“La pillola abortiva è come il veleno”, anche a Trento i manifesti shock dei Pro-vita. Nudm: “Vanno rimossi”
Le attiviste di Non Una di Meno chiedono al sindaco Ianeselli di intervenire e rimuovere i manifesti che paragonano la pillola RU486 al veleno: “Diffondono notizie false e narrazioni discriminatorie è un atto di violenza contro le donne, ma sui nostri corpi decidiamo noi”
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TRENTO. “Prenderesti mai del veleno?” è questa la domanda che il movimento “Pro Vita & Famiglia” ha affisso in molte città italiane per opporsi all’utilizzo della pillola abortiva RU486. La frase infatti, è accompagnata da un’immagine eloquente di una donna, novella Biancaneve, accasciata a terra. Morente.
Il vice presidente della onlus, Jacopo Coghe, arriva addirittura a sostenere come “l’introduzione dell’aborto chimico” abbia “aumentato il numero di abusi, di donne costrette da uomini ad abortire. Le donne – aggiunge – si meritano una politica che davvero si occupi di loro. Noi saremo divulgatori culturali di quella controinformazione che racconta questa profonda ingiustizia sul corpo delle donne”.
Dietro l’impegno “in difesa delle donne” però si nasconde un’associazione molto ramificata e potente (che può vantare 50 circoli territoriali) e per nulla disinteressata, visto che come riportato sul proprio sito “si impegna per costruire una società fondata sui valori della vita e della famiglia, contro la cultura della morte”, promuove “la famiglia naturale, fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna” e dice di ispirarsi ai principi cristiani. Oltre a questo è impegnata a combattere “la propaganda gender” e ha lanciato una petizione per limitare l’uso della pillola abortiva. In altre parole l’humus culturale è lo stesso che accomuna la destra reazionaria e il mondo oltranzista ultracattolico.
Ovviamente la comparsa dei manifesti anche a Trento ha provocato la reazione di quei movimenti che al contrario si battono per la libertà di scelta e i diritti delle donne. È il caso di Non Una di Meno che ha lanciato una campagna per chiedere la rimozione dei manifesti. “Dobbiamo evitare che ancora una volta vengano veicolate notizie false e narrazioni discriminatorie portate avanti da movimenti come ProVita che pensano di poter dire quello che vogliono sui corpi delle donne e sul loro diritto di autodeterminazione”, fanno sapere da Nudm. La richiesta è quella di inviare una segnalazione all’Istituto dell’Autodisciplina della Pubblicità e contemporaneamente anche al sindaco di Trento Franco Ianeselli e alle assessore Elisabetta Bozzarelli e Chiara Maule: “Chiediamo un intervento immediato per la rimozione dei manifesti, sui nostri corpi decidiamo noi”.