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Valdastico, Patt e Degasperi: ''La Lega abbia il coraggio di indire un referendum in Vallagarina''

Dopo la "balotazione" tra Terragnolo, Trambileno e Vallarsa per oltre il 93% di contrari alla Valdastico per l'uscita a Rovereto Sud e il 54,92% dell'affluenza complessiva, Patt e Movimento 5 stelle in pressing per chiedere una consultazione in Vallagarina. I tre sindaci delle valli del Pasubio: "Sarebbe meglio se la Provincia sistemasse sul territorio le strade esistenti per prevenire frane e chiusure"

Di Luca Andreazza - 26 novembre 2019 - 19:16

TRENTO. Una pioggia di palline nere, questo nelle cabine elettorali tra Terragnolo, Trambileno e Vallarsa. Oltre il 93% di contrari alla Valdastico per l'uscita a Rovereto Sud e il 54,92% dell'affluenza complessiva (Qui articolo). I tre Comuni, che sul tema annunciato dalla Giunta provinciale hanno sostenuto il confronto diretto con i territori, sono sostanzialmente contenti della partecipazione e del risultato che si allinea con le prese di posizione delle tre amministrazioni avvenute negli scorsi mesi. 

 

"È vero che un progetto vero e proprio non è stato ancora reso noto – affermano i sindaci Lorenzo Galletti (Terragnolo), Franco Vigagni (Trambileno) e Massimo Plazzer (Vallarsa) – ma il tracciato tra Lastebasse e Rovereto Sud deve passare comunque dai nostri territori e le criticità naturali, ambientali e di sviluppo sostenibile dei nostri Comuni sono forti. Proprio per indirizzare sulle scelte che devono essere ancora fatte la nostra balotazione ha un peso anche in questa fase".

 

Le serate sono state volutamente organizzate senza esponenti politici ma con esperti e amministratori per lasciare piena libertà a chiunque di prevedere momenti di approfondimento in materia anche a favore dell’opera, con dati e studi, ma questo non è avvenuto. "Un metodo quello della balotazione non consueto ma in grado di garantire la segretezza del voto e il risultato. Questa consultazione - proseguono i tre primi cittadini - ci dà la forza di aver intrapreso tutte le azioni per sentire come la pensano le nostre popolazioni. La decisione finale sulla realizzazione di questa autostrada non ci competema l’esito del voto sarà trasmesso in maniera ufficiale dai tre comuni alle istituzioni nazionali e locali che andranno a decidere sul nostro territorio".

 

Sono altre le richieste dei tre Comuni. "Se la Provincia o la concessionaria - aggiungono Galletti, Vigagni e Plazzer - sistemassero sul territorio le strade esistenti per prevenire frane e chiusure, come accaduto domenica proprio durante il voto, e mettessero le amministrazioni nelle condizioni di appaltare le loro opere in tempi brevi, le imprese e i disoccupati della Vallagarina troverebbero giovamento più rapidamente di quanto potrebbe mai accadere con la realizzazione della Valdastico".

 

Una consultazione nelle valli del Pasubio che rilancia un tema, quello del referendum in Vallagarina sull'opera. I primi a spingere in questa direzione sono il Patt e il Movimento 5 stelle. "Se si chiede un parere alle popolazioni è sempre legittimo e giusto - spiega Filippo Degasperi, consigliere provinciale pentastellato - soprattutto quando si tratta di grandi opere. I cittadini dovrebbero potersi esprimere in merito e quindi in questo caso solo poi prendere una decisione politica".

 

Certo, c'è da dire che il punto principale, se non l'unico, in materia infrastrutture della Lega in campagna elettorale era proprio il completamento dell'A31. "Serve un maggior spirito critico degli elettori. Non mi stupisce più di tanto la posizione di Fugatti - evidenzia Degasperi - le tornate elettorali tra politiche, provinciali e europee hanno premiato il carroccio e la Valdastico era tra i temi principali, quindi non bisogna scandalizzarsi se spingono in questa direzione, anche se la Giunta ha fatto poco: dopo un anno si parla ancora di ipotesi. Non è mai un male chiedere un parere alla popolazione, ma non penso che abbiano il coraggio".

 

 

Strizzano l'occhio all'idea referendum anche le Stelle Alpine. "I risultati di affluenza con una media di quasi il 55% sono sicuramente soddisfacenti e sminuire questo dato non è accettabile - commentano Simone Marchiori, segretario politico, e Lorenzo Conci, vice presidente - come non è accettabile la teoria, ipotizzata dal massimo rappresentante istituzionale della nostra terra quale è il presidente della Provincia, secondo la quale gli astenuti si possano automaticamente annoverare nel conteggio dei favorevoli all’opera".

 

Una questione anche di metodo, come nel botta e risposta tra il Comune di Rovereto e la Lega all'indomani della bocciatura in consiglio comunale della Valdastico. "I massimi esponenti del carroccio - continua il Patt - hanno sempre dichiarato che essere risultati il primo partito sia alle elezioni Provinciali che alle Europee in questi tre Comuni equivaleva a un 'Sì' convinto alla Valdastico. A questo punto si potrebbe dire che tutti coloro che non hanno partecipato a quelle tornate elettorali, sommati a quelli che non hanno votato Lega, sono automaticamente contrari alla Valdastico. E questo certificherebbe che il prolungamento della Valdastico è  sostenuto da ben poche persone nelle valli in questione come nel resto del Trentino".

 

Non ci si può nemmeno nascondere dietro l'assenza del progetto in quanto la Provincia sembra fortemente volere l'opera anche in assenza di un piano. Le Stelle alpine si sono, infatti, dichiarate favorevoli all'uscita a Trento.

 

"Ci sembra naturalmente svilente - dice il Patt - nonché scorretto arrogarsi la presunzione di poter confezionare un’opinione addosso a chi non ha votato. L’unico dato certo, inequivocabile e incontrovertibile, è che i cittadini si sono espressi con un perentorio 93,3% di contrari alla realizzazione della Valdastico con uscita a Rovereto Sud. Sul fatto poi che si dica che la consultazione organizzata sia stata pilotata con messaggi a senso unico, utilizzando solo quanto finora prodotto dalla Provincia, perché non esiste ancora un progetto con un tracciato certo su cui discutere è ancora più grave, visto e considerato che è proprio la stessa Provincia a dichiararsi favorevole a una scelta senza nemmeno avere in mano un progetto degno di questo nome, che dimostri con dati certi la sostenibilità tecnica e ambientale della soluzione proposta e un ritorno economico e occupazionale per la nostra terra".

 

La strada proposta è quella della consultazione, almeno in Vallagarina. "Se veramente il presidente Fugatti è convinto che il consenso che la Lega ha ricevuto alle provinciali e poi alle europee - concludono Marchiori e Conci - sia fondamento sufficiente per proseguire su questa percorso, abbia il coraggio di organizzare un referendum di valle, vedremo così finalmente l’opinione di tutti i cittadini su quest’opera e sulla soluzione sostenuta dalla giunta provinciale". 

 

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