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Cittadinanza onoraria al Milite ignoto? Ianeselli: “No ad atti dal retrogusto nazionalistico, ricorderemo i caduti di entrambi gli schieramenti”

L’Associazione nazionale comuni italiani, ha rivolto un appello alle varie Amministrazioni affinché queste ultime concedano la cittadinanza onoraria al Milite ignoto. Il Comune di Trento ha una proposta alternativa, Ianeselli: “Questo provvedimento deve essere un ulteriore atto di riconciliazione e di riflessione sulla tragedia che questa guerra ha rappresentato”

Di Tiziano Grottolo - 25 ottobre 2021 - 17:29

TRENTO. Era il 4 novembre 1921 quando la salma del cosiddetto Milite Ignoto venne tumulata nell’Altare della Patria a Roma. Il corpo del militare caduto durante la Prima guerra mondiale rappresenta simbolicamente tutti i caduti e i dispersi in guerra italiani. Da sempre legato alla retorica militarista e nazionalista il Milite Ignoto venne fortemente strumentalizzato durante la dittatura fascista.

 

Ad ogni modo, quest’anno cade il centenario dell’evento e l’Anci, Associazione nazionale comuni italiani, ha rivolto un appello alle varie Amministrazioni affinché queste ultime concedano la cittadinanza onoraria al Milite ignoto. Fra i primi a raccogliere l’appello il Comune di Levico Terme che ha concesso l’onorificenza suscitando però la reazione del Partito autonomista che ha parlato di “un atto divisivo”.

 

Ora anche il capoluogo è chiamato a discutere una proposta simile. “Ci abbiamo riflettuto in Giunta – afferma il sindaco di Trento Franco Ianeselli – e sarà una decisione del Consiglio comunale ma confrontandoci con i capigruppo, anche quelli di opposizione, abbiamo pensato che il provvedimento possa essere la concessione della cittadinanza onoraria ai caduti senza nome di tutte le guerre”. A farsi carico della proposta peraltro, è stato lo stesso presidente del Consiglio comunale Paolo Piccoli.

 

Non bisogna dimenticare che il Trentino, trovandosi sotto l’allora Impero austroungarico ha avuto combattenti su entrambi i fronti. Da un lato ci fu chi rispose alla chiamata degli Asburgo e vestì la divisa austroungarica, dall’altro ci fu chi combatté sul fronte opposto, quello italiano, con il rischio (se fatti prigionieri) di essere processati e giustiziati per tradimento.

 

“Proprio per via del forte legame con la Prima guerra mondiale – prosegue Ianeselli – questo provvedimento deve essere un ulteriore atto di riconciliazione e di riflessione sulla tragedia che questa guerra ha rappresentato. A 100 anni di distanza dall’istituzione del Milite ignoto non può esserci nessun retrogusto nazionalistico altrimenti sarebbe un atto sbagliato”. Nei prossimi giorni Piccoli porterà la proposta in Consiglio comunale.

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