Salvati da 'Rambo' negli anni '80 e record di spettatori per 'Fahrenheit 9/11': dopo 70 anni di storia si spengono le luci del cinema Astra
Con “Stasera spettacolo unico”, il 22 novembre alle 21 all’Astra, verrà ripercorsa la sua storia, dagli anni cinquanta fino ad oggi. “La serata è una sorpresa, non so esattamente cosa ci aspetterà – spiega il titolare Artuso - sarà un momento di ricordo, forse ci sarà qualche lacrima, ma vogliamo guardare avanti. Ci saranno anche un breve filmato di repertorio e qualche intervista”
TRENTO. “Ci sono sempre un inizio e una fine, anche per noi questo momento doveva arrivare. Sono 63 anni che, tra casa e lavoro, ho vissuto qui al cinema, una vita intera. Ma è arrivato il momento di abbandonare l’Astra”. Così il titolare dello storico cinema, Antonio Artuso, commenta la chiusura definitiva del multisala di corso Buonarroti 16, che calerà il sipario alla fine di questo mese. Da “Rambo 2 – La vendetta”, che con il suo record di incassi nel 1985 salvò l’allora monosala, a ‘Fahrenheit 9/11’, il film che ha registrato più presenze in assoluto, il cinema avrebbe compiuto settant’anni il prossimo anno. Con “Stasera spettacolo unico”, il 22 novembre alle 21 all’Astra, verrà ripercorsa la sua storia, dagli anni cinquanta fino ad oggi.
La sala cinematografica, fondata nel 1952 e convertita in multisala solo nel 2003, è da ben tre generazioni di proprietà della famiglia Artuso: dal nonno (e fondatore) Antonio, passando per il figlio Ernesto, per arrivare fino a oggi al nipote Antonio. Aneddoti e storie in questi lunghi anni non ne sono mancati, come l’uscita del film “Rambo 2” di cui abbiamo già accennato che nel 1985 riuscì a salvare economicamente il cinema: “Erano anni difficili per il mondo del cinema – racconta l’attuale titolare Antonio Artuso – quel film ha letteralmente salvato il monosala. È stata sicuramente la proiezione che ha fatto gli incassi più importanti, che ci ha dato la forza per andare avanti”. I guadagni erano stati così alti che hanno sostenuto il cinema per molto tempo: “Per ‘Rambo 2’ la sala era sempre piena e si parla di 650 posti – prosegue – addirittura una sera la folla fuori dal cinema ha premuto così tanto per entrare a vedere il film che è stata sfondata la vetrata all’ingresso. Abbiamo dovuto chiamare la polizia per bloccarli”.
Nel 2003 arriva la grande svolta, l’anno in cui l’Astra si caratterizza: “O il multisala o si chiude - spiega Artuso - Così abbiamo deciso di andare avanti. È stata una sfida, una scommessa, ma siamo stati premiati perché la città ha subito risposto bene. Il mercato a quei tempi era diviso in film commerciali e di qualità: noi abbiamo optato per la seconda scelta, che è stata quella vincente”. In quell’anno quindi la sala viene ristrutturata per differenziarsi dalle altre: “Abbiamo dato spazio anche a film di piccole distribuzioni indipendenti, che nelle altre sale della città non sarebbero usciti. A Trento eravamo gli unici”. Nel nuovo multisala il titolare ricorda alcuni film degni di nota, come “‘Fahrenheit 9/11’, uscito nel 2004, che è quello che ha registrato più presenze in assoluto, mentre il secondo è stato ‘La prima neve’ di Andrea Segre nel 2013, film ambientato in Trentino”.
L’Astra ha ospitato anche incontri con importanti registi, come Nanni Moretti, Andrea Segre, Marco Paolini, Walter Veltroni, Carlo Mazzacurati. Ma soprattutto non va dimenticato il pubblico: “Dopo il 2003 si è ricreato un bellissimo rapporto tra esercente e spettatore”, sostiene Artuso. Dopo le tantissime dimostrazioni d’affetto il titolare dell’Astra infatti non esclude un ritorno in questo campo: “Ci sono delle idee per il futuro, tra cui la ricerca di qualche spazio per una sala cinematografica, sempre di impronta culturale e sociale, di qualità. Viste anche le tante dimostrazioni d’affetto, ho voglia di continuare”.
Pochi giorni prima di chiudere i battenti definitivamente, allo storico cinema sarà dedicata un’intera serata, “Stasera spettacolo unico” (lunedì 22 novembre alle 21 al cinema Astra), in cui verranno ripercorse tutte le tappe del cinema, dalla sua nascita nei primissimi anni cinquanta, ai festival, al suo rapporto con la società e le sfide, sempre nuove, che ha dovuto affrontare nel corso del tempo.
“La serata è una sorpresa, non so esattamente cosa ci aspetterà – sostiene il titolare - sarà un momento di ricordo, forse ci sarà qualche lacrima, ma vogliamo guardare avanti. Ci saranno anche un breve filmato di repertorio e qualche intervista”.
Il cineforum, il primo Film festival della montagna, il cinema d'essai, l'impatto sulla città e sulla popolazione universitaria, il ruolo di aggregazione che hanno avuto le sale nella seconda metà del Novecento e le prospettive per il futuro, il rapporto delle nuove generazioni con il cinema e il confronto con la fruizione digitale saranno solo alcuni dei temi affrontati nel corso della serata.
Saranno presenti quindi il “padrone di casa” Artuso, il direttore della Fondazione Museo storico del Trentino Giuseppe Ferrandi e il giornalista Paolo Piffer. Elena Tonezzer (FMsT - responsabile del settore “Storia della città di Trento”) condurrà il dialogo con il critico cinematografico Gianluigi Bozza e con lo studioso di cinema Alberto Brodesco, mentre a Sara Zanatta (FMsT – sociologa e studiosa di media) verrà affidata la discussione con la regista Roberta Bonazza e Guido Laino, autore del podcast La piazza per aria, la cui prima stagione è dedicata al quartiere di Cristo Re.
I dialoghi con gli esperti saranno intervallati dalle storie del cinema raccontate dai lettori e dalle lettrici che compongono l'Umanofono, “un’orchestra” di voci che sperimenta nuove forme di lettura corale, attraverso il testo “L'Astra il cinema in casa” di Piffer, pubblicato nel 2008, che narra non solo la storia della cinema di Cristo Re e della famiglia Artuso, ma anche di una città e di una comunità in continua e rapida trasformazione.
Un cinema che ha segnato un’epoca e diverse generazioni di trentini e non solo, a cui il Museo storico e l’Associazione Umanofono vogliono rendere omaggio. L’associazione, nata come gruppo informale nel 2011 da un'idea di Maura Pettorruso e di un ristretto, ma motivato, gruppo di lettori in erba, sperimenta nuove forme di lettura corale ad alta voce. Il nome stesso “Umanofono” fa riferimento al bizzarro esperimento di un eccentrico direttore di coro nel libro Castelli di rabbia di Alessandro Baricco. Non si tratta quindi di concerto di musica e melodie, ma di parole, frasi, dialoghi diretti da una maestra di orchestra vocale che conduce volume, silenzi, velocità, pause. Maura Pettorruso dirige attualmente il gruppo composto da: Gabriella Chilovi, Mario Conci, Anna Lambertini, Adele Gerardi, Simonetta Giorgetti, Paola Pancher, Francesca Rocchetti, Ivano Winterle.
Per partecipare alla serata, ad ingresso gratuito, è necessario prenotarsi (comunicazione@museostorico.it o telefonando al numero 0461 264660); è richiesto il Green Pass.