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Riva, aria tesa nel Patt dopo l'apparentamento con Santi, la segreteria: ''Perplessi: inopportuno legarsi a partiti in contrasto con i principi dell'autonomia''

La sezione di Riva del Garda rischia in questo modo di frantumarsi ulteriormente, la scelta di apparentarsi con la candidata sostenuta tra gli altri da Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia non convince nuovamente parte degli autonomisti stessi. Un Patt che già è arrivato diviso alle elezioni tra i candidati che hanno corso senza simbolo con il sindaco uscente e il movimento che si è schierato con Malfer 

Di Luca Andreazza - 26 settembre 2020 - 12:21

TRENTO. Aria tesa nel Patt tra il coordinamento centrale e la sezione di Riva del Garda. L'apparentamento delle Stelle alpine con Cristina Santi per il turno di ballottaggio non piace e arriva una presa di posizione aperta e pubblica: "La scelta di sottoscrivere, assieme al resto della coalizione guidata da Mauro Malfer, l'apparentamento con la Lega rende doverosa una precisazione da parte della segreteria provinciale".

 

La decisione di virare a destra in quel di Riva del Garda non convince i vertici degli autonomisti. Si parla di programmi, ma sembra più un gioco di poltrone. "Questa scelta, pur collocandosi nel solco di quel principio di libertà di azione dei singoli territori stabilito dal Patt nel corso dell'inverno scorso prima dell'inizio di questa campagna elettorale, lascia qualche perplessità non tanto per la candidata sindaca scelta o per le motivazioni programmatiche che l'hanno resa possibile, quanto per una questione di opportunità politica".

 

La presa di posizione del coordinamento provinciale arriva forse un po' tardi: il deposito dell'apparentamento è in scadenza e i giochi sembrano ormai fatti (Qui articolo). Una linea che però non sembra condivisa a Trento, così come all'interno del movimento rivano stesso. 

 

"Un partito sinceramente autonomista come il Patt - evidenzia la segreteria provinciale - non può trovarsi legato a movimenti politici nazionalisti e in totale contrasto con i principi dell'autonomia, come Fratelli d'Italia. Principio, questo, sancito dalla giunta esecutiva del partito sempre in inverno assieme a quello della libertà d'azione dei territori".

 

Il quadro è complesso, ma la segreteria provinciale si sarebbe aspettata una decisione in ben altra direzione, magari una certa neutralità nell'avvicinamento al secondo turno. "Siamo a conoscenza delle insuperabili difficoltà di relazione con il sindaco uscente Mosaner e il conseguente sforzo per dare alla città una nuova amministrazione - prosegue la nota del Patt centrale - ma avremmo ritenuto più opportuno continuare su una linea coerente con il nostro obiettivo di creare, a Riva come in altre zone del Trentino, un polo civico-autonomista slegato dai partiti nazionali".

 

Una decisione che appare quanto mai delineata che però avrebbe richiesto un supplemento di riflessione. "Gli elettori hanno consegnato a questo progetto un consenso comunque ragguardevole: poco meno di un terzo dei voti, pur non consentendoci di accedere al ballottaggio. Forse sarebbe stato più opportuno evitare qualsiasi apparentamento, dedicandosi a dare risposte a chi ha creduto in una politica incentrata solamente sulle necessità e i problemi di Riva del Garda. Una scelta di coerenza, va detto, che è stata compiuta da tutte le altre sezioni autonomiste impegnate nel ballottaggio".

 

La sezione di Riva del Garda rischia in questo modo di frantumarsi ulteriormente, la scelta di apparentarsi con la candidata sostenuta tra gli altri da Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia non convince nuovamente parte degli autonomisti stessi. Un Patt che già è arrivato diviso alle elezioni tra i candidati che hanno corso senza simbolo con il sindaco uscente e il movimento che si è schierato con Malfer.

 

Il dato è che rispetto a 5 anni fa (elezioni vinte in coalizione proprio con Mosaner) è sceso dal 20,72% all'8,43% all'ultima tornata elettorale. Un discorso simile è avvenuto in quel di Arco: elezioni vinte con Betta e questa volta la decisione di sostenere Roberto De Laurentis, linea che non sembra aver pagato: le Stelle alpine sono crollate dal 20% al 4,43%. Anche a Brentonico la scelta di seguire la Lega di Raffaelli ha portato un segno "meno" nelle preferenze: da 8,97% in coalizione con Pd e Upt a sostegno di Agostino Peroni (Perenzoni al 57,82%, Peroni al 33,74% e Raffaelli all'8,83%) al 6,65% per un risultato complessivo del 22%. Non solo, l'urna sembra aver punito anche quelle figure che sono state percepite vicino alla Lega (Qui articolo). 

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