Da Pinè alla Panarotta, quale rilancio? Dallapiccola: "E che fine ha fatto il finanziamento alle terme? Perso il conto delle promesse della Provincia"
Il segretario politico di Casa Autonomia, Michele Dallapiccola: "C'è un forte grido di allarme di due località dimenticate dagli interventi pubblici, alcune situazioni spiccano come un monumento all’abbandono. Un panorama spettrale aleggia in questo periodo sulle piste dell’Alpe di Pergine, quasi a certificare che ormai ci sono solo le promesse di certi tipi di politica"
TRENTO. I lavori all'Ice rink di Pinè fermi, il futuro della Panarotta ancora incerto dopo due stagioni invernali in bianco e sembra stentare anche il rilancio delle terme di Levico. Dall'Altopiano di Pinè alla Valsugana, sono diverse le situazioni complesse.
"C'è un forte grido di allarme di due località dimenticate dagli interventi pubblici, alcune situazioni spiccano come un monumento all’abbandono", le parole dell'ex assessore provinciale Michele Dallapiccola, segretario politico di Casa Autonomia. "Un panorama spettrale aleggia in questo periodo sulle piste dell’Alpe di Pergine, quasi a certificare che ormai ci sono solo le promesse di certi tipi di politica".
Ancora senza certezze la Panarotta, anche se qualcosa potrebbe smuoversi e sbloccarsi nelle prossime settimane con la pubblicazione di una manifestazione d'interesse (Qui articolo), muri pieni di muschio, la piastra del ghiaccio rigonfia, soffitti che crollano, lo stadio di Pinè che sognava le Olimpiadi è in condizioni di abbandono (Qui articolo).
"La Valsugana manifesta un emblematico esempio delle promesse, fosse anche soltanto perché ha offerto a ben tre politici locali la possibilità di tornare a sedere sugli scranni del consiglio provinciale, in maggioranza", evidenzia Dallapiccola. "Forse per questo nessuno di loro accenna a una polemica oppure a un minimo stimolo al proprio governo affinché metta a terra qualche opera pubblica rispetto al solo parlare e promettere come è avvenuto fino a ora. Quali sono stati i tentativi per rianimare una piccola ma interessante località, squisitamente dedicata alla pratica di avviamento allo sci?".
La fotografia restituita dalla Panarotta è desolante. "L'aspetto di degrado complessivo è piuttosto evidente. C'è da chiedersi quanto sia consapevole della situazione Trentino Sviluppo, che a nome e per conto della Provincia è la diretta proprietaria e dunque responsabile: seggiole lasciate appese sulle funi ormai da tre anni. Nessuna protezione intorno agli asset dove passanti in transito potrebbero ferirsi. Dunque responsabilità civile, responsabilità patrimoniale di pericolo e degrado. A chi apparterrebbero le conseguenze?".
A oggi "non c’è nessuna nuova buona notizia sulla possibilità che fra pochi mesi questa scuola di avviamento locale allo sci possa finalmente ripartire come molti si aspettano. Eppure, siamo assolutamente convinti che se questo impianto si fosse trovato in Val Giudicarie o in Val Rendena le cose sarebbero andate in modo completamente differente".
Poche sicurezze anche sul piano di rilancio delle terme di Levico. "Dove è finito il finanziamento? La politica locale si è davvero spesa per rassicurare quegli imprenditori di valle che ancora ci credono? Così esattamente come succede sull'altipiano di Pinè per le fantomatiche Olimpiadi da sempre promesse ma mai arrivate e mai compensate anche in Panarotta crescono erbacce e muschio. Poco o nulla si muove anche per lo stabilimento del centro termale".
Il movimento di Casa Autonomia chiede così chiarimenti e certezze. "Quali sono le trattative in corso con l'imprenditoria locale? Quanto è disposta a investire la Provincia per ridare a una valle dimenticata una sua piccola opportunità di praticare sport e divertimento sulla neve a 360 gradi? Le risposte potrebbero interessare tante persone", conclude Dallapiccola.