Alluvioni, Zaia rilancia la sua ''guerra alle nutrie'': ''Stanno distruggendo il patrimonio idraulico del Veneto. La soluzione è l'eradicazione''

VENEZIA. ''Quando, nemmeno un mese fa, ho lanciato l'𝐚𝐥𝐥𝐚𝐫𝐦𝐞 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐞 𝐧𝐮𝐭𝐫𝐢𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐭𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐫𝐮𝐠𝐠𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐢𝐥 𝐩𝐚𝐭𝐫𝐢𝐦𝐨𝐧𝐢𝐨 𝐢𝐝𝐫𝐚𝐮𝐥𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐕𝐞𝐧𝐞𝐭𝐨, in tanti hanno minimizzato - nella migliore delle ipotesi - o hanno ironizzato. Quanto accaduto in questi giorni a Monastier (Treviso), con l'argine del canale Spinosola che ha ceduto di schianto dopo essere stato reso un groviera per colpa di questi roditori, testimonia che invece avevo ragione''. Luca Zaia rilancia la sua battaglia alle specie fossorie, quelle che scavano nel terreno per realizzare tane e cercare cibo.

Lo aveva già fatto qualche settimana fa, quando un nubifragio aveva messo in ginocchio parte del Veneto causando allagamenti e danni. E lui incurante del fatto che a finire sott'acqua ormai sia ciclicamente qualsiasi territorio europeo che viene colpito dal maltempo vista la quantità impressionante di acqua che cade, ha incolpato nutrie, tassi, istrici e volpi: ''Magari il problema fosse solo l'acqua che sormonta gli argini. Il problema è che si spaccano. Noi vogliamo dichiarare guerra a nutrie, tassi, istrici e volpi che stanno distruggendo il patrimonio idraulico del Veneto”. Una soluzione semplicissima a un problema epocale che sta sconvolgendo il mondo. La colpa è di alcuni animali rilanciando, così, uno dei gridi di battaglia di Coldiretti: ''Stop agli animali salvatici''.

Il messaggio è di quelli devastanti: deresponsabilizza la politica in primis (che è quella che i fiumi in Veneto ha pensato bene di incanalarli in autostrade dritte e sopraelevate protette, appunto, dagli argini, per favorire il più possibile l'agricoltura intensiva) e poi il resto della comunità (della serie: tranquilli, voi tenetevi le vostre abitudini e il vostro stile di vita: se finiamo sott'acqua ad ogni pioggia non è colpa dei nostri comportamenti e della crisi climatica che stiamo causando ma è di alcuni animali dispettosi).

Zaia ha pensato bene di rilanciare la sua ''guerra alle nutrie'' con un post quest'oggi (mentre ad essere travolte dall'alluvione sono di nuovo l'Emilia Romagna, che pure non grida allo scandalo istrici o dà addosso alle volpi, e pure la Sicilia che non sta facendo partire la caccia ai tassi) a commento di un articolo del Gazzettino dal titolo: ''Assalto delle nutrie, l'argine crolla''. Si tratta di un punto di un argine del canale Spinosola a Monastier che il consorzio di bonifica Piave ha rimesso a posto in pochissimo tempo a colpi di ruspe. ''Non possiamo più permetterci di mettere a repentaglio il territorio e la vita dei cittadini per mantenere inalterata la fauna all'interno dei bacini dei fiumi - conclude Zaia nel suo post -. È un dato di fatto: 𝐥𝐚 𝐬𝐨𝐥𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐞̀ 𝐥'𝐞𝐫𝐚𝐝𝐢𝐜𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐬𝐩𝐞𝐜𝐢𝐞 𝐝𝐚𝐧𝐧𝐨𝐬𝐞, in primis la nutria. Se ne prenda coscienza a livello nazionale''. 

Che le specie fossorie possano causare danni, contenuti e limitati (come accaduto all'argine in questione) agli argini e più in generale ai terreni è un fatto noto. Che i piani di eradicazione e di contenimento esistano già da anni è altrettanto noto. Che le alluvioni che si verificano in Veneto, in ogni parte d'Italia e più in generale d'Europa (senza allargare troppo lo sguardo) non abbiano niente a che vedere con le nutrie, però, è altrettanto evidente come spiegava a il Dolomiti Mario Tozzi geologo, primo ricercatore al Cnr e divulgatore scientifico: "Non c'è assolutamente una correlazione statistica tra la rottura degli argini e la presenza di nutrie, tassi, istrici e volpi. Se così fosse sarebbe sufficiente prendere le necessarie contromisure, ma le esondazioni e le alluvioni avvengono ovunque, che ci siano o non ci siano questi animali" (QUI ARTICOLO).