La campagna boomerang (con foto della Serbia) del Trentino? Ecco quanto è costata (e dove sono andati i soldi). Ghezzi: “Inquietante nessuno abbia verificato”
Le immagini incriminate scelte da Trentino Marketing, che per rilanciare il turismo si è affidato a un’agenzia con sede a Milano. Failoni ammette: “La fotografia del lago era già stata utilizzata in svariate campagne pubblicitarie”
TRENTO. “Poco tempo” ed “emergenza sanitaria” così l’assessore al turismo Roberto Failoni prova a giustificare lo scivolone di Trentino Marketing (ma in parte anche suo) avvenuto dopo la pubblicazione di alcune immagini promozionali che per decantare le meraviglie del Trentino mostravano dei panorami serbi (articoli QUI e QUI). “L’immagine oggetto di discussione – dice Failoni – non è una foto tratta da una banca dati, si tratta invece di un lavoro che parte da uno scatto del lago di Caldonazzo e che è stato lavorato – come si usa fare in ambiente pubblicitario, assicura l’assessore – con l’aggiunta tramite fotoritocco delle montagne del trentino e di figure umane tratte da una banca dati”.
Tutto risolto? Non proprio perché dalle risposte fornite dall’assessore (a un’interrogazione presentata da Paolo Ghezzi di Futura) emergono altre lacune. Se da un lato si afferma di riporre “fiducia nelle attività tecniche svolte da Trentino Marketing” dall’altro si ammette che l’ente (che ha scelto le immagini) non si era accorto che “la fotografia del lago era già stata utilizzata in svariate campagne pubblicitarie di ogni genere”. Cosa di cui nemmeno l’assessore sembrerebbe aver notato. Inoltre si mette nero su bianco che “la campagna di rilancio non poteva essere realizzata con le sole risorse interne sia per l’urgenza, sia per le competenze richieste”.
Di qui la scelta di rivolgersi all’agenzia OgilvyOne worldwide Spa, con sede a Milano, che ha curato la campagna di promozione turistica che si è articolata in due fasi. La prima parte è passata attraverso la definizione e la realizzazione di un piano strategico di gestione ed azioni mirate di comunicazione per fronteggiare l’emergenza con l’obbiettivo di dare coerenza ed efficacia all’intera azione di comunicazione. Il costo di questa prima fase è stato pari a 58mila euro (Iva esclusa). Per quanto riguarda il secondo blocco di azioni: realizzazione della campagna comunicazione estate 2020 e inverno 2020/21 sono stati spesi 80mila euro (Iva esclusa). Quindi per l’intera operazione sono stati spesi oltre 138mila euro.
Insomma non un gran biglietto da visita visto il polverone di polemiche sollevate. “Trovo piuttosto inquietante che nessuno abbia verificato che le figure umane fossero già state utilizzate per altre pubblicità – punta il dito Ghezzi – così come la scusa del lockdown mi pare abbastanza fragile. Possibile – si domanda il consigliere di Futura – che non si sia riusciti a trovare genitori e figli disponibili per farsi fotografare. Che l’assessore si dica ‘ben connesso’ mi rassicura – conclude – anche se qualche dubbio sorge spontaneo visto che tra riforma delle Apt e chiusure domenicali sembra non farne una giusta”.