentino Tirolese.

 

Che, sempre di più, sta diventando un'entità astratta, visto che perde i "pezzi" ovunque su tutto il territorio provinciale, è a serissimo rischio di spaccatura interna e, in piazza Dante, è diventato ormai un "partitino" di maggioranza che non riesce minimamente ad incidere e, soprattutto, non perde occasione per dimostrare la propria debolezza.

 

Qualcuno potrà dire che, in fin dei conti, nella Giunta Provinciale di Fugatti gli esponenti del Patt sono ben due, l'assessore alla sanità Mario Tonina e l'assessore al demanio e patrimonio Simone Marchiori, che del partito delle Stelle Alpine è anche segretario.

 

Ebbene, Tonina è storico appartenente a Progetto Trentino, confluito nel Patt nell'estate del 2023 e i 2.549 voti raccolti alle scorse provinciali sono per la maggior parte preferenze "personali" che ha saputo portare in dote al partito, mentre Marchiori è stato portato in Giunta dal presidente Fugatti da assessore "esterno" (non tecnico), nonostante il clamoroso "smacco" subito alle elezioni, quando risultò addirittura il terzo dei non eletti, raccogliendo meno della metà dei voti di Tonina, oltre un migliaio in meno rispetto a Maria Bosin e finendo sesto (dietro anche a Ossanna e Fiammozzi), a 800 preferenze da Walter Kaswalder, anch'egli confluito nel Patt con i suoi Autonomisti Popolari.

 

Per il segretario (che in altri tempi avrebbe rassegnato immediatamente le dimissioni) il "colpo" è stato forte ma, pur rimediando una "figuraccia" politica, ha guadagnato un posto in Giunta. 

 

I nodi, però, prima o poi vengono al pettine e, allora, Tonina, Kaswalder e Bosin, con tanto di documento ufficiale, hanno chiesto al segretario di fare un passo indietro. Il messaggio è stato chiarissimo, messo nero su bianco: rinunci alla segreteria politica, continui a fare l'assessore e noi lo appoggeremo, ma il Patt ha bisogno di un rappresentante che sia "libero" di criticare il Presidente e la Giunta se ve ne fosse bisogno. Altrimenti sarà "spaccatura"? Forse sì.

 

Ad oggi Marchiori non sembra avere alcuna intenzione di "mollare" la presa (in chiave elettorale, perché si pensa già alle Provinciali 2028) e punta a restare alla guida del partito per almeno altri due anni ma, intanto, ha collezionato una brutta (per non dire bruttissima) figura in Consiglio Provinciale sulla questione Valdastico.

 

L'opposizione (che ogni tanto "batte" un colpo) ha chiesto al Patt di esprimere chiaramente la propria posizione riguardo la variazione al Pup. Patt che, almeno sino a qualche anno fa, era totalmente contrario al progetto. Con tanto di manifestazione pubblica, striscioni e Marchiori al centro del gruppo a reggere la "pezza".

 

Ma, allora, il Partito Autonomista Trentino Tirolese non stava in maggioranza. Oggi lo è e, dunque, dire "no", è molto più difficile, anzi impossibile. Ecco, allora, che per una settimana i rappresentanti dell'opposizione hanno incalzato il segretario sulla vicenda, chiedendo: ma il Patt ha cambiato idea sulla Valdastico?

Marchiori ha scelto di non rispondere. O, per meglio dire, in nome di non si sa quale "strategia politica", si è proprio assentato dalla discussione. Per non parlare della questione riguardante della delibera di "approvazione della variante al piano urbanistico provinciale relativo all'ambito di connessione Corridoio Est" con un doppio documento: nella prima versione Marchiori risulta presente, nella seconda è - invece - indicato tra gli assenti (QUI ARTICOLO).

 

Ma i problemi in Provincia non sono i soli con cui deve fare i conti il Patt, perché anche sul territorio trentino il partito perde letteralmente i pezzi.

 

A cominciare dal comune di Trento, dove non vi è più traccia di consiglieri all'interno di Palazzo Thun, visto che tutti e quattro gli eletti nel 2020 hanno cambiato "casacca" con l'ex vice sindaco (e oggi consigliere provinciale) Roberto Stanchina che si è trasferito in Campobase, Alberto Pattini e Tiziano Uez hanno fondato il gruppo "Autonomisti per Trento" e Alberto Pedrotti, oggi assessore, è prossimo al passaggio in Campobase, con cui si ripresenterà tra qualche mese.

E, a proposito di elezioni comunali, il Patt (che faceva parte della maggioranza che sosteneva Ianeselli) non ha ancora espresso chiaramente da che parte starà. Certamente l'alleanza con il primo cittadino e "capofila" del centro sinistra non verrà rinnovata, le Stelle Alpine correranno apertamente con il centro destra (allo sbando in città: non c'è ancora il nome del candidato sindaco) o sceglieranno di andare da soli con un proprio nome, pronti ad apparentarsi al ballottaggio che non ci sarà certamente?

Tra l'altro, poche settimane or sono, la sezione cittadina del Patt, tramite la propria segretaria politica Giordana Detassis, ha aspramente criticato l'operato del sindaco e della Giunta in tema di sicurezza (QUI ARTICOLO), agendo di fatto da partito d'opposizione.

 

Ma non è finita. Quattro erano (il tempo verbale non è casuale) i sindaci targati Patt sul territorio provinciale. Ebbene il primo cittadino di Sella Giudicarie, Franco Bazzoli, ha dato le dimissioni dal partito, il sindaco di Lavis, Andrea Brugnara, sembra non si ricandiderà, mentre a Cles l'attuale guida di uno dei comuni più importanti del Trentino, Ruggero Mucchi, non ha ancora sciolto le riserve. Ma attenzione all'avvento di Paola Demagri, che ha dato la propria disponibilità a candidarsi: in caso di discesa in campo, l'attuale consigliera provinciale che ha fatto incetta di voti alle ultime provinciali sarebbe certamente la favorita numero uno per indossare la fascia tricolore nel capoluogo della Val di Non.

 

Chi resiste è solamente Lorenzo Conci, sindaco di Calliano, vice presidente del partito e facente parte del gruppo consigliare (come riportato sul suo profilo Linkedin). Lo stesso che, nel 2022, si fece ritrarre al gazebo della Lega di Calliano, abbracciato alla parlamentare Vanessa Cattoi (QUI ARTICOLO). All'epoca l'attuale presidente del Patt Franco Panizza commentò che "bisogna essere molto prudenti in queste situazioni, soprattutto in campagna elettorale perché ogni foto può essere strumentalizzata". E, contestualmente, l'ex parlamentare garantiva che "nessuno del Patt voterà la Lega. Su questo non ho alcun dubbio, oggi il Patt è ben lontano da accordi o abboccamento con il centrodestra, con la Lega o chi per essi. Stiamo portando avanti la nostra proposta autonomista distanti dai blocchi nazionali".

 

Due anni dopo tutto è cambiato. O, citando un noto esponente leghista, siamo veramente entranti "nel mondo al contrario".

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