La Corte dei conti infligge un duro colpo alla Valdastico, illegittimo il rinnovo della concessione per il completamento dell'A31
Un procedimento avviato nel 2015 dopo le mosse del senatore di Forza Italia, Lucio Malan. Insomma, quel rinnovo, che era stato concesso proprio sulla base del completamento della Valdastico, sarebbe troppo poco per giustificare la decisione. Un'opera, allora come oggi, comunque ancora ipotetica. Richiesta di 600 milioni di risarcimento ai vertici Anas
TRENTO. E' l'ennesimo duro colpo alla Valdastico. La Corte dei conti del Lazio dà ragione ai cittadini, comitati, associazioni e amministrazioni locali che continuano a sollevare obiezioni per un'opera tanto devastante quanto costosa e inutile. I territori sono contrari al completamento dell'A31, come Rovereto (Qui articolo), Vallarsa (Qui articolo) e Riva del Garda(Qui articolo), senza dimenticare la sentenza che ha dato ragione al comune di Besenello (Qui articolo).
La Valdastico comunque sembra ferma, una situazione resa ancora più complicata dal cambio di esecutivo a Roma (Qui articolo). L'attuale maggioranza parlamentare, soprattutto lato Movimento 5 stelle è contraria, così come le forze politiche trentine, quali Partito democratico e pentastellati. A questo si aggiungono le richieste ministeriali di completare il progetto in modo unitario e coerente, ma ancora non si hanno segnali in questo senso, anche se le operazioni sono in mano a Veneto e Serenissima (Qui articolo).
Tra i nodi fondamentali c'è proprio la deroga alla concessione di Autostrada: necessaria la conclusione della Valdastico Nord, ma ora arriva la sentenza della Corte dei conti del Lazio, che ha giudicato illegittimo il rinnovo della concessione per l'autostrada A4/A31 senza una regolare gara pubblica.
Un procedimento avviato nel 2015 dopo le mosse del senatore di Forza Italia, Lucio Malan. Insomma, quel rinnovo, che era stato concesso proprio sulla base del completamento della Valdastico, sarebbe troppo poco per giustificare la decisione. Un'opera, allora come oggi, comunque ancora ipotetica.
La sentenza giudicherebbe, infatti, il vincolo concessione-completamento non sufficiente a giustificare il rinnovo diretto all'autostrada, tanto che la Corte dei conti fisserebbe in 600 milioni il risarcimento dovuto dai vertici di Anas. Tolto la Lega, questa sentenza mette in fuorigioco l'unico attore interessato all'A31, proprio il concessionario. E questa potrebbe sembrare, l'ennesima, pietra su un'opera sempre in più in stand-by.
Esulta il Coordinamento No Valdastico Nord A31. "Un'opera devastante e costosissima - spiegano gli attivisti che ruotano intorno a numerose associazioni ambientaliste - ma soprattutto inutile, nell'indifferenza della politica e dei potenti stakeholders che dai loro megafoni da un ventennio annunciano l'inizio dei lavori".
Le tante realtà però non intendono abbassare la guardia, promettono ancora battaglia contro il completamento della Valdastico. "Continueremo a fare pressione e opposizione dal basso perché il nuovo governo riveda il sistema delle concessioni e delle opere pubbliche, troppo spesso obsolete e che non rispondono più alle esigenze del territorio per favorire potentati e imprenditori locali, oltre al mantenimento di una rendita di posizione finanziaria in regime praticamente monopolistico. In decine di incontri informativi, esposti e segnalazioni, osservazioni e confronti - concludono le associazioni - si è sempre puntato il dito su questa anomalia tutta italiana, senza mai avere smentita dalle controparti. Ora vedremo se qualcuno vorrà insistere nel portare avanti il completamento contro ogni buonsenso e contro ogni normativa".