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I manifesti antiabortisti saranno rimossi, Ianeselli: “Le donne di questa città non si fanno intimidire”

L’associazione “Pro Vita & Famiglia” paragona la pillola abortiva Ru486 al veleno ma il sindaco di Trento farà rimuovere le pubblicità. Ianeselli: “Dicono di essere dalla parte delle donne, ma vogliono decidere per loro. I manifesti comparsi in questi giorni sono subdolamente violenti e menzogneri”

Nel riquadro Ianeselli, foto di Daniele Montigiani. Sullo Sfondo i manifesti contro la pillola abortiva
Di Tiziano Grottolo - 11 dicembre 2020 - 15:29

TRENTO. Sono comparsi in molte città italiane, e fra queste anche nel capoluogo trentino, ma i manifesti affissi da “Pro Vita & Famiglia” hanno le ore contate. Travolti dalle polemiche e presi di mira dalle militanti del Centro Sociale Bruno ora anche l’amministrazione comunale ha intenzione di rimuoverli. L’associazione che dice di combattere “la propaganda gender” e di essere impegnata nella costruzione di “una società fondata sui valori della vita e della famiglia” nei suoi manifesti aveva paragonato la pillola abortiva Ru486 al veleno, provando la reazione delle attiviste di Non Una di Meno (QUI articolo).

 

Ora anche il sindaco di Trento Franco Ianeselli ha preso posizione. Un giudizio netto quello del primo cittadino che non le manda a dire: “Dicono di essere dalla parte delle donne. Ma vogliono decidere per loro. Accostano una pillola approvata dal sistema sanitario nazionale a una mela avvelenata, inquinando le acque del diritto di ogni persona a decidere per sé e per la propria vita”.

 

 

Dietro ai manifesti infatti, si nasconde una vera e propria campagna per limitare l’accesso alla pillola abortiva, l’onlus Pro Vita & Famiglia spinge affinché vengano annullate le linee guida sulla somministrazione alla Ru864 recentemente approvate. Ad agosto di quest’anno il ministro della Salute Roberto Speranza, con il benestare del Consiglio Superiore di Sanità, aveva aggiornato le linee di indirizzo sulla pillola abortiva annullando l’obbligo di ricovero, estendendo a nove settimane la possibilità del farmaco, e prevedendone la somministrazione in consultorio e in ambulatorio.

 

“I manifesti comparsi in questi giorni – prosegue Ianeselli – sono subdolamente violenti e menzogneri. Spettacolarizzano una decisione dolorosa per dare addosso ancora una volta, guarda caso, alle donne, esibendo una cultura paternalista che sembra non aver ancora recepito l’abolizione dello ‘ius corrigendi’, il supposto potere maschile di correggere e indirizzare mogli, figlie, sorelle. Il movimento che ha affisso questi manifesti se ne faccia una ragione. Non è più tempo per Biancaneve, mele avvelenate, principi e streghe. Le ragazze e le donne di questa città non si fanno intimidire. E noi difenderemo sempre la loro libertà da ogni tipo di controllo, coercizione, violenza. Ho dato disposizione di rimuovere i cartelli – conclude il primo cittadino – perché se manifestare pubblicamente le proprie opinioni è un diritto, non è tollerabile il ricorso a falsità per sostenere il proprio punto di vista”.

 

 

 

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