Fugatti, Salvini e il Conte-bis, dieci temi dopo la crisi di governo. Dalla Valdastico all'orso, dalla green economy alla ricerca, il Trentino leghista resterà indietro?
Dalla Valdastico alla gestione dei grandi carnivori, dalla ricerca alla green economy, sono dieci i punti principali che rischiano di lasciare indietro e solo il Trentino e la Provincia a trazione leghista. Un Conte-bis che potrebbe inoltre cambiare gli equilibri politici a livello territoriale: Movimento 5 stelle e Pd alleati alle comunali? E il Patt cosa fa? Forza Italia e Lega ancora uniti?
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TRENTO. Il Conte-bis sembra prendere già una direzione opposta rispetto all'esecutivo gialloverde. Difesa dell'ambiente e lavoro, uguaglianza e rispetto delle istituzioni, ricerca all'avanguardia, istruzione di qualità e alta formazione, interessi nazionali ma in un quadro di multilateralismo, questa la via indicata dal premier dopo aver ricevuto l'incarico, accolto come da prassi con riserva, per formare un nuovo governo. E il primo risultato sarebbe un Trentino già isolato nei temi e nei rappresentanti.
Dalla Valdastico alla gestione dei grandi carnivori, dalla ricerca alla green economy, sono dieci i punti principali che rischiano di lasciare indietro e solo il Trentino e la Provincia a trazione leghista. Un Conte-bis che potrebbe inoltre cambiare gli equilibri politici a livello territoriale: Movimento 5 stelle e Pd alleati alle comunali? E il Patt cosa fa? Forza Italia e Lega ancora uniti? Tanti gli interrogativi che il nuovo governo nazionale porta a quello provinciale, che già non si è dimostrato particolarmente abile con quello "amico".
La nostra pattuglia vede i leghisti Vanessa Cattoi, Diego Binelli, Martina Loss e Mauro Sutto. Se prima non avevano incarichi governativi di rilievo e certamente non hanno brillato per iniziativa, ora si ritrovano all'opposizione. C'è poi Emanuela Rossini del Patt, Donatella Conzatti di Forza Italia e quindi Riccardo Fraccaro, che potrebbe essere riconfermato a qualche ministero in quota Movimento 5 stelle. Insomma, la quasi totalità dei nostri rappresentati nella capitale rischia di finire nell'angolo, se possibile ancora di più nel cono d'ombra.
Una giunta provinciale che non è riuscita a raccogliere grandi soddisfazioni dal governo "amico". L'emendamento salva Trentino non è passato, anche con la complicità dell'allora parlamentare e presidente Maurizio Fugatti, o i 5 milioni per il dissesto idrogeologico lasciati per strada. Ora che le operazioni vengono prese in mano da Movimento 5 stelle e Partito democratico, i rapporti potrebbero essere più difficili. Sono poi diversi i temi che potrebbero essere influenzati, in modo decisivo, dal cambio della guardia a palazzo Chigi. E abbiamo selezionato i dieci argomenti più "caldi" per il nostro territorio.
La Valdastico. Un'opera in stand-by e l'esecutivo giallorosso potrebbe mettere la pietra tombale sul completamento dell'A31. I territori sono contrari, come Rovereto (Qui articolo), Vallarsa (Qui articolo) e Riva del Garda (Qui articolo). L'attuale maggioranza parlamentare pure. Il Movimento 5 stelle è sempre stato contrario, il Pd trentino anche per grandissima parte dei ranghi. A questo si aggiungono le richieste di completare il progetto in modo unitario e coerente, ma non si hanno ancora segnali in questo senso: il piano è comunque affidato a Veneto e Serenissima. La Valdastico potrebbe finire nel cassetto.
Il "nuovo" Conte intende rimettere la persona e la parità di genere al centro del dibattito: stop all'odio. Il Trentino è sempre stato all'avanguardia nella lotta per i diritti, tanto che Conzatti è stata nominata vice-presidente della "Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere" (Qui articolo). La Lega provinciale nel frattempo ha smantellato il sistema di accoglienza e colpito la cooperazione e solidarietà internazionale, senza considerare l'Agenda Onu, oltre a organizzare il Convegno a senso unico finito nell'allontanamento forzato dei manifestanti dal palazzo della Provincia.
La commissione dei sei verrà cambiata, le posizioni Filippo Maturi e Michl Ebner sono in bilico (Qui articolo). E si potrebbe riaprire anche il caso monopolio dell'editoria in Trentino, una battaglia portata avanti soprattutto da Fraccaro e che ora potrebbe ritrovare linfa e energie per cambiare forma. Anche in provincia il Pd è contrario, Alessio Manica in primis.
Capitolo rispetto delle istituzioni. Si sorvola sul nazionale per concentrarci su piazza Dante. E gli show non sono mancati in consiglio provinciale: il dito medio perennemente alzato di Alessandro Savoi, le uscite sopra le righe di Mara Dalzocchio e Roberto Paccher, l'imparzialità di Walter Kaswalder spesso nel mirino. Sono alcuni casi, a questo si può aggiungere che due capi di gabinetto si sono dimessi tra comportamenti non proprio istituzionali (Qui articolo) e canzoni nazi-fasciste (Qui articolo).
Si passa a cultura, istruzione, ricerca e alta formazione. Un cambio di rotta, che potrebbe vedere Roberto Battiston tra i papali per un ruolo governativo a Roma, vicino al Pd è più un tecnico. Tutto è migliorabile, anche in Trentino, ma in questo momento l'assessore Mirko Bisesti si è più concentrato nello smantellare quanto messo in campo nel corso della giunta Rossi. Nonostante i proclami di voler investire su Università e ricerca, si punterebbe sulle professionali e le risorse sono state tagliate negli altri settori tra il leghista e l'assessore Achille Spinelli.
Grandi carnivori e tutela ambientale, ma anche la green economy come svolta per il futuro. Già accennato sulla Valdastico, qui Mario Tonina e Roberto Failoni potrebbero essere scavalcati. Le visioni tra modelli di sviluppo e approccio alle tematiche ambientali sono opposte. Qui sembra di puntare a ricette ormai vecchie e superate. Se l'Italia dovesse accelerare per l'economia sostenibile, ecco che il Trentino resterebbe a terra.
In materia orsi e lupi Salvini e la Lega nazionale hanno sempre evitato di entrare nel merito, freddini se non silenziosi. La querelle M49 ha acuito le tensioni con il ministero, non si è mai visto un ministro così apertamente contrario alle disposizioni prese a Trento. Un esecutivo giallorosso non porterebbe a rasserenare gli animi, le crepe potrebbero allargarsi. E qui rientra anche l'aspetto istituzionale, l'autonomia può fino a un certo punto e la Provincia non ha ancora dimostrato quel galateo istituzionale per farsi valere a Roma quando il governo era perfino "amico".
C'è anche un aspetto politico, che potrebbe aprire una stagione nuova anche alle nostre latitudini. Le alchimie a Roma possono essere diverse, tanto che a livello locale il centrodestra è rimasto sempre compatto. Resta da capire se qualcosa può cambiare dopo che Forza Italia e Silvio Berlusconi hanno preso le distanze da populismo e sovranismo. Si può ipotizzare una scissione a livello provinciale? Possono invece Movimento 5 stelle e la coalizione di centrosinistra allearsi, già per le comunali del 2020? E il Patt potrebbe restare isolato, quale direzione prendere? Le manovre sono appena iniziate.