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Gli Ordini Sanitari bocciano la riforma leghista: ''Consultati a solo 8 giorni dai termini: ci sono criticità che compromettono l'impianto complessivo''

Gli Ordini delle professioni sanitarie: "C'è il dubbio che la decisione di cambiamento sia dettata non tanto da esigenze di innovazione e di miglioramento, ma per necessità di parte, di distinguersi dalle precedenti amministrazioni con un sostanziale ritorno al modello della legge 16/2010. Emerge inoltre nel provvedimento preadottato una genericità degli indirizzi e dei relativi contenuti​"

Di Luca Andreazza - 24 agosto 2021 - 18:04

TRENTO. "Sorprende che il Consiglio sanitario provinciale, l’organo deputato per le consultazioni tra Provincia e rappresentanze, sia consultato su decisioni così rilevanti per il sistema sanitario trentino e per la salute dei cittadini, quale la riorganizzazione dell’Apss, a soli 8 giorni dal termine ultimo per l’adozione definitiva della delibera considerato che il 31 agosto è prevista la conclusione della sperimentazione".

 

La riforma della sanità voluta dalla Provincia leghista viene bocciata e rispedita al mittente dagli Ordini delle professioni sanitarie che hanno inviato una lettera all'assessora Stefania Segnana e al presidente della Provincia, Maurizio Fugatti. "L'auspicio - spiegano - è che l’assessorato alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia attivi nel prossimo futuro occasioni di reale confronto, che non costituiscano solo l’assolvimento di un mero formalismo".

 

Una lunga "memoria scritta" (sotto in forma integrale) firmata da Daniel Pedrotti (Ordine delle professioni infermieristiche), Marco Ioppi (Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri), Tiziana Dal Lago (Ordine dei farmacisti), Serena Migno (Ordine della professione ostetrica), Monica Fontanari (Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione), Roberta Bommassar (Ordine degli psicologi), Marco Ghedina (Ordine dei medici veterinari) e Gianumberto Giurin (Ordine regionale dei chimici e fisici) con "l’intento di dare con spirito costruttivo e di collaborazione un forte contributo, del parere già espresso in occasione del Consiglio sanitario provinciale del 23 agosto, in merito alle modifiche dell’assetto organizzativo dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari contenute nella delibera della Giunta Provinciale preadottata il 30 luglio".

 

Già nelle scorse ore i sindacati si erano espressi in maniera negativa sul piano presentato dai vertici delle autorità sanitarie e provinciali: ''Troppe domande senza risposte come la decisione di tagliare 120 milioni all’Apss: obiettivi e strategie vaghi e indefiniti'' (Qui articolo).

 

I presidenti degli Ordini evidenziano, in questo caso, non solo i tempi ristretti per un confronto serio e costruttivo, ma anche una serie di criticità che compromettono l'impianto complessivo della proposta. "Si ritiene che la delibera non permetta di esprimere appieno un parere di merito di pertinenza ordinistica in quanto non si evincono, se non in forma generica, le motivazioni intese come aspetti positivi e criticità che hanno portato alla necessità del superamento dell’attuale modello, né quali siano stati i criteri e gli indicatori utilizzati per valutare i risultati prodotti dalla sperimentazione".

 

Oltre il metodo, gli Ordini mettono in luce anche criticità sul merito. "C'è il dubbio che la decisione di cambiamento sia dettata non tanto da esigenze di innovazione e di miglioramento, ma per necessità di parte, di distinguersi dalle precedenti amministrazioni con un sostanziale ritorno al modello della legge 16/2010. Emerge inoltre nel provvedimento preadottato una genericità degli indirizzi e dei relativi contenuti. Il progetto di un rinnovamento della sanità nel Trentino dovrebbe essere il più condiviso possibile sia dagli operatori che dai cittadini, specialmente in una situazione, come quella attuale, preoccupante per demotivazione diffusa di tutto il personale e per la carenza numerica degli stessi in alcuni settori".

 

 

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