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Ieri meloniano, oggi democristiano. La metamorfosi di Conci con le vetrate riconvertite all'Udc ma la sede dentro ancora griffata Fratelli d'Italia

DAL BLOG
Di Carmine Ragozzino - 20 settembre 2023

Giornalista, ha lavorato per Alto Adige, Gazzettino e Trentino

“Quando Dio distribuiva la coerenza io stavo ordinando un decaffeinato senza zucchero con un bombolone alla crema”. Dovrebbero fare un monumento all’Anonimo che si è conquistato una citazione dentro un aforismario con poche parole che valgono un saggio sul tema.

 

Si parla di Roberto Conci, uomo-tutto de “La voce del Trentino”, la definizione di coerenza dell’Anonimo sembra scritta apposta per l’uomo (il candidato) che in un battibaleno ha tolto la corona al re dei trasformisti (Arturo Brachetti). Come? Attaccando manifesti: i suoi.


Chi fosse capitato di bazzicare piazza General Cantore (Trento, Cristo Re) per qualche giorno di fila deve essere stato colto da una certa preoccupazione sanitaria, chiedendosi se la vista e i neuroni fanno ancora il loro dovere. Una grande vetrina accanto al Bar Zinzorla - (storia cittadina e di quartiere. Ma questa è un’altra storia) - inchioda l’attenzione: spazio tappezzato da più di una gigantografia del Conci quale candidato (ora vero, prima mica tanto) alle elezioni provinciali di ottobre.

 

 Lui, Conci, sorride a 64 denti accanto al simbolo paleontologicamente scudocrociato dell’Udc (Unione di Centro). Fino ad un paio di giorni fa (o poco più, ma chissenefrega) lui, Conci, sorrideva a 64 denti accanto al simbolo di Fratelli d’Italia.

 

Che è successo? Lui s’era preso per tempo (sede, vetrina, manifesti, festa inaugurale, visite, pacche sulle spalle, eccetera) mentre i meloniani prendevano tempo su un ingresso in lista che evidentemente non era affatto scontato (anche se dispendiosamente pubblicizzato da lui medesimo).

 

E'  finita che Fratelli d’Italia ha dato retta alla Voce etica di chi sul curriculum di Conci aveva perplessità grandi più del Duomo cittadino. Insomma, non lo hanno messo in lista nonostante l’editore polemista appena un po’ schierato avesse avuto l’ufficiale benedizione a 128 denti della pasionaria anti autovelox, la Sorella d’Italia deputata (Alessia Ambrosi). 

 

Mai sottovalutare, però, la pervicacia di un macchiavellico di mezza montagna. Se il fine è la Provincia, al mezzo non si guarda (sarebbe il cavallo ma ci sta anche così). 

 

Di qui l’immaginifico cambiamento, il passaggio veloce dai Fratelli di destra ai democristiani di ritorno (che in realtà mai se ne erano andati). Conci si candida con questi ultimi, quelli dell’Udc, che per lui fanno la festa (sempre su Facebook) come farebbero ad un goleador della cronaca più tarocca ed improbabile che si possa immaginare. 

 

Quel che stupisce in questa storia di decalcomanie giganti e gigantesco divertimento non è il legittimo desiderio di Conci si accomodarsi in piazza Dante. Se ci prova un mammut come Rizzo perché non dovrebbe aver diritto al giudizio degli elettori un innamorato di Dio, Patria e Panzana qual è lui? Se mai approderà in Provincia sotto l’egida di un partito che nemmeno “Chi l’ha visto” si incaponirebbe di cercare, Conci sosterrà Fugatti e bacchetterà (scommettiamo?) quelli che fino a poche ore fa osannava da dentro i manifesti da Fratello appena un po' precipitoso nel fare i conti senza l’oste Urzì

 

Quel che un poco sconvolge e un poco procura invidia per la capacità di tenere curato il pelo sullo stomaco è la naturalezza con la quale da un giorno all’altro (obtorto collo, certo) si può passare da una squadra all’altra (pur giocando ufficialmente nello stesso campo) cambiando solo lo sfondo del maschio sorriso a 64 denti. Fratelli? Udc? Sempre destra è, e tanto basta. Tanto basta al Conci.

 

Quando si ha fretta qualche inciampo incombe. Nel caso della sede elettorale di Conci in piazza Cantore incuriosisce una certa confusione. L’Udc impazza sulla vetrina dove poche ore prima impazzava Fratelli d’Italia. Ma dentro la sede (basta sbirciare), ancora appesi ovunque, ecco i manifesti con Conci che lancia i suoi slogan con il simbolo di Fratelli d’Italia.

 

Slogan del tipo “Azioni reali contro ciò che non ci rende persone libere”. Ecco, appunto, libere di cambiare partito (e magari anche ideali, stile) come si cambia vestito. Quando uscirà questo frizzo, i manifesti da ex Fratello il Conci li avrà certo tirati via. Se così non fosse, il suo sdoppiamento di personalità politica potrebbe diventare un fatto clinico. Ma non accadrà, ne siamo sicuri perché il personaggio è tutto d’un pezzo e sa sempre quello che vuole. Bisognerebbe chiudere comunque con l’augurio perché siamo eleganti. Ma non ci viene. Ci viene più facile rassicurare chi vedendo i manifesti di Conci “prima e dopo” teme una certa demenza anticipata. Tranquilli, voi siete sani. È la politica del tutto è lecito ad essere malata. Piuttosto gravemente.

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