Muri pieni di muschio, la piastra del ghiaccio rigonfia, soffitti che crollano: viaggio nell'Ice Rink Piné (FOTO) lo stadio che sognava le Olimpiadi e ora rischia l'abbandono
Gare deserte, speranze disattese, preoccupazioni crescenti: a Pinè non sanno più dove sbattere la testa, mentre si attende che “Simico” sblocchi finalmente una situazione sempre più complicata. E che per il momento ha avuto il solo effetto di far sprofondare, nel giro di qualche anno, una struttura fiore all’occhiello del territorio in un luogo di degrado e abbandono
BASELGA DI PINÉ. “Confermarsi come il baricentro dello sport del ghiaccio e poter disporre di un impianto in grado di ospitare in futuro eventi sportivi di ampio respiro”. Questo recitava, parlando dell’Ice Rink di Piné, un comunicato stampa della Provincia autonoma di Trento del 22 novembre 2023, che titolava senza incertezza alcuna: “Sarà pronto tra due anni”.
E invece non sarà pronto niente, sveliamo subito il finale del film.
Poco più di due mesi fa, era il 24 giugno, Il Dolomiti aveva dedicato un lungo report al punto della situazione della struttura pinaitra a 5 anni esatti di distanza dall’assegnazione delle Olimpiadi 2026 all’Italia (QUI L’ARTICOLO).
“Un punto che pensavamo fosse critico, invece era drammatico”.
A dirlo era il neo presidente dell’Ice Rink Piné, Andrea Pretti, che, insediatosi con il nuovo Cda nello scorso maggio alla guida della società di gestione dell’impianto, sta cercando da allora di “salvare il salvabile”. Letteralmente. Ma andiamo con ordine.
SIMICO. ANCORA SIMICO. SEMPRE SIMICO.
Simico, per chi si fosse perso le puntate precedenti, è l'acronimo di Società Infrastrutture Milano-Cortina, l'ente che di fatto ha manovrato, manovra e manovrerà i lavori e tutte le operazioni legate ai lavori per le Olimpiadi 2026.
Per Piné, si tratta dell’ente (e dell’entità) nelle mani del quale si trova il destino stesso dei grandi progetti di riqualificazione e innovazione della struttura, eredità (plurimilionaria) dello “scippo olimpico”.
Ebbene, Simico il 12 settembre “rivelerà” quale sarà la ditta che darà inizio ai lavori del lotto 1 (per farla breve, i lavori alla piastra di ghiaccio coperta 30x60, quella di hockey, pattinaggio artistico e short track).
Sì, perché agirà in procedura commissariale: la gara ordinaria è andata deserta, ora siamo alla gestione “straordinaria”. Si dice che delle 12 aziende che si sono presentate, solo in due hanno avuto la “forza di volontà” di verificare nei fatti lo stato dell’arte della struttura prima di impegnarsi con la finalizzazione delle proposte: e invece poi queste due aziende, come le altre, si sono volatilizzate; forse spaventate da un capitolato che fa acqua da tutte le parti e da una differenza (pare) di circa 600.000 euro tra i preventivi e il budget a disposizione.
Simico, che all’apparenza “tutto può”, almeno dal punto di vista dei denari con cui coprire le spese delle sue operazioni, correggerà il tiro sistemando il budget e fornirà anche la ditta che si prenderà in carico i lavori.
Assegnazione diretta, revisione del budget: ma pur nella sua “ultrapotenza commissariale”, il tempo non lo riesce (ancora) a controllare.
E così Simico ha già detto, a differenza del passato con una comunicazione scritta ufficiale e non solamente a “verba volant” e pacche sulle spalle, che si impegna a consegnare la conclusione dei lavori del lotto 1 per la fine di gennaio 2025 e di quella del lotto 2 (la pista lunga esterna per il pattinaggio velocità) per la fine di febbraio 2025.
Per entrambi i lotti, si tratta di “attualizzare” le strutture e rimetterle a regime. Insomma, sistemare strutture già esistenti e tutto sommato, operative. Giusto? Sbagliato.
DEGRADO E CONFUSIONE.
Nel piazzale all’esterno dell’Ice Rink Piné nei giorni di Ferragosto si è svolta la festa patronale di Miola per San Rocco: musica, buon cibo, aria di festa. Resa un po’ più malinconica dall’ombra scura proiettata dalla cattedrale degli sport del ghiaccio, più silenziosa e mesta del solito.
Ormai da qualche anno, nei mesi estivi si fermano le attività: sembrano lontani i tempi in cui i turisti nei pomeriggi di luglio ed agosto entravano a pattinare, le squadre di artistico si allenavano fin dal mattino, addirittura gli arbitri di hockey della regione sceglievano l’altopiano e il palazzo del ghiaccio per i propri ritiri di formazione estiva.
Oggi all’Ice Rink dietro le porte di vetro e i murales dedicati agli sport invernali, la situazione è drammatica. Quando si mette piede nello stadio, sembra di atterrare nel “Sottosopra” della serie Stranger Things. Per chi non cogliesse il riferimento cinematografico, le foto parlano comunque chiaro: calcinacci, muffa, degrado diffuso.
La piastra dell’hockey soffre di una lista di problemi più o meno irrisolvibili e irrisolti: quello più evidente è il rigonfiamento centrale, sempre più pronunciato. Ci sono circa 30 centimetri di differenza di “altitudine” tra il centro e i lati.
Qui sostanzialmente è game over: c'è ottimismo sull’utilizzo, come soluzione temporanea, di una pista sintetica da collocare in zona e che possa diventare la casa, almeno per qualche mese, dell’hockey. Uno “scherzetto” da circa 200.000 euro di spesa, coperti da contributo provinciale, che però sarebbe ossigeno puro per la società sportiva pinaitra, anch’essa nell’occhio del ciclone e a caccia di una nuova sistemazione per dare continuità alla propria attività giovanile e senior.
Gli spogliatoi delle Tigri dell’hockey peraltro versano in uno stato a dir poco pietoso, nonostante le recenti sistemazioni dei nuovi “armadietti” degli atleti; una condizione pessima in linea con il resto dei corridoi della struttura, che di primo impatto sembrerebbe abbandonata a sé stessa da anni.
La pista esterna, almeno in apparenza, sembra più pronta a “stringere i denti” e tirare avanti per un altro inverno a pieno regime, anche rimangono un tema le pericolose perdite di ammoniaca dell’impianto di refrigerazione attuale, piuttosto datato.
Andrea Pretti, che le dinamiche dello sport e della politica dello sport ad alti livelli le conosce bene, non è uno che si lascia impressionare facilmente, ma dopo tre mesi di presidenza dell’Ice Rink appare evidentemente provato.
Però è anche capace di mantenere lucidità e visione, merce rara in un contesto di sfiducia diffusa: “Se siamo qua e rimaniamo qua, è sempre per dare seguito e forza a una visione. Quella di costruire una struttura che possa essere un fiore all’occhiello non solo per l’altopiano ma per tutto il territorio trentino per le discipline del ghiaccio e per lo sport in generale. Una struttura che possa vivere ed essere vissuta per tutto l’anno, che sia un veicolo di innovazione e di crescita”.
“Il meccanismo di questi interventi – prosegue - è assurdo, e purtroppo tutti rimangono vittime di questo ‘gioco’ più grande di noi: Ice Rink, Comune di Baselga di Piné e Provincia hanno zero colpe. O quasi. Ve lo assicuro. Hanno fatto tutto quello che c’era da fare per permettere a Simico di far cominciare i lavori già a settembre 2023, e oggi stanno cercando in ogni modo, con determinazione, di far rispettare a Simico la parola data e gli impegni presi”.
Al tempo stesso vale la pena ricordare che Simico non è che se la passi benissimo, tra emergenze, complicazioni, indagini della procura e tempi stretti: non esiste un fronte olimpico (se non forse Anterselva per il biathlon) che non stia facendo i conti con ritardi gravi o gravissimi, cambi di programma, polemiche e corse contro il tempo.
Difficile pensare che a un anno e mezzo dalle Olimpiadi e in un contesto di crescente emergenza nei luoghi dove i giochi si faranno, Simico possa concedersi il lusso di mettere “testa” ed energie su un progetto di relativa importanza ed urgenza agli occhi di chi amministra le grandi opere nazionali.
E così a Piné non resta altro che aspettare, sperando per il meglio e preparandosi per il peggio. La sfida a questo punto per le società sportive degli sport sul ghiaccio di Piné è quella di provare a salvare l’attività della stagione invernale, con una serie di “piani B”.
“Siamo pronti a tutto – riprende Pretti -, anche a cominciare la stagione e poi fermarci per far avviare questi lavori attesissimi; o di trovare, per un inverno, sedi alternative dove far allenare le nostre società e i nostri ragazzi. Simico ci chiedeva se per l’inizio dei lavori preferissimo a questo punto aspettare marzo, con la fine della stagione degli sport del ghiaccio; ma la verità è che siamo tutti pronti a sacrificare una stagione per avere la certezza dell’avvio dei lavori. Un avvio che rappresenterebbe finalmente un nuovo fondamentale capitolo della vita dell’Ice Rink e del territorio pinaitro nel suo complesso”.
L’AMAREZZA DELL’ASSESSORE CORRADINI: “FRUSTRAZIONE E IMPOTENZA: MA CONTINUAMO A SPERARE IN UN VICINO LIETO FINE”
L’assessore allo sport del Comune di Baselga di Piné Umberto Corradini ha gli occhi lucidi mentre riflette sul valore della struttura per la gente dell’altopiano: “C’è frustrazione, nei cittadini e nell’amministrazione; c’è un sentimento di speranza, una speranza consumata da un orizzonte che sembra non avvicinarsi mai: stiamo ‘correndo’ da anni, ce la stiamo mettendo tutta, ma avvertiamo la sensazione straziante di non sapere quando arriveremo al traguardo, di non sapere quanto sia ancora lunga la strada. E allora oltre a mancarti il fiato e sentire le energie venire meno, subentrano spaesamento e confusione”.
“Siamo un Comune piccolo – riprende Corradini -, una comunità sulle montagne del Trentino: sappiamo di non essere il centro del mondo e non pretendiamo di essere al centro dei pensieri di Simico o delle istituzioni nazionali in questo periodo di grande stress per tutte le opere legate alle Olimpiadi sull’arco alpino. Ma vogliamo essere rispettati e trattati con dignità, anche perché rappresentiamo un luogo simbolo per il pattinaggio e più in generale per lo sport trentino e nazionale. In un Comune di 5.000 abitanti abbiamo 15 associazioni sportive, 1.300 praticanti tesserati: abbiamo deciso di mettere da parte la delusione della perdita del sogno olimpico, ora non vogliamo perdere altre occasioni per proiettarci al futuro con slancio e fiducia”.