In 30 anni l'Area ha fatto respirare alla musica l'aria sana dell'incontro e dello scambio ad oltre 500 band
Giornalista, ha lavorato per Alto Adige, Gazzettino e Trentino
Siateci sabato 30 a Piedicastello. E potremmo finirla qui. Siateci perché l’occasione è ghiotta: concertone, maratona bi-palco ad alta varietà di ritmi. Concertone per nulla sconcertante. Sedici gruppi sedici: musicanti di ieri, di oggi e probabilmente di domani. Siateci perché la storia – questa storia - è una bella storia. Siateci perché un trentennale si può celebrare anche senza fiumi di parole: basta far “cantare i fatti”, il passato, il presente, le suggestioni e le passioni. E bastano centinaia di foto: carta ingiallita per colori sempre vivi, tempo- resistenti.
Nei troppi fatti da ricordare l’Area Musica di Piedicastello rischia perfino di perdersi: abbondanza senza ridondanza di una “politica giovanile” che per fortuna ha saputo spesso aggirare le incrostazioni e le zavorre burocratiche. Cultura e Politica Giovanile, senza ridicoli giovanilismi quella praticata all’Area. Un artigianato nel quale la professionalità non è distacco. Le politiche giovanili di cui ci si riempie spesso la bocca “da lontano”, troppo lontano, si possono affermare meglio che in altre attività se ci si affida alla musica. Basta non accontentarsi delle sole note. Basta provare a scrivere – come per anni si è fatto all’Area - un pentagramma della sana aggregazione, del protagonismo, della fiducia reciproca e della reciproca sfida.
Nelle quattro stanze non esattamente regali che stanno sopra un vetusto asilo - dentro il cuore di un quartiere solo recentemente risarcito del credito sociale che vantava - si sono incrociate davvero le generazioni. Sono le generazioni dei musicisti trentini che furono, che ci sono ancora e che saranno: anagrafe affollata, affollatissima. Anagrafe di quelli che furono adolescenti maturati a schitarrate e rullanti imparando, però, le tecniche che più contano nella loro vite non necessariamente artistiche: scambio, confronto, condivisione, collaborazione.
L’anagrafe, ancora, di chi si è fatto un nome nel panorama musicale e di chi s’accontenta del suonare. Dell’insieme. All’Area (si chiamò anche Telemaco per coloro che oggi viaggiano tra panza e capelli bianchi) va stretta, strettissima, la definizione di piccolo-grande polo musicale. Laboratorio, invece, sì: un laboratorio di socialità prima ancora che di musica. Fin dalla fondazione nel paletnologico 1992 l’Appm (associazione provinciale per i minori) puntò sulla filosofia dell’incontro cara al fondatore Cavagnoli. In tempi di totale assenza di attenzioni generazionali, fu allestito uno spazio aperto a chi già sapeva strimpellare e a chi invece pensava che Tom (un pezzo della batteria) fosse null’altro che l’amico di Jerry.
Provò e si ritrovò l’universo mondo della musica trentina in quel luogo. Trovò accoglienza – sempre gratuita e non è poco - chi in un’epoca sonora molto più buia dell’attuale doveva battagliare con il vicinato dei pregiudizi per praticare in cantina le proprie aspirazioni ritmico culturali. Se fosse stato solo un “provificio” l’Area non sarebbe però stata così importante per la città. Un centro per la musica ha una funzione se gioca la sua partita in tutti i campi: in casa ma soprattutto fuori casa.
Dall’incontro tra musicisti rodati ed apprendisti devono per forza nascere iniziative capaci di integrarsi con il territorio: stimolandolo, svegliandolo, sfidandolo.
Questo ha fatto per 30 anni l’Area, bilanciando l’aspetto educativo e quello ludico e artistico dentro una miriade di eventi che sono troppi da citare ma che un segno indelebile lo hanno lasciato. E non solo nel capoluogo. Suonarea, Guitar Fest, Balcony Tv, Live Show, Festival Acustico, il rock sul Doss Trento molto prima di Poplar: non sono solo titoli di iniziative. Sono la testimonianza di quanto Trento (ed il Trentino) sono stati vitali grazie ai progetti dell’Area.
Il sabato del “siateci” farà sintesi di quello che è possibile sintetizzare quando tre decenni si gonfiano di ricordi, nostalgie, orgoglio ma anche una grande, grandissima, voglia di continuare. L’Area se ne andrà presto da Piedicastello. Dalla sede vecchissima ma vivissima (che purtroppo non nobilita la qualità delle attività) traslocherà con tutta l’Appm nella modernità del palazzo in via Manzoni.
Non è tanta la distanza fisica. Potrebbe essere troppa però la distanza filosofica tra le due situazioni logistiche se non ci sarà un forte investimento dell’Associazione per i minori (e del Comune) nell’integrazione con quel quartiere di San Martino che con non poca esagerazione qualcuno ha ribattezzato come Montmatre
Si vedrà: il percorso è tracciato e si spera possa essere un percorso ricco di altre soddisfazioni affidate agli operatori che oggi fanno squadra facendo tesoro della storia dell’Area.
L’equipe attuale (Deflorian, Rensi, Zanol, Tedeschini) è diversamente uguale ai pionieri (Gadotti, Tecchioli, Putignani, Lagatti).
Qualcuno è all’Area da sempre: invecchiato nell’estetica ma con l’etica della passione senza una ruga. Oggi, come ieri, un gruppo di ragazzi trasforma l’Area in aria: un’aria buona di idee e impegno che ha reso possibile anche l’ambiziosa festa “autogestita” del trentennale. Festa dell’Area ma anche del quartiere, con le associazioni a dare una mano all’evento per marcare una vicinanza cresciuta nel tempo.
Nella festa dell’Area Musica la politica, l’amministrazione, dirà quel che deve dire, saccheggiando il vocabolario degli elogi. Sarebbe bello se invece ascoltasse e meditasse sulla lezione che l’Area darà. Lo farà senza salire in cattedra e correndo tra un mixer, un cavo e un amplificatore come ha sempre fatto.
Eppure, divertente e coinvolgente, la lezione ci sarà. E’ l’insegnamento di chi era partito 30 anni fa per incidere sul “disagio giovanile” (la vecchia Appm dei “problemi dei minori) e si è via via convinto ad aggiornare la missione. Come? Considerando la gioventù una risorsa che va solo fatta sbocciare nel rapporto con persone anagraficamente più adulte ma di identico entusiasmo.
Ma c’è anche un’altra lezione, la più importante. Uno spazio dedicato a chi fa musica deve essere uno spazio per la creatività, per gli intrecci e le contaminazioni, per i rapporti con il territorio, per le scommesse artistico-sociali. Altrimenti è solo una facciata, un progetto monco. Ci potranno anche essere dotazioni tecnologicamente d’avanguardia ma si resterà alla retroguardia nella capacità di attirare, valorizzare e moltiplicare le energie.
Ecco, appunto, le energie. E le sinergie.
Il libro statistico dell’Area Musica evidenzia in 30 anni 500 band/artista, più di 10 mila utenti e oltre 41 mila ore di apertura delle sale per prove, corsi strumentali, didattica sulla formazione delle band, sulla loro progressiva autonomia nel passaggio delicato verso il palco. Nel giorno del “siateci”, sabato, di questi numeri non si menerà vanto. Il vanto è esserci ancora con entusiasmo e orgoglio. In barba alle frustrazioni di una considerazione pubblica non sempre all’altezza della storia dell’Area.
La Festa
Due palchi. Musica dalle 14 alle 23 per 16 band (area transennata con green pass e resto della piazza libero). Punto ristoro (Us Solteri e Comitato di Piedicastello). Punto info e dirette gestite dai giovani che frequentano l’Area. Su un poster saranno raccolti i commenti. Sul Sul terrazzo esterno de L'Area Musica sarà allestita una mostra fotografica (10 pannelli e relative didascalie) e visual (video delle attività e dei concerti ed eventi realizzati) con possibilità di visitare i locali interni (solo per i possessori con green pass). La mostra resterà aperta dalle 11.00 alle 13.00 e durante il periodo del concerto dalle 14.00 alle 19.00. L’inaugurazione della mostra si terrà la mattina del 30 ottobre alle ore 11.00. Per la mostra fotografica sono stati coinvolti i giovani nella ricerca delle fotografie più significative per la realizzazione dei pannelli da utilizzare poi per la personalizzazione delle nuove sale musica. I giovani si sono adoperati poi per la realizzazione dei poster, per la realizzazione di un trailer da pubblicare sui social che prepari i potenziali fruitori all'evento.