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Roberto Stanchina si candida per Campobase e Valduga: ''La sanità della destra? Uno schifo ci vogliano mesi per avere un appuntamento''

DAL BLOG
Di Carmine Ragozzino - 26 agosto 2023

Giornalista, ha lavorato per Alto Adige, Gazzettino e Trentino

Un fatto è certo. Dovrà correre. E dovrà correre in salita perché questa è la prospettiva che i pronostici (sempre comunque a prova di verifica) assegnano all’Alleanza democratica per l’autonomia che sfiderà la Fratellanza di destra alle elezioni provinciali di ottobre. Gli servirà tanto fiato (ma anche un po’ di irritualità creativa) adesso che Roberto Stanchina si veste da sherpa (di lusso) di Campo Base per provare a portare Franz Valduga e sé stesso in piazza Dante.

 

Non è detto che la corsa ad un tour de force di contatti più privati che pubblici non gli porti benefici effetti. Scherzandoci su si potrebbe consigliargli di giocare al Tom Hanks di Forrest Gump. Se ad un certo punto della sua maratona in cerca di consenso lo fermassero i cronisti avrebbe il curioso privilegio di gigioneggiare sul suo cognome: “Sono un po’ Stanchina, ma non posso permettermi pause”. Ecco, dopo tanti 'se' tanti 'ma' che hanno animato una telenovela in salsa trentina (più votata all’assurdo e al masochismo che al pathos), Roberto Stanchina archivia ogni dietrologia. Anzi no. Una la tiene viva: “L’autonomismo, quello vero, in cui avevo creduto, oggi non è il Patt che si immola a Fratelli D’Italia e alla Lega”.

 

Stanchina si candida ufficialmente e sceglie la linea di un’eleganza obbligata: “Io, vicesindaco, e il sindaco di Trento. Normale (quasi, diciamo noi, perché lui non se lo può permettere) dialettica tra teste dure. Dure ma corrette. Quello che c’era da dirsi ce lo siano sempre detti in faccia ma poi avanti insieme”. Non era un segreto l’opposizione di Stanchina al sindaco di Trento quando prematuramente e forse perfino disinteressatamente rispetto alle sorti elettorali dell’Alleanza sentenziò che ogni suo assessore voglioso di tentare la Provincia avrebbe dovuto dimettersi al momento dell’ufficializzazione delle liste. Stanchina (e non solo lui se ha senso dare corpo a tanti commenti raccolti in un centrosinistra che critica sempre ma solo di nascosto) reputava e reputa il diktat un’alzata che non tiene conto della complicata fase storica né della necessità dell’Alleanza democratica di non depotenziarsi da sola, a priori e per di più in nome di principii che anche la legge disconosce.

 

Se per giocarsela il centrosinistra ha l’urgenza di far scendere in campo quanti più candidati possono mettere a frutto anche i loro ruoli istituzionali, appare piuttosto autolesionista metterli davanti alla scelta di lasciare i loro incarichi (senza possibilità di rientro) ponendoli davanti al banalissimo dubbio del “chi me lo fa fare”. La generosità, insomma, non è tutto. Nell’indossare l’abito di un candidato di punta di Campo Base legittimamente ambizioso e fiducioso, oggi Roberto Stanchina ha chiuso solennemente la questione dimissioni. “Mi dimetterò come le altre due assessore, Maule e Franzoia. Adesso devo pensare solo a far vincere Francesco Valduga”. Onestamente e senza infingimenti Stanchina pensa anche a far vincere sé stesso e il partito che vuol rinverdire sotto altro nome (troppi in questi pochi anni) i fasti oggi non poco usurati di Margherita e Unione per il Trentino.

 

L’entusiasmo per la sfida che il vicesindaco s’appresta a combattere galvanizza Paolo Piccoli, il sempre giovane notaio che è garante del percorso imboccato da Campo Base prima in Comune a Trento (nuovo e folto gruppo) e ora nel sostegno a Valduga (candidato presidente, che sta dentro Campo Base oltre che alla guida della coalizione). Nel ringraziare Stanchina, entrambi (Piccoli e Valduga) hanno elogiato doti e generosità del vicensindaco, a partire (e questo intriga) dall’apprezzamento per un carattere che fa del “papale papale” un valore che in politica non è sempre all’ordine del giorno. E che se mai lo fosse, viene vissuto con fastidio. Stanchina è stato omaggiato dai due (Valduga e Piccoli) come un amministratore che sa andare al sodo nelle materie che da anni gestisce come assessore: il commercio, già dalla giunta Andreatta e ora anche i lavori pubblici.

 

Storia personale e competenza: questi i tratti del mini ritratto ad opera di Valduga. Storia, quella di Stanchina, che nella fattispecie significa gavetta: circoscrizione, consiglio comunale, assessorato in una scala che in troppi saltano a piè e presunzione pari. Con esiti che alla prova dell’amministrazione deludono. Competenza? Beh, oltre a quella tecnica (se fai a lungo un lavoro e ci metti passione è più facile che c’azzecchi) c’è quella di una politica a “tu per tu”. ''È fare buona politica – si è sentito dire nella conferenza stampa di discesa in campo – costruire rapporti solidi, anche di simpatia e fiducia, con i tuoi interlocutori, specie quando vengono da categorie complesse”.

 

Stanchina dice di avere da sempre una sola ricetta: esserci, non tergiversare nelle risposte (anche in quelle negative quando servono). Basterà per arrivare in Provincia? Inutile appellarsi a Mago Merlino o a quella intelligenza artificiale che pare poter rispondere a tutto copia-incollando l’universo web. Si vedrà. Si vedranno la sorte di Stanchina, di Valduga, dell’Alleanza e del Trentino. Ma intanto si può conoscere il “metodo” che il candidato vicensindaco ha intenzione di adottare, (“la pratica, dice, a volte vale più della grammatica”). “Semplicità e comprensibilità di una campagna elettorale – insiste - se devo, e devo eccome, parlare di una sanità ridotta allo sfascio dalla destra al governo del Trentino posso solo chiamare schifo il fatto che per avere un appuntamento per curarsi oggi ci vogliano mesi”.

 

Noi suggeriremmo “Presa per il Cup” del diritto alla salute ma va bene qualsiasi cosa purché ci si faccia capire senza girovagare attorno alle parole. La campagna elettorale ha un gran bisogno di un vocabolario chiaro e al tempo ha bisogno anche di una chiara indignazione per come l’Autonomia che era un orgoglio sta trasformandosi in vergogna. Il “papale papale” potrebbe finalmente smuovere tante coscienze che stanno sottotraccia per stanchezza e disillusone. Ma che in Trentino ci sono. La corsa di Stanchina è dunque incominciata. Il suo posto in Comune non lo lascerà subito perché il notaio Piccoli è sì un gran mediatore ma lascia intendere di aver sbroccato all’idea che il sindaco Ianeselli potesse assumere gli interim di quattro assessorati o di fare un rimpasto di giunta senza nemmeno conoscere l’esito delle elezioni e i pesi che saranno certamente diversi da adesso dei partiti della sua maggioranza.

 

Sulla questione che ad esempio il sindaco di Arco ha risolto senza porre condizioni ai suoi amministratori candidati per la Provincia per l’Alleanza, sarebbe stato interessante conoscere il parere di Valduga. Ma lui ha parlato d’altro. Seppur con piglio simpatico e finalmente battagliero.

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